Pietre d'Italia

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Pietre dell'identità 

Cantina Vignaioli Contrà Soarda di Henry Zilio a Bassano del Grappa (Vicenza)*. La barricaia
(II Parte)

 

barricaia
Le volte della barricaia.

photogallery

Materiali
Aspetto fondamentale nella realizzazione delle volte è stato scegliere il materiale da costruzione: esso doveva essere in grado di resistere alle sollecitazioni indotte dalla forma che si voleva realizzare e, naturalmente, costituire un elemento d'interesse estetico.
Si è valutata la possibilità di usare il laterizio (con getto in calcestruzzo collaborante), il calcestruzzo con superficie a vista trattata (ad es. con bocciardatura o, semplicemente, intonacata con impasto contenente coccio pesto), la pietra (con getto in calcestruzzo collaborante).
La tradizione costruttiva privilegiava la scelta del mattone in laterizio faccia vista o la superficie intonacata; dopo varie elaborazioni, l'idea di utilizzare questi materiali è stata abbandonata. Infatti l'uso del mattone è sembrato fin troppo scontato e, inoltre, presentava grandi problemi di posa: per ottenere un disegno regolare nelle due direzioni ortogonali, tenendo fisso il numero dei corsi, si sarebbero dovute realizzare fughe in malta di larghezza variabile, sino a raggiungere spessori di vari cm. La superficie intonacata, più semplice da realizzare, è sembrata poco accattivante sul piano estetico.
La pietra a faccia vista è parso un materiale molto interessante sul piano costruttivo ed estetico; non si era però a conoscenza d'analoghe esperienze applicative e si trattava, perciò, di individuare il modo più idoneo per costruire.
Dopo varie visite effettuate presso cave dell'Altopiano d'Asiago (Vi) si è deciso di utilizzare pietra calcarea con tonalità grigio-rosate, proveniente da una cava di monte Corno in blocchi della grandezza di circa un metro cubo.
I blocchi, accumulati in cantiere, sono stati ridotti in pezzi di pietra utilizzando perforatrici e cunei in acciaio e, successivamente, con lavoro di mazzetta e scalpello, sbozzati, intagliati e martellinati in modo da poter essere pronti per la posa.
Questa operazione è stata preceduta dalla realizzazione di un campione di volta: si trattava di definire una precisa modalità di posa in quanto il risultato si sarebbe potuto valutare solamente a lavoro ultimato, al momento del disarmo dell'opera, quando non si sarebbe più stati in grado di modificare.
Si è perciò stabilito come si sarebbero dovuti posare i corsi di pietra, la loro larghezza, il tipo di lavorazione, il tipo di fuga; di conseguenza si sono potuti preparare blocchetti di pietra di misure tra loro diverse e, in ogni caso, idonee al risultato prefissato.
Per quanto riguarda le casseforme si è dapprima presa in considerazione l'ipotesi di utilizzare legno o acciaio. A causa delle difficoltà costruttive ci si è successivamente orientati verso l'uso del polistirolo ad alta densità sostenuto da idoneo banchinaggio.
Era necessario costruire, contemporaneamente, le tre volte principali a causa sia della statica in fase di disarmo, sia dell'esigenza di dare continuità visiva al giunto tra le volte; le riprese rappresentano, infatti, un punto in cui il materiale può avere sgradevoli sfalsamenti.

le_volte
Le volte della barricaia.

