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Marazzi Architetti. Quattro progetti.


Torri mimetiche sulla costa del Fujian, Cina

La prima edizione di Attraversamenti, biennale d’architettura contemporanea in varie sedi umbre, a Foligno ha presentato progetti di uno studio italiano emergente. Si tratta di quattro progetti sull’uso innovativo della pietra, in cui all’interno del ventaglio di soluzioni della famiglia “struttura e rivestimento” si offre un approfondito aggiornamento nell’applicazione di prodotti e tecniche di assemblaggio industrializzati, pur sempre a partire dall’originario approvvigionamento in cava; il tutto con l’attenzione particolare e contemporanea ai trattamenti di superficie, ma scegliendo la via propositiva e più difficile sui temi materici della tradizione. Incipit della sezione “Progetti”, presentiamo di seguito alcuni lavori dello studio Marazzi con sede a Parma: pur attingendo alla medesima tecnologia di pannelli leggeri S.P.I. in struttura alveolare e rivestimento, i primi due interventi presentano finitura in lapidei ridotti a graniglia e ricomposti tipo Minibèton, i restanti due in lastra sottile applicata alla griglia metallica d’irrigidimento tipo Ultra-Lite Natural Stone.


Progetto di concorso per il nuovo Stadio Comunale di Siena

Nuovo Stadio Comunale di Siena
Il progetto vincitore del concorso per il nuovo stadio comunale di Siena affronta direttamente il tema dell’edilizia specialistica entro il paesaggio naturale. Risolve la sfida lanciata da un contesto dalle connotazioni assai forti riferendosi, e non con mero intento di raccoglierne la suggestione visiva quanto tipologica, alle qualità spaziali delle cave litiche. La sensibilità diffusa a riconoscere piacevolezza ai luoghi al margine fra natura e presenza antropica è solamente assecondata. Si è piuttosto ricercata la continuità nel paesaggio, come pure l’appartenenza al sedime di progetto: prova ne sia ad esempio il parco rurale accessibile alla viabilità ciclo-pedonale, vero legante fra la quota del campo da gioco e quella della campagna circostante. L’erosione compiuta sul tufo dal tempo e dagli agenti atmosferici ha modellato il terreno, lasciando affiorare insoliti volumi e declivi in cui le aree per l’esercizio fisico e le attività didattiche previste da bando hanno trovato la collocazione più adatta. Il progetto è frutto della collaborazione con gli architetti Paolo Iotti e Marco Pavarani.


Progetto di concorso per la nuova sede della Provincia di Arezzo

Nuova sede della Provincia di Arezzo
Giò Ponti sosteneva che la casa d’abitazione dovesse possedere la leggerezza della farfalla: piani orizzontali e verticali si scostavano dunque da terra e tra loro a suggerire la violabilità delle regole tecnico-statiche. L’edificio ideato per ospitare la nuova sede della Provincia di Arezzo concentra un simile intento particolarmente rispetto al suolo e si distribuisce parallelo al livello di terra apparentemente senza toccarla.
Applicando a pieno la strategia dei contrasti dinamici e visivi, la pietra basaltina di rivestimento ai volumi, ridotta a graniglia e miscelata in impasto con altri inerti, è chiamata per scelta espressiva a rappresentare la gravità, così come il regista sceglie l’interprete protagonista.
E’ inoltre la pietra storicamente il materiale dell’edificio pubblico: conformemente alle scelte di programma è dunque preferita in quest’occasione a rappresentare -avvolgendoli- gli uffici dell’ente provinciale. La natura pubblica dell’intervento è arricchita dall’apprezzabile intento dei progettisti a liberare al livello terreno superfici per piazze verdi, in continuità con gli spazi aperti d’intorno. Superiormente si collocano in distribuzione continua orizzontale gli uffici, disposti secondo la maglia geometrica estendibile teoricamente all’infinito alla scala urbana, a rappresentare la risposta della ricerca tipologica sul modo di vivere l’ufficio, e proponente ora un modello a-gerarchico anzichè la consueta suddivisione piramidale per piani.


Progetto per edificio di residenze temporanee a Fuzhou, Cina

Residenze temporanee a Fuzhou, Cina
Alla famiglia dei graniti si lega il rivestimento in lastre sottili delle residenze temporanee di Fuzhou in Cina. Il complesso di progetto è compreso in area urbana e presenta il doppio affaccio strada-corte interna. A difesa dall’aggressività automobilistica e stradale in genere, non la sola pelle ma tutto l’edificio si mobilita distributivamente alla realizzazione sul fronte esterno di un muro inteso come barriera protettiva. La monoliticità esteriore è proposta e percepita come resistenza invalicabile, facendo corrispondentemente seguire il trattamento materico alle destinazioni funzionali in alzato: l’osservare l’edificio in sezione trasversale consente di riconoscere infatti verso strada una fascia di vani di servizio e di depositi. Procedendo poi verso la tranquillità controllata della corte interna si incontrano prima gli ambienti distributivi ed infine gli alloggi, affaccianti con ampie vetrazioni sugli spazi aperti privati. Si riacquisisce cioè dopo lungo tempo il principio di trasparenza fra contenitore e contenuto, appellandosi dunque ad un’architettura della continuità. L’irregolarità dei ricorsi orizzontali con cui il progetto fronteggia la strada, variamente dimensionati in altezza utile secondo le funzioni ospitate, rompe la monotonia seriale di costruzioni speculative all’intorno – oltre alla propagazione del suono della carreggiata – ingigantendo la suggestione dell’immagine di lastre litiche accatastate in deposito.


Progetto di torri mimetiche sulla costa del Fujian, Cina

Torri mimetiche sulla costa del Fujian, Cina
Le torri mimetiche immaginate per la costa del Fujian in Cina sono totem naturali in pietra erosa dal vento e dal tempo, poi incavata ed acquisita internamente dall’uomo, al pari di una grotta. Il progetto, nell’assunzione di un programma d’urbanizzazione impegnativo per volumetrie richieste, è assai più sofisticato di quanto non possa essere il frutto di un’intenzione meramente monumentale. Si tratta infatti di una scelta decisa sul paesaggio – rispetto all’ipotesi opposta d’intervento più cautelativo basso ma denso – puntuale e parimenti audace nelle strategie d’acquisizione dei suoli.
La naturalità è perseguita con nettezza nella scelta materica, ricaduta sull’essenza lapidea capace di meglio garantire le volute suggestioni cromatiche mimetiche. Pur nella veste reale di rivestimento leggero la pietra, tradizionale depositaria dei caratteri di portanza, preesistenza e durata, fornisce qui nelle sue venature lo spunto per la realizzazione dei punti di permeabilità fra interno ed esterno: sono essi infatti frutto di derivazioni digitali in più passaggi sul pattern naturale della bowenite. Ritorna con forza, particolarmente dopo il progetto per il nuovo stadio di Siena, il tema dell’architettura specialistica in ambiti di spiccata presenza contestuale, risolto con atteggiamento non certo difensivo, ma piuttosto propositivo, accettante la sfida, cui si risponde con tentativi d’inserimento nel paesaggio dalle connotazioni ugualmente forti alle preesistenze.
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di Alberto Ferraresi
(Vai a Marazzi Architetti)

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