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7 Dicembre 2007

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RACCONTI DI PIETRA*
Madre, Abbraccio, Casa, Forza, Silenzio, Rispetto, Bellezza, Architettura, Unicità, Patrimonio non rinnovabile

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Foto Palmalisa Zantedeschi

Madre
“L’importanza e l’antichità del culto rivolto a divinità femminili sono considerevoli. Immagini sacre di chiaro aspetto femminile sono associate ad alcune fra le più antiche testimonianze archeologiche dell’espressione religiosa, e mantengono, peraltro, la loro efficacia ancora nel mondo contemporaneo.”1
Possiamo affermare con assoluta certezza che fin dall’inizio dei tempi la Grande Madre ha accompagnato il lento evolversi dell’uomo.
Dai primordi dell’era paleolitica fino alla nascita delle civiltà arcaiche vi era solamente la Grande Dea. Una divinità senza volto che ha abitato l’immaginario umano, ed è stata raffigurata con simboli che si sono profondamente radicati nell’inconscio collettivo.
Di lei sono state realizzate immagini e statue di pietra, a lei sono stati innalzati templi megalitici e monumenti. Lei governava e governa il succedersi delle stagioni e la fertilità della terra e del bestiame, i moti della luna, delle maree e del ciclo femminile. Lei sola era ed è la Signora del perpetuo alternarsi di nascita-morte-rinascita che caratterizza la vita sul nostro pianeta.

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Foto Palmalisa Zantedeschi

Secondo gli interpreti del mito, l’immagine della Madre Primigenia deriva dall’esigenza umana di raffigurare e venerare “fuori di sè” l’archetipo del grande femminino che crea il tutto, e che in un primo tempo potè venire vissuto e generato solo all’interno di una mistica appartenenza alla Natura.
Ma da quando la mitica Dea Madre fece il suo trionfale ingresso nella storia il suo culto è continuato nel tempo, mutando forma, conoscendo momenti di crisi, istituzionalizzandosi in una serie di figure chiave dai differenti nomi. Ma in tutti i casi questo pensare il sacro ha continuato a incarnare, nei molteplici aspetti della divinità femminile, la polarità della vita nella sua completezza.
Le prime compiute manifestazioni dei miti che riguardano la Grande Madre sono stati tramandati su arcaiche tavolette d’argilla, le più antiche scritture giunte fino a noi. In queste leggende la Grande Madre è sempre onnipotente e onnisciente, crea da nulla o da se stessa la terra, il cielo, le acque, tutto ciò che vive nel mondo, quindi uomini, animali, piante e anche dei. Sin dal principio la sua divinità è dunque assoluta, l’unica che possegga il segreto della vita e della fertilità, e che possa trasmetterlo, a sua esclusiva discrezione, a tutto ciò che esiste.
E ancora oggi, nella civiltà ammantata da falsi consumi e abbagli di vuote ricchezze, non è forse lei che improvvisamente ritorna, che ci guida per riportarci a noi stessi, per farci nuovamente stupire del mistero dell’esistenza che si rinnova, per farci ritrovare la nostra perduta identità, e riacquistare così il senso della vita, che da Lei ci viene e a lei ritorna sempre?

Nicoletta Gemignani

Note
* Racconti di pietra, testi di Alfonso Acocella e Nicoletta Gemignani, foto di Palmalisa Zantedeschi
1 Franz Baumer, La Grande Madre. Scenari da un mondo mitico (Der kult der Grossen Mutter, 1993), Genova, ECIG, 1995, p. 41.

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