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La costruzione della cassaforma in polistirolo ha, in ogni caso, rappresentato una certa difficoltà: molti produttori non erano in grado di eseguire piani curvilinei con la strumentazione d'uso comune.
La cassaforma è stata realizzata da un artigiano locale; per essere prodotta e trasportata, essa è stata suddivisa in blocchi, poi ricomposti in cantiere.
La posa dei blocchetti di pietra è stata svolta da un abile capo mastro del luogo e da un suo giovane collaboratore: ogni pietra è stata scelta "a misura", rifinita con martellina e posata con malta impastata con inerte di tonalità giallastra proveniente dai vicine cave, usando l'accortezza di ottenere una fuga "a vista"poco intasata.
Il periodo di posa della pietra ha rappresentato un momento di emozione e partecipazione da parte di tutti coloro che stavano lavorando nel progetto, ivi compresi gli operai che stavano costruendo opere accessorie alla volta: una situazione che sarebbe bello perseguire in ogni cantiere di costruzione.
Dopo aver posato la pietra, si è lavorata l'armatura in tondino d'acciaio per passare al getto di calcestruzzo dello spessore di 20 cm che ha completato la realizzazione strutturale delle tre volte principali.
Le casseforme dovevano, in parte, essere riutilizzate per completare la realizzazione nella zona strombata e così, dopo una settimana dal getto della cappa integrativa, la struttura è stata disarmata e messa a vista.
Il risultato è parso subito soddisfacente: la posa appariva regolare e le fughe omogenee. L'impressione generale è stata di grande entusiasmo. Gli operai erano talmente presi dalla propria opera che accompagnarono, all'insaputa del direttore dei lavori e del committente, le loro famiglie e loro conoscenti a visitare il cantiere.
Per consentire un regolare deflusso dell'acqua meteorica l'estradosso delle volte è stato livellato con un impasto alleggerito; infine, si è provveduto ad impermeabilizzare e ad isolare la copertura utilizzando il polistirolo che era servito per le casseforme, tagliato a lastre. Successivamente è stata realizzata la ricopertura della zona voltata con terreno vegetale.

posa
Fasi di posa delle volte.

Locali di produzione
I locali di produzione (fermentazione, stoccaggio in vasca, imbottigliamento, stoccaggio prodotto finito) costituiscono il blocco più semplice dell'insieme: sono due vani (9x16m) con caratteristiche tali da consentire il posizionamento di vasche di fermentazione e stoccaggio di tipo standard (sono normalmente in acciaio, di diametro circa 250 cm, disposti in batteria su doppia fila) ed altezza compatibile con il ciclo produttivo "verticale", oltre alle macchine per imbottigliamento (di tipo mobile o fisso) e per il deposito di prodotto in bottiglia, movimentabile con sollevatori meccanici. Uno dei due moduli è stato studiato in modo tale che, all'occorrenza, possa essere realizzato un solaio intermedio in acciaio al fine di consentire un diverso uso dello spazio interno. I locali di produzione comunicano tra loro, con il portico e con la barricaia. Sono provvisti di finestre che consentono una buona ventilazione naturale ed un livello minimo di illuminamento naturale. Il modulo di fermentazione è provvisto di due fori posti in corrispondenza della mezzeria del solaio, tali da consentire, tramite idonei condotti, di far passare l'uva dal piano soprastante (dove avviene la cernita dell'uva e la pigiadiraspatura) alle vasche di fermentazione (fermentini). Nel lato comunicante con l'esterno del modulo di fermentazione è stata predisposta una apertura che, tramite un sistema di passarelle e scale, consente la comunicazione tra l'esterno (zona pigiadiraspatura) e i fermentini. Questo accorgimento ha consentito di omettere di costruire scale interne oltre a evitare la realizzazione di un corpo emergente rispetto alla sala.

