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9 Gennaio 2017

Opere di Architettura

Eduardo Souto de Moura
Casa nel Bom Jesus, Dadim, Braga, Portogallo

“Possiamo dire che vocazioni opposte si disputano nel campo della letteratura attraverso due secoli: una tende a fare del linguaggio un elemento senza peso, che fluttua sopra le cose come una nuvola, o meglio, come una finissima polvere, o meglio ancora, come un campo di impulsi magnetici; l’altra tende a comunicare al linguaggio il peso, lo spessore, il concreto delle cose, dei corpi e delle sensazioni.”

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Scorcio della zona d’ingresso con la scala che porta alla terrazza.

Il terreno presentava una forte pendenza ed era tagliato da un muro di sostegno in pietra irregolare. Nella parte inferiore, vicino all’entrata, si trovava una casa in rovina. Sarebbe stato un sacrificio recuperarla ed era destino che i risultati sarebbero rimasti sempre al di là del programma previsto.
Il programma lasciava intendere che la casa doveva essere due in una. Una per i figli al piano terreno, l’altra per i genitori al piano superiore. Due scale alle estremità avrebbero risolto i collegamenti naturali.
Il progetto cominciò con la demolizione delle preesistenze. Si demolì il rudere, si demolirono i muri di pietra, e con le pietre si ridisegnò lo stesso muro, con aperture verso l’esterno. Non fu difficile, perchè la pietra a secco e coperta dal muschio veniva appoggiata a un muro di calcestruzzo. Si trattava di una “pittura” minerale spessa, che creava un’atmosfera “antica”, come se sempre fosse esistita lì, in quel luogo. Questa sua “naturalità” doveva sostenere un guscio bianco in cemento, con molto ferro e appoggiato su snelli pilastri metallici.


Veduta del lato est con il giardino sopralevato e la piscina.

La costruzione, nelle finiture, comportò altri materiali: sopra il generoso spessore del granito corrono tangenti le doghe rosse di legno esotico; montanti francesi in alluminio sono sospesi alla copertura con cavi di acciaio. Lo sforzo necessario a sostenere il carico dei vetri è affidato alla controfreccia della soletta, ben calcolata dall’ingegneria.
La casa è l’incontro fra due apparenti modi di costruire: uno tende a creare un equilibrio precario fra cemento, ferro e vetro, con un disegno al limite degli spessori; l’altro, per le dimensioni della pietra (da 30 a 50 cm), rimane immobile addossato al calcesruzzo, nella posa ipocrita delle cose “naturali”. Come nella letteratura, oggi anche l’architettura passa di qui.


Atrio d’ingresso con la scala che conduce all’appartamento al piano superiore.

Scheda tecnica
Località:
Dadim, Braga – Quinta da Batoca
Data di progettazione: 1989
Data di realizzazione: 1994
Progettazione: Eduardo Souto de Moura
Collaboratori: Graça Correia, José Fernando Gonçalves, Manuela Lara
Ingegnere civile: José Adriano Cardoso
Impresa di costruzione: Martins Francisco & Fithos


Schizzo di studio.

Per una documentazione completa dell’opera Download PDF

Rieditazione tratta da Pietra su Pietra, a cura di Vincenzo Pavan pubblicato da Marmomacc

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