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12 Dicembre 2008

Eventi

MARMOMACC INCONTRA IL DESIGN | edizione 2008

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Consorzio Marmisti Chiampo, Lavabi e vasca, design R. Galiotto

Passeggiando tra gli stand della Fiera MarmoMacc, l’attenzione è rapita dai colori e dalle forme della materia antica. La pietra, il marmo, che da sempre rappresentano l’arte e la scultura, oggi si riscoprono con una nuova plasticità. La tecnologia avanzata di cui sfruttano i processi, così come l’artigianalità sapiente e di tradizione, creano un connubio dal quale fuoriescono manufatti di grande pregio. Al contrario di chi sostiene che la pietra non possa essere associata al design, o meglio, a quel filone dell’industrial design che lavora sulla catena di montaggio e sul prodotto in serie, penso alla pietra come ai primi oggetti di design, fuoriusciti da un lento processo di progetto-confronto tra l’architetto e il produttore.
Con la pietra, la lentezza del processo è solo apparente, poichè anche in questa realtà produttiva tutto corre seguendo e scandendo i tempi dettati dal mercato, ma non perdendo mai di vista il contatto tra le mani e la materia forgiata da strumenti di lavoro innovativi. E grazie a questi macchinari che lavorano guidati da computers, troviamo dei manufatti sempre più audaci, fatti di superfici traforate, di elementi scavati, di forme astratte che prendono vita nel più concreto dei materiali. I progettisti che si sono affacciati su questo panorama lapideo sono riusciti a ricavarne prodotti leggeri e lievi, o massicci e manifesti.
Nonostante l’ambito di competizione tra le diverse aziende quest’anno fosse dedicato a “Pelle, Skin, Texture”, non sono mancati progetti che guardassero alla tridimensionalità del product design.
La mostra organizzata dal Consorzio Marmisti del Chiampo in collaborazione con il designer Raffaello Galiotto, ha costituito uno spartiacque avendo al suo interno prodotti tridimensionali ma anche rivestimenti parietali. La mostra ha dato mostra delle abilità tecniche delle aziende e al contempo alla reinterpretazione e riattualizzazione del fare palladiano del secondo. All’interno del percorso espositivo si sono visti prodotti legati all’arredo bagno, ma anche panchine e sedute per l’arredo urbano. Le forme ispirate al classico, si adattano agli ambienti moderni e contemporanei grazie alla varietà dei colori e delle trame naturali delle pietre usate.
Altre aziende hanno presentato nuove linee d’arredo, come Piba Marmi e Vaselli Marmi. La prima ha proposto la nuova linea “Stone Like Water” disegnata da Hikaru Mori, designer giapponese che aveva già collaborato in passato con l’azienda. Questa nuova linea rispecchia un approccio essenziale tra la materia e la liquidità, frutto della cultura zen e di una ricerca ispirata alla purezza.
La seconda, Vaselli Marmi, propone una nuova collezione comprendente un lavabo ed una vasca in marmo bianco statuario di Carrara dalle forme dolci e sinuose, materne, da appoggiare su un piano, nel caso del lavabo, o direttamente a terra, nel caso della vasca. La forma cilindrica di partenza si va a chiudere con una semisfera, tale da dare l’impressione che il lavabo possa rotolare, ondeggiare ruotando, tanto sembra leggero.
Marsotto presenta in anteprima un elemento realizzato in collaborazione con il designer James Irvine: un porta-frutta fuori scala, che diventa un elemento costituito da mensole sovrapposte, si pone a metà strada tra design e scultura.
Altre interessanti proposte, legate all’arredo urbano e da giardino, sono arrivate da Franchi Umberto Marmi. Frutto della collaborazione con i designers Silvia Nerbi e Paolo Armenise, i grandi vasi da giardino Tjiandi e Ira sono realizzati con marmi di diverse tonalità, dal Bianco Carrara al grigio della Pietra di Carrara, al Rosso Collemandina. Le forme sono varie e richiamano gli otri greci, dalle forme panciute e un po’ goffe, oppure lunghi e slanciati come colonne ioniche, rastremati e poi riaperti sulla sommità. All’interno dello stand vi era un elemento cucina realizzato con un piano in marmo bianco di Carrara contenente i vari scompartimenti necessari alla cucina stessa. Altri elementi, come, ad esempio, un tavolo basso, anche questo in marmo Carrara, un altro tavolo costruito con tre lastre unite agli angoli con un taglio a 45° realizzato in Pietra Carrara, altri piccoli vasi ispirati ai giardini zen, e totem realizzati con un rivestimento sottile come esposizione dei marmi estratti dall’azienda, completavano il grande stand.
Come per franchi umberto marmi, altre aziende si sono concentrate sui rivestimenti sottili applicati principalmente alle cucine. Ad esempio Italiana Cucine srl ha presentato tre prototipi di cucine: la prima M1 presentata in marmo Emperador Light, ispirata ad una forma a C, in cui le due parti corte comprendono i lavabi e i fornelli. La seconda, M2, ispirata ad una forma a U, le cui pareti laterali rialzate comprendono l’intero spazio di lavoro e presentata in Crema Imperiale. La terza, M3, presentata in marmo Moon Rock, è una cucina a blocco, completamente chiusa, al cui interno cela tutti i vari scompartimenti e gli stessi strumenti di lavoro come fornelli e lavabi. I piani a scomparsa, i tagli a 45° che nascondono gli scompartimenti interni realizzati poi in acciaio e legno, rendono questa struttura un monolite progettato fin nel minimo dettaglio.
Rimanendo all’interno dell’ambiente living, proposte relative all’arredo e al design di prodotto sono arrivate anche da Testi Fratelli, che ha mostrato nello stand i vari prodotti realizzati per aziende specializzate nell’arredamento come Porro, o nell’illuminazione come Flos.
Talvolta risalire a coloro che realizzano materialmente determinati prodotti risulta difficile per vari motivi, ma aver visto la mano di Achille Castiglioni (per la lampada Arco, disegnata nel 1962) e di Piero Lissoni (con il tavolo Yule, disegnato nel 2007) confrontarsi all’interno di un unico stand non è cosa da poco.