Locali di servizio
Sul lato rivolto verso l'esterno dei locali di produzione trovano collocazione alcuni spazi di servizio (portico, ufficio, laboratorio prove, sala produzione olio, servizi, ingresso barricaia); la loro altezza contenuta ha consentito di pensare ad un progressivo degradare del terreno di ricoprimento tale da modellare l'insieme in modo meno invasivo. Inoltre, essi hanno una funzione di protezione climatica dei luoghi di vinificazione in quanto interposti tra l'esterno e i locali di produzione.
Il prospetto si presenta come una facciata in pietra ed intonaco in cui emergono l'ingresso alla barricaia ed il portico.
L'ingresso alla barricaia è caratterizzato da un setto-portale con trattamento superficiale in spatolato bianco glaciale e logo aziendale in bassorilievo con finitura a foglia d'oro; esso emerge rispetto alla muratura in pietra della facciata.
Il portico si articola in una sottile vela ad andamento irregolare dipinta grigio-antracite con tonalità olivastra a riflessione opaca. Due contrafforti murari ai lati della vela danno la sensazione del sostegno laterale del sistema voltato e contribuiscono a contenere la terra di ricoprimento interrompendo la continuità formale della facciata.
La vela è stata realizzata accostando opportunamente pannelli prefabbricati in calcestruzzo tipo predalle ed intervenendo successivamente con una idonea rasatura per dare continuità alla curva; tale sistema costruttivo ha consentito di evitare l'uso di una più costosa cassaforma curvilinea.
In secondo piano rispetto alla vela si trova un paramento in legno costituito da tavole inclinate; esse fanno filtrare la luce all'interno dei luoghi di produzione ed hanno un benefico effetto di schermatura nei confronti dei raggi solari di ponente.
Oltre ai locali di produzione sono stati realizzati la degustazione ed i locali di deposito attrezzi agricoli.
La concezione formale di questi interventi ha avuto un travaglio non minore di ogni altra parte dell'edificio perchè concorrono, essi stessi, nell'immagine complessiva dell'intervento.
La degustazione è direttamente accessibile dal piazzale di distribuzione tramite un percorso esterno nel verde; essa è collegata alla barricaia per mezzo di una scala elicoidale. Il locale si caratterizza per l'essenzialità di uno spazio che intende mettere in evidenza gli aspetti tecnici del vino da degustare. Una parete interamente vetrata e opportunamente schermata con assicelle in legno fa percepire al visitatore la bellezza del paesaggio collinare circostante.

Materiali vari
Al fine di consentire una veloce progressione di lavoro oltre che per motivi di sicurezza dovuti al pericolo dato dalla possibilità di distacchi di materiale lungo il fronte di scavo, i muri perimetrali del fabbricato sono stati realizzati con pannelli prefabbricati a doppia lastra in c.a.v. dello spessore complessivo di cm 45; all'interno dei pannelli è stato eseguito, previo posizionamento d'acciaio aggiuntivo, un getto in opera di calcestruzzo.
I solai piani sono stati realizzati con pannelli di calcestruzzo prefabbricato precompresso o ad armatura lenta.
Il "volume-cantina" presenta sette lati su otto a contatto del terreno; i solai piani, oltre ad essere isolati con polistirolo ad alta densità dello spessore di 10 cm, sono ricoperti con uno strato di 1-1,5 m di terra; il solaio della barricaia ha un ricoprimento in terra dello spessore compreso tra 5 m e 1 m.
Le pavimentazioni della barricaia e della degustazione sono in pietra di Lessinia con superficie rullata su base a piano sega. Le pavimentazioni "tecniche" della zona produzione sono in grès granitico.
Trattamento superficiale delle pareti in muratura con impasti costituiti da inerti naturali e calce.
Serramenti e le porte in legno di larice. Portoni zona produttiva rivestiti in acciaio inox o legno.
Canalette di raccolta delle acque e battiscopa zona produzione in acciaio inox.

cantina
La cantina all'interno del fondo agrario.

Sistemazioni esterne
Le sistemazioni esterne oltre ad un'accorta modellazione del terreno, eseguita anche per mezzo di terre armate e scogliere in pietrame, hanno previsto la realizzazione di strade, percorsi e piazzali in materiale inerte stabilizzato e la messa a dimora del verde. Particolare cura è stata posta per la scelta di arbusti tappezzanti a rapido accrescimento e scarsa manutenzione (robur tricolor), arbusti con caratteristiche di barriera non transitabile usati in corrispondenza di punti pericolosi (berberis julianae, berberis testar, limone selvatico, phiracanta firedance), arbusti rustici (hippophae rhamnoides, navaco, pistacia lentiscus, spartium junceum, lonicera nitida, punica granatum).

