24 Maggio 2008
Progetti
Parco sportivo “Cave del Faraone”
Arch/lab arch. Giovanni Bellinvia _ arch. Massimo Castiello
Sezione longitudinale di progetto sulla cava
In seguito alla breve indagine compiuta su alcune realizzazioni e progetti aventi per comune denominatore il sito in cava lapidea, abbiamo ricevuto segnalazione e volentieri proponiamo materiali descrittivi di un ulteriore progetto pugliese, avviato ormai agli approfondimenti che conducono alla realizzazione.
Il sito di intevento nel comune di Massafra in provincia di Taranto, è costituito da un’ampia fascia digradante verso il mare Ionio ed è incorniciata a sud ovest dalla fossa Bradanica, caratterizzata da una successione di sedimenti carbonatici di età plio-pleistocenica e a nord est da una piattaforma mesozoica di calcari. Il territorio ha carattere collinare verso il centro abitato di Massafra (160 m slm) per poi addolcirsi in una serie di terrazzi paralleli verso la costa che si sviluppano a partire da quota 120 m fino a ridosso delle dune costiere.
E’ proprio a partire dagli affioramenti di calcarenite di gravina, più comunemente conosciuta come “tufo”, che la roccia si manifesta nella sua spettacolarità attraverso le lame, solchi erosivi che incidono i corpi rocciosi fino ad una profondità di 10 m.
Ma la zona presenta a diverse altezze stratigrafiche anche Calcare di Altamura, affioramenti di argille subappennine, depositi marini, alluvionali, palustri e costieri offrendo litotipi in continua mutazione per un’ eterogeneità di cromie dal bianco, al grigio-nocciola, al rossastro dei residui ferrosi di superficie, e per i continui passaggi da matrici di sabbie fini a stratificazioni massicce.
Immagine della cava allo stato attuale
Il progetto prevede la riqualificazione/rifunzionalizzazione della cava attualmente utilizzata come discarica autorizzata per lo smaltimento di rifiuti inerti e a base di amianto.
Il nuovo sito, caratterizzato dall’avere il piano di campagna ad una quota inferiore rispetto al traffico veicolare presente, sarà escluso al traffico dei mezzi non autorizzati e raggiungibile solo pedonalmente attraverso rampe o in modo diretto con scale e ascensori dal centro sportivo, unico volume a raggiungere una quota superiore. I visitatori e i fruitori, già dalla zona di accesso avranno immediatamente la percezione di entrare in un complesso separato funzionalmente e non solo visivamente dal contesto circostante, ma che ne richiama fortemente le origini.
Il centro di Massafra infatti è sorto come evoluzione delle preesistenti grotte ipogee; il paesaggio caratterizzato da anfratti e gravine costituisce già di per sè un percorso culturale, una sorta di viaggio indietro nel tempo. Il parco, di circa 10 ettari, costituirà un vero e proprio progetto didattico alla riscoperta di essenze arboree ed arbustive tipiche della Macchia Mediterranea. Un unico grande percorso infatti attraverserà tutto il parco e sarà ritmato dalle attività presenti, come il centro sportivo, la piscina, la palestra e la grande piazza polifunzionale cuore del progetto, ma anche da un bar e un ristorante che consentiranno all’area di essere frequentate in tutti i periodi dell’anno.
Gli edifici saranno costruiti non in aderenza ai margini di cava, il cui fronte sarà quanto più possibile lasciato integro, e in altezza sempre contenuta in modo da poter valorizzare quanto più possibile la skyline del paesaggio.
La pietra sarà uno dei materiali che caratterizzano non solo il sito come storia ma anche le nuove costruzioni sia sotto forma di pavimentazioni degli ampi spazi comuni quali la piazza e il sagrato, sia come rivestimento nelle facciate ventilate delle palestre e del centro benessere; per queste applicazioni non potrà essere impiegata la pietra del luogo, ormai da tempo utilizzato come discarica.
In prospettiva appunto della chiusura definitiva della discarica e della sua riqualificazione è stato redatto un Piano di gestione che riguarderà soprattutto le attività di manutenzione delle opere e dei presidi già esistenti, in modo da garantire che anche in fase post-operativa la discarica mantenga i requisiti di sicurezza ambientale raggiunti fino ad oggi. Infatti il piano di gestione post-operativa verrà realizzato attraverso le seguenti fasi:
Manutenzione per conservare in buona efficienza tutta la zona;
Recinzione della stessa con cancelli di accesso;
Canalizzazione delle acque meteoriche e smaltimento delle stesse;
Creazione di una viabilità interna ed esterna;
Sistema di drenaggio dell’eventuale percolato;
Sistema di impermeabilizzazione sommitale;
Copertura vegetale, innaffiature periodiche, sfalci periodici e sostituzione delle essenze morte;
Controllo delle acque sotterranee attraverso pozzi già esistenti.
(…)
Successivamente il piano di ripristino ambientale dovrà individuare gli interventi che il gestore deve effettuare per il recupero e la sistemazione dell’area della discarica a chiusura della stessa.
Sezione longitudinale di progetto sulla cava
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di Debora Giacomelli
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