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27 Ottobre 2014

Opere di Architettura

Ristorante Finisterrae e Decumanus caffè a Firenze
Mimesi 62


Dettaglio del rivestimento parietale. Ristorante Finisterrae-Firenze

[photogallery]finisterre_album[/photogallery]

La progettazione dello studio Mimesi 62 è fortemente influenzata dalla città storica nelle occasioni fiorentine sia dal punto di vista culturale, sia artistico. Lo spunto progettuale che lega entrambi gli interventi nasce dal tentativo di riproporre all’interno dell’ambiente puramente architettonico quel concetto di civitas più profondamente legato all’aspetto sociale di utilizzo e condivisione dello spazio urbano, non rinunciando mai al radicamento con la città e creando un rapporto simbiotico su diversa scala. Ne è un esempio l’ampliamento del ristorante Finisterrae, elegante tributo alla classicità ed all’arte della città. Se la Basilica di Santa Croce raccoglie in sé la magnificenza dei grandi artisti italiani, dalla parte opposta della medesima piazza il nuovo intervento le si accosta in maniera discreta, riconoscendone una volta di più la chiara maestosità. Finisterrae, tappa conclusiva del cammino di meditazione, come quello per Santiago di Compostela. Finisterrae, dove l’onda vuota si rompe sulla punta, per Montale, luogo di approdo o di naufragio. Da questo doppio significato e dal contorno solenne in cui è inserito il progetto, scaturisce l’armonioso contrappunto, offerto all’interno dall’utilizzo sapiente dei materiali, la pietra forte fiorentina, il giallo avorio e il rovere scuro, e degli arredi, le lampade pendenti longilinee dai soffitti e le sedute dorate, riposo per gli avventori. Il gioco tra orizzontalità e verticalità è accentuato dal rivestimento delle pareti, costituito da lastre in giallo avorio con finitura superficiale seta, giuntate con lame in metallo ed impreziosite dai nomi degli uomini d’arte e cultura che han fatto grande la città. Se il rivestimento in lastre della parete interna richiama gli antichi mausolei, per il ricordo alle targhe memoriali nella disposizione orizzontale, di essi supera la staticità solenne trasformandosi in architettura dinamica, grazie alla sovrapposizione dei conci lapidei, donando un gradevole respiro all’ambiente. La sensazione è accentuata dalla pavimentazione in pietra forte fiorentina, caratterizzata dalla lavorazione grezza ed esaltata dalla luce artificiale, contrapposta con eleganza ai soffitti dorati ed alla loro levigatezza. Le fughe sottili riescono nell’intento di un piano omogeneo, senza apparente soluzione di continuità; tale scelta permette al materiale di spiccare in modi ancor più evidenti. I colori caldi proposti dai nuovi spazi al pubblico sono invito ad entrare, nel clima accogliente e rassicurante.


Dettaglio del rivestimento parietale. Decumanus caffè-Firenze

[photogallery]decumanus_album[/photogallery]

L’ultimo progetto di Mimesi 62 intende collocarsi all’interno della trama enogastronomica fiorentina con grado di importanza pari a quello del decumano, asse di percorrenza est-ovest delle centurie romane. Come per il ristorante Finisterrae, anche per il Decumanus caffè il rapporto con la città risulta determinante. Collocato a metà di via dei Servi, avvolto dalle visuali prospettiche della chiesa di Santa Maria Annunziata e della piazza del Duomo, ripropone al suo interno questa cornice architettonica, facendosi vera e propria scatola scenografica. L’utilizzo di materiali naturali legati alla tradizione, quali il legno e la pietra, permette di fare del progetto vera e propria metafora evocativa della stratificazione urbana della città di Firenze, con l’intento di esaltarne il più antico impianto romano. Il ritorno alle origini e alla semplicità grezza diventa il leitmotiv dell’intervento, obiettivo raggiunto attraverso parole chiave come riuso. Simboli caratterizzanti sono le grandi lastre in pietra serena che, da banchi di fresa delle cave di Fiorenzuola, si trasformano in rivestimento parietale, o l’originale utilizzo del legno di noce a reinterpretare il concept del bancone, trasformato in un nastro multifunzione avvolgente l’ambiente. Il caffè, nominato tra i cinque vincitori del Premio Nazionale “Bar e Ristoranti d’Autore”, si impone come delicata citazione all’interno del ricco ed elegante intreccio architettonico e gastronomico fiorentino.

Federica Poini

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