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24 Novembre 2007

Eventi

Verona, 20-24 settembre 2007
Giornate Internazionali dell’Arredo

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Enrico e Viola Tonnucci, Caronte

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Contenti… di aver presentato una Fiera diversa

Italian style, classico, contemporaneo e design. Installazioni provocatorie, intriganti ed originalissime, un abile intreccio tra mercato e cultura nel settore dell’arredamento.
Cinque giornate per ritrovare, nella seconda metà dell’anno, la Fiera che più di ogni altra esprime il meglio della produzione in ogni settore. Una offerta commerciale trasversale e molto qualificata che va dal mobile ai tessuti di arredamento al tessile casa, dall’illuminazione all’oggettistica e all’arte della tavola, dalle cucine all’arredobagno ai rivestimenti ed accessori, sino all’arredo per esterni.
In attesa della certificazione da parte della società tedesca FKM si possono anticipare i dati conclusivi dell’edizione 2007: gli espositori sono stati 707 di cui 148 esteri provenienti da 26 nazioni. I visitatori totali sono stati 53.702, di cui 10629 esteri provenienti da 97 paesi. Infine i giornalisti: sono stati 754 di cui 179 esteri.
Il consenso internazionale è unanime: Abitare il Tempo è fiera capace di creare un clima commerciale disteso e positivo fra operatori ed espositori e di favorire solide relazioni commerciali grazie ad ambienti appositamente studiati per dare risalto, da un lato, ai prodotti esposti, dall’altro per agevolare il lavoro e l’osservazione degli operatori in visita.
E’ infatti appropriato definire Abitare il Tempo come un vero e proprio forum che efficacemente esprime lo stato dell’arte nella produzione italiana di mobili, dove le migliori aziende sono messe a confronto con una valida compagine di marchi internazionali. Ne deriva un sapiente mix di classico e contemporaneo, di artigianalità italiana e design internazionale. Non è infatti per caso che Abitare il Tempo ha scelto come immagine dell’edizione 2007 una versione inedita della Up Chair disegnata da Gaetano Pesce per B&B Italia nel 1969, simbolo dell’incontro tra tradizione e contemporaneità.
Nel corso del convegno, svoltosi venerdì 21 settembre, è emerso un concetto su tutti gli altri. Il successo mondiale del design italiano è stato ottenuto perchè i designer italiani erano portatori di una idea colta e innovativa al contempo, che sapeva legare la qualità di una tradizione del fare e del vivere alla nuova modernità che avanzava. Era ciò che Magistretti sosteneva quando diceva che progettare è avere una mano nel passato e una nel futuro. E oggi? Oggi c’è una forte spinta allo sviluppo e all’innovazione, e in ciò i giovani designer operano con grande apertura su nuovi fronti progettuali, non solo gli oggetti, ma il visual design, le strategie aziendali, il video, il web, e così via. Ciò che è da rilanciare è una ipotesi culturale, la tensione critica sulla contemporaneità, un’apertura concettuale che permetta al design italiano di presentare una propria riconoscibile identità, su un mercato globale che conosce un’estrema competitività. E in questo il ruolo delle scuole, delle aziende e degli operatori culturali, come Abitare il Tempo, può essere determinante.
Verona riflette una filosofia che si può definire “globale”: accanto ai 7 padiglioni commerciali veri e propri, il padiglione 8 delle mostre di sperimentazione, il 9 che quest’anno ha ospitato 12 Architetture d’Interni, ed il nuovissimo padiglione 7b, con Linking People, un progetto interamente dedicato al contract ed all’hotellerie destinato a svilupparsi nelle future edizioni della manifestazione.
In un mondo sempre più globalizzato, aperto a nuove sfide commerciali dei Paesi emergenti, l’unica vera tendenza nel Made in Italy è la ricerca di nicchie di mercato che scommettono sulla qualità, su proposte innovative e differenziate che sappiano creare sinergie fra sperimentazione, produzione e nuovi talenti. Una esigenza sempre più sentita e che proprio a Verona ha trovato uno spazio ideale in cui le nuove proposte dei giovani interagiscono con il mondo del design, tracciando concretamente l’indirizzo futuro di una rinnovata imprenditorialità.

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Luca Sacchetti, La casa del 12 taccuino

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