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20 Dicembre 2007

Interviste

Si torna sempre da Bell*

Ogni visita alle opere dello scultore canadese di origine irlandese rivela nuovi dettagli

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Intervista a cura di Stefano De Franceschi

Robin Bell nasce a Seaforth, Ontario, nel 1949. Dopo le prime esperienze lavorative in patria, si trasferisce a Carrara per apprendere la scultura del marmo. Dopo un breve ritorno a Ottawa, torna in Italia e dal 1974 lavora in Versilia dove vive con la moglie e le figlie in una vecchia casa ristrutturata attorniato dagli ulivi sulle colline di Pietrasanta.

Stefano De Franceschi: Per un appassionato di sport come il vostro cronista, la curiosità suscitata dalla statua di un portiere di hockey è irresistibile. Salendo, infatti, verso la casa di Robin Bell sulle colline a ridosso di Pietrasanta, nel viale d’ingresso si intravede l’inquietante figura del giocatore.
Robin Bell: Si tratta del tributo a Ken Dryden, famosissimo portiere dei Montreal Canadians della National Hockey League – in Canada è lo sport nazionale -, che si è laureato in legge durante l’attività agonistica ed oggi è membro del parlamento. E’ famoso in Nord America come da voi lo è Dino Zoff. La statua, in bronzo, chiamata “The Goalie” si trova a Montreal, nel Quebec e la postura è quella che Dryden era solito tenere sempre in partita, a disco lontano, sia che la sua squadra vincesse, sia che perdesse; nel primo caso, questa posizione di attesa, di sfida, innervosiva molto gli avversari…”.

S.D.F.:
Durante gli studi universitari pensava che si sarebbe occupato di cinema. Come è avvenuta la “conversione” all’arte?
R.B.: Frequentavo il corso di laurea in lettere antiche all’Università di Toronto e fra gli studenti miei amici c’erano anche alcuni aspiranti attori che mi convinsero a fare il regista. Subito, però, mi rendo conto che non era questa la mia strada: troppi interventi di altre persone ed io non avevo il controllo totale del lavoro. Un giorno, ad una festa, incontro uno scultore giapponese di steatite, una pietra da cui si estrae il borotalco e che può essere usata come lubrificante solido, detta infatti “soap-stone” per la sua untuosità. Rimango colpito e il giorno successivo acquisto gli attrezzi che mi permettono di realizzare in poche ore la mia prima opera, mentre oggi mi sono necessari almeno due anni. Divento poi apprendista dello scultore Bruce Gardner, (da cui apprendo i primi rudimenti nella lavorazione del bronzo) che mi spedisce ad imparare il mestiere dal suo amico Bart Uchida a Carrara, dove mi fermo 6 mesi a lavorare il marmo. Ritornato a Ottawa per riguadagnare qualche soldo, ritrovo Bart a Pietrasanta nel 1974, e da allora non mi sono più mosso.

S.D.F.: Deve dunque molto ai maestri artigiani di Pietrasanta…
R.B.: I riflessi dei loro insegnamenti sul mio lavoro sono tanti. Un operaio in fonderia una volta mi disse: “Se è curato l’orlo interno dei pantaloni vuol dire che la scultura è fatta bene”. Voglio sempre rifinire le mie opere alla perfezione, in tutte le minime parti, anche quelle che non si vedono. Cerco sempre di mettere dei particolari che si notano solo alla seconda o terza visita della mia scultura, qualcosa da scoprire ogni volta. In laboratorio a Pietrasanta ho imparato anche una altra regola: un bozzetto può essere ingrandito quattro volte. Dalla quinta volta in su occorre un nuovo bozzetto più grande. E’ una questione di numeri, puoi fare matematica solo all’inizio, poi i numeri delle dimensioni, degli spazi e delle proporzioni ti sfuggono”.