Impianti e climatizzazione
La costruzione degli impianti ha riguardato sia le reti tradizionali (idrotermosanitario, elettrico, aria compressa, ecc.) sia le strutture di produzione vinicola. E' stata posta attenzione affinchè gli impianti non costituiscano elemento invasivo o casuale.
I corpi illuminanti sono stati individuati dopo verifiche illuminotecniche e prove in loco.
Le macchine di trattamento dei fluidi di produzione sono state sistemate in luogo esterno posto vicino al punto d'utilizzazione, facilmente accessibile e poco percepibile dall'intorno.
La climatizzazione della cantina e, in particolare, della barricaia, ha costituito tema di ricerca e sperimentazione.
In primo luogo essa è ottenuta per mezzo della protezione dovuta al ricoprimento di terra, all'effetto schermante dei locali e degli elementi frangisole.
Ad integrazione di questo, in particolari periodi dell'anno, potrà essere attivato un sistema di trattamento dell'aria della barricaia.
L'aria viene aspirata attraverso bocchette poste a pavimento, canalizzata, fatta passare lungo le tubazioni di drenaggio predisposte durante la fase di movimentazione delle terre, immessa nuovamente nella zona voltata dopo essere stata eventualmente miscelata con aria esterna o aria ambiente allo scopo di ottenere le adeguate caratteristiche fisico tecniche.

(Dalla relazione di progetto)

Note
* Cantina "Vignaioli Contrà Soarda", Città: Bassano Del Grappa (VI) ITALIA. Committente: "Vignaioli Contra' Soarda" di Mirco Gottardi - Bassano del Grappa (Vi). Impresa di costruzione: Impresa Roberto Vettoruzzo - Bassano del Grappa (Vi).
Collaboratori al progetto: arch.Tatiana Prest, geom.Davide Giacobbo
Progettista: ing. arch. Henry Zilio.
Henry Zilio nasce nel 1956 a Maracay, in Venezuela.
Si laurea in ingegneria a Padova nel 1980 e in architettura a Venezia (IUAV) nel 2000. Dal 1983, a Bassano del Grappa (Vi), coordina uno studio attivo nella progettazione architettonica, strutturale, urbanistica ed infrastrutturale. Lo studio si distingue per lo spirito di laboratorio multidisciplinare rivolto alla ricerca e alla sperimentazione, avvalendosi di specialisti propri di vari settori oltre che dell'esperienza e collaborazione degli artigiani del luogo.

 

24 Febbraio 2007

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Cantina Vignaioli Contrà Soarda di Henry Zilio a Bassano del Grappa (Vicenza)*. La barricaia
(II Parte)

 

barricaia
Le volte della barricaia.

photogallery

Materiali
Aspetto fondamentale nella realizzazione delle volte è stato scegliere il materiale da costruzione: esso doveva essere in grado di resistere alle sollecitazioni indotte dalla forma che si voleva realizzare e, naturalmente, costituire un elemento d'interesse estetico.
Si è valutata la possibilità di usare il laterizio (con getto in calcestruzzo collaborante), il calcestruzzo con superficie a vista trattata (ad es. con bocciardatura o, semplicemente, intonacata con impasto contenente coccio pesto), la pietra (con getto in calcestruzzo collaborante).
La tradizione costruttiva privilegiava la scelta del mattone in laterizio faccia vista o la superficie intonacata; dopo varie elaborazioni, l'idea di utilizzare questi materiali è stata abbandonata. Infatti l'uso del mattone è sembrato fin troppo scontato e, inoltre, presentava grandi problemi di posa: per ottenere un disegno regolare nelle due direzioni ortogonali, tenendo fisso il numero dei corsi, si sarebbero dovute realizzare fughe in malta di larghezza variabile, sino a raggiungere spessori di vari cm. La superficie intonacata, più semplice da realizzare, è sembrata poco accattivante sul piano estetico.
La pietra a faccia vista è parso un materiale molto interessante sul piano costruttivo ed estetico; non si era però a conoscenza d'analoghe esperienze applicative e si trattava, perciò, di individuare il modo più idoneo per costruire.
Dopo varie visite effettuate presso cave dell'Altopiano d'Asiago (Vi) si è deciso di utilizzare pietra calcarea con tonalità grigio-rosate, proveniente da una cava di monte Corno in blocchi della grandezza di circa un metro cubo.
I blocchi, accumulati in cantiere, sono stati ridotti in pezzi di pietra utilizzando perforatrici e cunei in acciaio e, successivamente, con lavoro di mazzetta e scalpello, sbozzati, intagliati e martellinati in modo da poter essere pronti per la posa.
Questa operazione è stata preceduta dalla realizzazione di un campione di volta: si trattava di definire una precisa modalità di posa in quanto il risultato si sarebbe potuto valutare solamente a lavoro ultimato, al momento del disarmo dell'opera, quando non si sarebbe più stati in grado di modificare.
Si è perciò stabilito come si sarebbero dovuti posare i corsi di pietra, la loro larghezza, il tipo di lavorazione, il tipo di fuga; di conseguenza si sono potuti preparare blocchetti di pietra di misure tra loro diverse e, in ogni caso, idonee al risultato prefissato.
Per quanto riguarda le casseforme si è dapprima presa in considerazione l'ipotesi di utilizzare legno o acciaio. A causa delle difficoltà costruttive ci si è successivamente orientati verso l'uso del polistirolo ad alta densità sostenuto da idoneo banchinaggio.
Era necessario costruire, contemporaneamente, le tre volte principali a causa sia della statica in fase di disarmo, sia dell'esigenza di dare continuità visiva al giunto tra le volte; le riprese rappresentano, infatti, un punto in cui il materiale può avere sgradevoli sfalsamenti.

