Pietre d'Italia

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Pietre dell'identità 

Pietre dell'identità. Incipit

 

Foro di Augusto
Roma. Foro di Augusto. (foto: Alfonso Acocella)

"Nella globalizzante realtà contemporanea – a scala ben più ampia dunque di quella urbana – si disegnano oggi prospettive nuove nel rapporto centro-periferia, che incoraggiano a "decentrare" o a "provincializzare" in un rapporto che non ha nulla a che fare con una "sostituzione vendicativa" dei luoghi più "periferici" (che, per altro, hanno già acquistato un'importanza e un ruolo "centrali"), nè col "ripudio" di una storia oramai sedimentata. Quella che si va prospettando è piuttosto una sfida, lanciata per scoprire come una eredità culturale che appartiene a tutti e interessa tutti, possa essere sostanzialmente, magari proprio dai margini, rinnovata.
Nell'Alessandrite di Leskov il narratore riflette sulla misteriosa figura del vecchio Vercel, conoscitore ed esperto tagliatore di pietre preziose, che gli sembra provenire da un tempo lontano in cui "le pietre, nelle viscere della terra [...] avevano a cuore la sorte degli uomini; non come oggi, che tutto si è raffreddato ed esse non hanno più nè voce nè ascolto. Ci sono oramai molte nuove pietre tutte misurate, pesate, confrontate per densità e compattezza, ma che non ci dicono più nulla e non servono più a nulla: il loro tempo di parlare con gli uomini è finito, sono 'maestri di eloquenza' trasformatisi in 'pesci muti' ".
È un po' così. Ma come l'alessandrite, quella singolare pietra che cambia colore in relazione alla luce che riceve (verde di giorno e rossa di notte), anche le nostre nude pietre possono cambiare colore e, sotto una nuova luce, ricominciare a parlare". " 1

Andreina Ricci

1 Andreina Ricci, "Progetto archeologico e racconto" p.158, in Attorno alla nuda pietra (Archeologia e città tra identità e progetto), Roma, Donzelli, 2006, pp. 159.
La citazione di N.S. Leskov – tratta da "Aleksandrit", in Nov' n.6, 1884 - è stata tradotta da Nicoletta Marcialis.

 

25 Dicembre 2006

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Pietre dell'identità. Incipit

 

Foro di Augusto
Roma. Foro di Augusto. (foto: Alfonso Acocella)

"Nella globalizzante realtà contemporanea – a scala ben più ampia dunque di quella urbana – si disegnano oggi prospettive nuove nel rapporto centro-periferia, che incoraggiano a "decentrare" o a "provincializzare" in un rapporto che non ha nulla a che fare con una "sostituzione vendicativa" dei luoghi più "periferici" (che, per altro, hanno già acquistato un'importanza e un ruolo "centrali"), nè col "ripudio" di una storia oramai sedimentata. Quella che si va prospettando è piuttosto una sfida, lanciata per scoprire come una eredità culturale che appartiene a tutti e interessa tutti, possa essere sostanzialmente, magari proprio dai margini, rinnovata.
Nell'Alessandrite di Leskov il narratore riflette sulla misteriosa figura del vecchio Vercel, conoscitore ed esperto tagliatore di pietre preziose, che gli sembra provenire da un tempo lontano in cui "le pietre, nelle viscere della terra [...] avevano a cuore la sorte degli uomini; non come oggi, che tutto si è raffreddato ed esse non hanno più nè voce nè ascolto. Ci sono oramai molte nuove pietre tutte misurate, pesate, confrontate per densità e compattezza, ma che non ci dicono più nulla e non servono più a nulla: il loro tempo di parlare con gli uomini è finito, sono 'maestri di eloquenza' trasformatisi in 'pesci muti' ".
È un po' così. Ma come l'alessandrite, quella singolare pietra che cambia colore in relazione alla luce che riceve (verde di giorno e rossa di notte), anche le nostre nude pietre possono cambiare colore e, sotto una nuova luce, ricominciare a parlare". " 1

Andreina Ricci

1 Andreina Ricci, "Progetto archeologico e racconto" p.158, in Attorno alla nuda pietra (Archeologia e città tra identità e progetto), Roma, Donzelli, 2006, pp. 159.
La citazione di N.S. Leskov – tratta da "Aleksandrit", in Nov' n.6, 1884 - è stata tradotta da Nicoletta Marcialis.

 

25 Dicembre 2006

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