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Robin Bell. Tributo a Ken Dryden

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Robin Bell. La balena franca

La Right Whale deve il suo nome alle antiche popolazioni che la cacciavano per sopravvivere: essa infatti vive vicino alle coste, resta a galla una volta uccisa e quando catturavi un piccolo il resto del branco entrava nella baia per cercarlo e soccorrerlo, facilitando il lavoro dei cacciatori.
L’opera, chiamata “Open Sea”, si trova nel più grande centro commerciale del mondo, il West Edmonton Mall.
“La committenza – dice Robin – voleva qualcosa attinente all’elemento acqua, tema ricorrente del centro: al suo interno ci sono fontane, acquari, riproduzioni storiche di navi, percorsi turistici sottomarini. In origine si pensava ad un coccodrillo ma poi la scelta è caduta sulla balena. I miei studi mi hanno portato alla “Right Whale”, una razza in via d’estinzione presente nel Pacifico e nell’Atlantico, oceani su cui si affaccia il Canada. All’interno della scultura si trova una panchina e sulla pancia- parete ho inciso dei “geroglifici” che rappresentano una tribù a caccia di balene. Lo scheletro del mammifero l’ho trovato a Pisa, nei magazzini del Dipartimento di Biologia Marina dell’Università; la stavano portando al Museo di Storia Naturale della Certosa, a Calci. Ho approfittato dell’occasione e mi sono messo a prendere le misure della testa, della mandibola e del teschio. Ho fatto un modello di creta, la forma in gesso e sopra il gesso ho rimesso la creta. Così ero sicuro della proporzione anatomica delle misure”.

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Robin Bell. Il nido dell’aquila

“Un industriale inglese, E.D. Healey, mi ha chiesto per la sua casa in Portogallo di creare una grande aquila in bronzo. Ho scelto quella reale perchè ha nobili comportamenti. Nelle ricerche preliminari al lavoro, ho verificato che mai ne era stata scolpita una che cammina con le ali spiegate nella fase di chiudere le ali.
Ha più di dodici tipi di piume diverse; così anch’io le ho scolpite tutte diverse l’una dall’altra”.
Ho anche scoperto, tra l’altro, che negli Stati Uniti esistono due ditte specializzate nella vendita di scheletri di animali. Il teschio è più importante di una foto perchè è come una road-map che indica l’angolazione degli occhi, la direzione del becco, la profondità e la misura esatta delle proporzioni”.

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Il giardino degli eroi
Felix Dennis, magnate dell’editoria (Maxim, Men’s Fitness, Custom PC), ha creato in Inghilterra, nel Warwickshire, un giardino privato con le statue degli eroi dell’ultimo secolo. Due le opere di Bell che vi si trovano: Winston Churchill e Robert Crumb
“Sono molto pignolo nella ricerca storica dei soggetti. Ho letto tremila pagine sulla vita di Churchill, comprato ogni video che lo riguarda. Tutti, compresa mia moglie, mi hanno dato del matto. Ma alla fine sapevo esattamente quello che dovevo fare”.
“Ho scoperto che lo statista inglese portava solo papillons a pois, mai cravatte. Sul pomello del bastone ho inciso la sua data di morte”. “Intanto mai cedere terreno, mai stancarsi, mai disperare”.
Ultimo discorso in Parlamento di Winston Churchill, nel 1955. Incisione sulla base dell’opera.
Il bassorilievo di Bell riguardante Robert Crumb, famoso autore statunitense di fumetti che ha lavorato per la rivista underground “Oz” di Felix Dennis. Denunciato nel 1971 per aver pubblicato fumetto osceno riguardante la Regina d’Inghilterra, la casa editrice viene prima condannata ma poi assolta in appello. Il caso divenne molto famoso e da quel giorno in poi fu il termine di paragone per la censura inglese su cosa poteva essere pubblicato o meno.

*Il post è una rieditazione dell’articolo pubblicato in VersiliaProduce n.58 dicembre 2007.

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