le_volte
Le volte della barricaia.

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La costruzione della cassaforma in polistirolo ha, in ogni caso, rappresentato una certa difficoltà: molti produttori non erano in grado di eseguire piani curvilinei con la strumentazione d'uso comune.
La cassaforma è stata realizzata da un artigiano locale; per essere prodotta e trasportata, essa è stata suddivisa in blocchi, poi ricomposti in cantiere.
La posa dei blocchetti di pietra è stata svolta da un abile capo mastro del luogo e da un suo giovane collaboratore: ogni pietra è stata scelta "a misura", rifinita con martellina e posata con malta impastata con inerte di tonalità giallastra proveniente dai vicine cave, usando l'accortezza di ottenere una fuga "a vista"poco intasata.
Il periodo di posa della pietra ha rappresentato un momento di emozione e partecipazione da parte di tutti coloro che stavano lavorando nel progetto, ivi compresi gli operai che stavano costruendo opere accessorie alla volta: una situazione che sarebbe bello perseguire in ogni cantiere di costruzione.
Dopo aver posato la pietra, si è lavorata l'armatura in tondino d'acciaio per passare al getto di calcestruzzo dello spessore di 20 cm che ha completato la realizzazione strutturale delle tre volte principali.
Le casseforme dovevano, in parte, essere riutilizzate per completare la realizzazione nella zona strombata e così, dopo una settimana dal getto della cappa integrativa, la struttura è stata disarmata e messa a vista.
Il risultato è parso subito soddisfacente: la posa appariva regolare e le fughe omogenee. L'impressione generale è stata di grande entusiasmo. Gli operai erano talmente presi dalla propria opera che accompagnarono, all'insaputa del direttore dei lavori e del committente, le loro famiglie e loro conoscenti a visitare il cantiere.
Per consentire un regolare deflusso dell'acqua meteorica l'estradosso delle volte è stato livellato con un impasto alleggerito; infine, si è provveduto ad impermeabilizzare e ad isolare la copertura utilizzando il polistirolo che era servito per le casseforme, tagliato a lastre. Successivamente è stata realizzata la ricopertura della zona voltata con terreno vegetale.

posa
Fasi di posa delle volte.

