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26 Aprile 2008

Ri_editazioni

Il restauro di S.Caterina in Pisa. intervento di alta specializzazione*

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La Chiesa
La facciata di Santa Caterina in Pisa è stata recentemente oggetto di un intervento di restauro da parte della Restauroitalia Srl di Capezzano, durato dal 2006 al 2007 e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. La chiesa fu edificata tra il 1251 e il 1326, mentre solo nel 1927 fu realizzato il rosone contestualmente alla posa sopra la porta di un mosaico raffigurante la Madonna con Bambino.

La situazione prima dell’intervento

I marmi presentavano vari tipi di degrado, da diffusi depositi superficiali di varia coerenza costituiti da particelle atmosferiche e aderenza al substrato lapideo. I depositi più consistenti si ritrovavano nelle zone più protette dall’azione di dilavamento dell’acqua, mentre le superfici più esposte alla pioggia e al vento erano erose ed in alcuni casi mancanti di alcune parti. Oltre alla presenza di piante infestanti, sulle cornici, sui capitelli e nei sottarchi, si trovavano vere e proprie croste nere, costituite da gesso e depositi nerastri di origine carboniosa; sotto di esse, patine giallastre che le analisi hanno identificato come pellicole ad ossalato di calcio. Erosione e microfessure sui conci del paramento, come pure deteriorati erano i giunti di malta.

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L’intervento di restauro
Tutto il paramento è stato dapprima pulito a secco, con spazzole, e trattato con biocida, in maniera da eliminare i biodeteriogeni. Le piante infestanti sono state seccate con diserbante ed estirpate. Contestualmente, sono state tolte tutte le stuccature realizzate con materiali non idonei e quindi c’è stato il preconsolidamento, con resine idonee, di tutti i frammenti a rischio di caduta. Le teste scolpite e i bassorilievi del rosone sono stati puliti con Carbonato di Ammonio applicato a pennello e risciacquato con acqua. La pulitura si è poi concentrata su cornici, capitelli, mensole e rosone, dove erano presenti vistose croste nere. Sono stati effettuati dei test di pulitura ad impacco su zone a campione, in maniera da individuare la metodologia più idonea, sia come materiali e relative percentuali, sia come tempi di applicazione. Su tutte queste zone sono stati applicati impacchi a base di Carbonato di Ammonio, con tempi di applicazione diversi. Finita questa operazione, la superficie si presentava disomogenea come colore: le zone più protette del loggiato più scure mentre le zone esposte, bianche. Così, per omogeneizzare il tutto ed avere un risultato estetico più gradevole, è stato deciso di abbassare il tono di colore, sottoponendo le zone interessate ad una microsabbiatura dolce, a bassissima pressione.

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Sui capitelli, invece, la pulitura è stata rifinita con la tecnica laser, al fine di rendere il tono di colore uniforme.
Particolarmente critica appariva la situazione del cornicione sotto il loggiato del primo ordine, che perdeva porzioni di modellato sotto la minima sollecitazione. In questo caso, la pulitura è stata effettuata esclusivamente con tecnica laser, in maniera da evitare completamente l’uso di acqua, laddove vi erano frammenti a rischio di caduta. Il laser ha consentito di rimuovere interamente le croste nere preservando le pellicole sottostanti e di raccordare anche esteticamente le superfici, uniformandone il colore.

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Terminata la pulitura, si è proceduto alla stuccatura dei giunti, con malta a base di grassello di calce, sabbia di diverse granulometrie e polveri di marmo di diversi colori. Tutti i frammenti sono stati incollati con resine poliesteri e le porzioni di dimensioni più elevate sono state imperniate, con l’ausilio di barre di acciao filettato o di vetroresina. Su tutto il paramento è stata applicata, come protezione finale, cera microcristallina.

* Tratto da “VersiliaProduce”
ANNO XIV Aprile 2008 n. 60

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