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Stand Testi Fratelli, Tavolo Yule, design P. Lissoni

L’attenzione al dettaglio, all’incastro perfetto, alla coincidenza dei lembi a 45° non si ritrova solo nei progetti tridimensionali, ma sono peculiarità poste alla base anche dei progetti che affrontano le due superfici. La provocazione di Stefano Giovannoni nel realizzare il pavimento ondulato dello stand di Grassi Pietre, fa cogliere tutta l’abilità di questa azienda del plasmare le superfici, e nel renderle simili a materiali molto meno duri. In maniera diversa, ma altrettanto provocatoria Riccardo Blumer prova ad uscire dal bianco guscio che lo circonda, nello stand di Scalvini Marmi, ma senza riuscirci. Il risultato è una sagoma che spinge con forza la superficie lapidea sulla quale lascia l’impronta della propria spinta, senza forarla.

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Stand Scalvini Marmi, Kosmoderma, design R. Blumer

Un po’ meno provocatorio, ma rispecchiante un’elevata abilità tecnica e manuale, è stata l’istallazione di Massimo Iosa Ghini all’interno dello stand Budri. La parete, ispirata alle forme fluide da cui prende il nome “Wave” è realizzata con lamelle in marmo Bianco Carrara separate tra loro da un’intercapedine pari allo spessore della lastra tale da consentire il passaggio della luce emessa da una fonte luminosa cangiante posta dietro all’elemento lapideo. Le lamelle tagliate con una sezione variabile, provocavano, in alcuni punti, uno sfasamento e una plasticità molto forte. La plasticità era aumentata dalla proiezione del movimento della parete sul pavimento, realizzato con la tecnica dell’intarsio, che seguiva e accentuava il movimento delle onde, come la sabbia, mantenendo impressa la forma dei flutti. Il pavimento, concepito anch’esso da Massimo Iosa Ghini, era realizzato in marmo Bianco Carrara e in marmo Bardiglio Perla.

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Stand Budri, Wave, design M. Iosa Ghini

Assotigliandosi sempre più gli spessori, e lavorando sulla superficie, in senso lato, poichè parliamo sempre di spessori, le proposte più innovative sono state presentate da Lasa Marmi, con un progetto in collaborazione con Marco Piva, su rivestimenti parietali a spessori variabili in marmo Bianco Carrara, che partendo da un modulo quadrato e di forte spessore, lo alterna ad uno con minor spessore, creando una sorta di scacchiera in cui a variare non è soltanto lo spessore, ma anche le dimensioni del quadrato di partenza. Altra proposta innovativa è stata quella di CITCO, in collaborazione con Ferruccio Laviani, che ha realizzato una parete costruita con elementi curvi. La particolare forma dei singoli elementi lascia filtrare un sottilissimo raggio di luce che consente di fendere la penombra negli spazi circostanti. L’azienda propone anche un trattamento superficiale ispirato alla pelle di coccodrillo, un altro che prevede l’inserimento di fasce metalliche che riflettono la luce creando effetti particolari, ed infine una lavorazione rappresentante degli elementi floreali tono su tono.

di Veronica Cupioli

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