Locali di produzione
I locali di produzione (fermentazione, stoccaggio in vasca, imbottigliamento, stoccaggio prodotto finito) costituiscono il blocco più semplice dell'insieme: sono due vani (9x16m) con caratteristiche tali da consentire il posizionamento di vasche di fermentazione e stoccaggio di tipo standard (sono normalmente in acciaio, di diametro circa 250 cm, disposti in batteria su doppia fila) ed altezza compatibile con il ciclo produttivo "verticale", oltre alle macchine per imbottigliamento (di tipo mobile o fisso) e per il deposito di prodotto in bottiglia, movimentabile con sollevatori meccanici. Uno dei due moduli è stato studiato in modo tale che, all'occorrenza, possa essere realizzato un solaio intermedio in acciaio al fine di consentire un diverso uso dello spazio interno. I locali di produzione comunicano tra loro, con il portico e con la barricaia. Sono provvisti di finestre che consentono una buona ventilazione naturale ed un livello minimo di illuminamento naturale. Il modulo di fermentazione è provvisto di due fori posti in corrispondenza della mezzeria del solaio, tali da consentire, tramite idonei condotti, di far passare l'uva dal piano soprastante (dove avviene la cernita dell'uva e la pigiadiraspatura) alle vasche di fermentazione (fermentini). Nel lato comunicante con l'esterno del modulo di fermentazione è stata predisposta una apertura che, tramite un sistema di passarelle e scale, consente la comunicazione tra l'esterno (zona pigiadiraspatura) e i fermentini. Questo accorgimento ha consentito di omettere di costruire scale interne oltre a evitare la realizzazione di un corpo emergente rispetto alla sala.

Locali di servizio
Sul lato rivolto verso l'esterno dei locali di produzione trovano collocazione alcuni spazi di servizio (portico, ufficio, laboratorio prove, sala produzione olio, servizi, ingresso barricaia); la loro altezza contenuta ha consentito di pensare ad un progressivo degradare del terreno di ricoprimento tale da modellare l'insieme in modo meno invasivo. Inoltre, essi hanno una funzione di protezione climatica dei luoghi di vinificazione in quanto interposti tra l'esterno e i locali di produzione.
Il prospetto si presenta come una facciata in pietra ed intonaco in cui emergono l'ingresso alla barricaia ed il portico.
L'ingresso alla barricaia è caratterizzato da un setto-portale con trattamento superficiale in spatolato bianco glaciale e logo aziendale in bassorilievo con finitura a foglia d'oro; esso emerge rispetto alla muratura in pietra della facciata.
Il portico si articola in una sottile vela ad andamento irregolare dipinta grigio-antracite con tonalità olivastra a riflessione opaca. Due contrafforti murari ai lati della vela danno la sensazione del sostegno laterale del sistema voltato e contribuiscono a contenere la terra di ricoprimento interrompendo la continuità formale della facciata.
La vela è stata realizzata accostando opportunamente pannelli prefabbricati in calcestruzzo tipo predalle ed intervenendo successivamente con una idonea rasatura per dare continuità alla curva; tale sistema costruttivo ha consentito di evitare l'uso di una più costosa cassaforma curvilinea.
In secondo piano rispetto alla vela si trova un paramento in legno costituito da tavole inclinate; esse fanno filtrare la luce all'interno dei luoghi di produzione ed hanno un benefico effetto di schermatura nei confronti dei raggi solari di ponente.
Oltre ai locali di produzione sono stati realizzati la degustazione ed i locali di deposito attrezzi agricoli.
La concezione formale di questi interventi ha avuto un travaglio non minore di ogni altra parte dell'edificio perchè concorrono, essi stessi, nell'immagine complessiva dell'intervento.
La degustazione è direttamente accessibile dal piazzale di distribuzione tramite un percorso esterno nel verde; essa è collegata alla barricaia per mezzo di una scala elicoidale. Il locale si caratterizza per l'essenzialità di uno spazio che intende mettere in evidenza gli aspetti tecnici del vino da degustare. Una parete interamente vetrata e opportunamente schermata con assicelle in legno fa percepire al visitatore la bellezza del paesaggio collinare circostante.

