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11 Novembre 2013

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STRUCTURAL STONE 2013
La sperimentazione lapidea come sfida statica e culturale

Nell’ambito della 49esima edizione di Marmomacc 2013 a Verona, il Dipartimento DICAR del Politecnico di Bari si è distinto attraverso l’allestimento di una mostra tematica relativa alle ultime sperimentazioni condotte sull’applicazione della pietra strutturale in architettura.
La mostra, a cura dei proff. Claudio D’Amato e Giuseppe Fallacara, si è svolta nell’ambito della sezione Inside Marmomacc, uno spazio di confronto e divulgazione sulle possibilità del materiale lapideo in cui sono stati raccolti una serie di convegni, attività formative, seminari, atti a promuovere la cosiddetta “cultura della pietra”, una diversa forma mentis nei confronti di un materiale dai campi di applicabilità trasversali spesso ancora poco esplorati. In questo “contenitore” sono stati raccolti gli apporti sperimentali più disparati in cui la pietra viene declinata nelle sue diverse sfaccettature, spaziando dal design alla sfida strutturale, dando vita a un’esposizione poliedrica e creativa.
In questo contesto il Politecnico di Bari ha esposto il frutto delle ultime ricerche mettendo in piedi “Structural Stone”, una raccolta di prototipi sperimentali in cui si fonde il tentativo di innovazione formale con la sfida strutturale. Ognuno dei manufatti proposti presenta peculiarità diverse: vengono introdotti dispositivi per la facilitazione del montaggio (come nel caso del Ponteflex), innovazioni per il funzionamento statico di elementi sospesi (Albero Litico, Scala Ricomposta, Tensegrilithic), nuove tecniche di decorazione superficiale in relazione alla natura del manufatto architettonico (Cuffia sferica, Spirale).
Gli esiti presentati si pongono come ultima propaggine di una ricerca che il Dipartimento DICAR sta svolgendo ormai da molti anni sotto la direzione dei proff. D’Amato e Fallacara, in un accumularsi di esperienze pratiche che, di volta in volta, si pongono come base dello sviluppo successivo. Le varie tematiche affrontate affondano le radici in un solido retroterra sperimentale: così la struttura a sbalzo rinforzata viene ereditata ed estremizzata dal progetto “Foglia”(2009) sino all’attuale “Albero Litico”, l’interpretazione dell’arco armato passa dalla messa in opera dell’arco “Viollet-le-Duc” (2010) al dispositivo di montaggio di Ponte Flex, e così ognuno dei nuovi prototipi presenta allo stesso tempo uno stacco innovativo senza perdere la continuità di uno studio sistematico.

di Claudia Calabria

Nelle prossime settimane ciascuno dei progetti sarà protagonista su Architetturadipietra.it

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