Materiali vari
Al fine di consentire una veloce progressione di lavoro oltre che per motivi di sicurezza dovuti al pericolo dato dalla possibilità di distacchi di materiale lungo il fronte di scavo, i muri perimetrali del fabbricato sono stati realizzati con pannelli prefabbricati a doppia lastra in c.a.v. dello spessore complessivo di cm 45; all'interno dei pannelli è stato eseguito, previo posizionamento d'acciaio aggiuntivo, un getto in opera di calcestruzzo.
I solai piani sono stati realizzati con pannelli di calcestruzzo prefabbricato precompresso o ad armatura lenta.
Il "volume-cantina" presenta sette lati su otto a contatto del terreno; i solai piani, oltre ad essere isolati con polistirolo ad alta densità dello spessore di 10 cm, sono ricoperti con uno strato di 1-1,5 m di terra; il solaio della barricaia ha un ricoprimento in terra dello spessore compreso tra 5 m e 1 m.
Le pavimentazioni della barricaia e della degustazione sono in pietra di Lessinia con superficie rullata su base a piano sega. Le pavimentazioni "tecniche" della zona produzione sono in grès granitico.
Trattamento superficiale delle pareti in muratura con impasti costituiti da inerti naturali e calce.
Serramenti e le porte in legno di larice. Portoni zona produttiva rivestiti in acciaio inox o legno.
Canalette di raccolta delle acque e battiscopa zona produzione in acciaio inox.

cantina
La cantina all'interno del fondo agrario.

Sistemazioni esterne
Le sistemazioni esterne oltre ad un'accorta modellazione del terreno, eseguita anche per mezzo di terre armate e scogliere in pietrame, hanno previsto la realizzazione di strade, percorsi e piazzali in materiale inerte stabilizzato e la messa a dimora del verde. Particolare cura è stata posta per la scelta di arbusti tappezzanti a rapido accrescimento e scarsa manutenzione (robur tricolor), arbusti con caratteristiche di barriera non transitabile usati in corrispondenza di punti pericolosi (berberis julianae, berberis testar, limone selvatico, phiracanta firedance), arbusti rustici (hippophae rhamnoides, navaco, pistacia lentiscus, spartium junceum, lonicera nitida, punica granatum).

Impianti e climatizzazione
La costruzione degli impianti ha riguardato sia le reti tradizionali (idrotermosanitario, elettrico, aria compressa, ecc.) sia le strutture di produzione vinicola. E' stata posta attenzione affinchè gli impianti non costituiscano elemento invasivo o casuale.
I corpi illuminanti sono stati individuati dopo verifiche illuminotecniche e prove in loco.
Le macchine di trattamento dei fluidi di produzione sono state sistemate in luogo esterno posto vicino al punto d'utilizzazione, facilmente accessibile e poco percepibile dall'intorno.
La climatizzazione della cantina e, in particolare, della barricaia, ha costituito tema di ricerca e sperimentazione.
In primo luogo essa è ottenuta per mezzo della protezione dovuta al ricoprimento di terra, all'effetto schermante dei locali e degli elementi frangisole.
Ad integrazione di questo, in particolari periodi dell'anno, potrà essere attivato un sistema di trattamento dell'aria della barricaia.
L'aria viene aspirata attraverso bocchette poste a pavimento, canalizzata, fatta passare lungo le tubazioni di drenaggio predisposte durante la fase di movimentazione delle terre, immessa nuovamente nella zona voltata dopo essere stata eventualmente miscelata con aria esterna o aria ambiente allo scopo di ottenere le adeguate caratteristiche fisico tecniche.

(Dalla relazione di progetto)

Note
* Cantina "Vignaioli Contrà Soarda", Città: Bassano Del Grappa (VI) ITALIA. Committente: "Vignaioli Contra' Soarda" di Mirco Gottardi - Bassano del Grappa (Vi). Impresa di costruzione: Impresa Roberto Vettoruzzo - Bassano del Grappa (Vi).
Collaboratori al progetto: arch.Tatiana Prest, geom.Davide Giacobbo
Progettista: ing. arch. Henry Zilio.
Henry Zilio nasce nel 1956 a Maracay, in Venezuela.
Si laurea in ingegneria a Padova nel 1980 e in architettura a Venezia (IUAV) nel 2000. Dal 1983, a Bassano del Grappa (Vi), coordina uno studio attivo nella progettazione architettonica, strutturale, urbanistica ed infrastrutturale. Lo studio si distingue per lo spirito di laboratorio multidisciplinare rivolto alla ricerca e alla sperimentazione, avvalendosi di specialisti propri di vari settori oltre che dell'esperienza e collaborazione degli artigiani del luogo.

 

24 Febbraio 2007

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