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Villaggio turistico Magna Grecia a Metaponto Lido, Matera.
Spazi ricreativi di Massimo Acito


Un accesso all’area degli spazi ricreativi (foto: Alberto Muciaccia)

Massimo Acito si cala nel progetto per spazi ricreativi presso il villaggio turistico Magna Grecia con una forte idea di paesaggio. Gli spazi ricreativi sono il pretesto architettonico per una composizione solare, mediterranea, connettiva nei confronti delle numerose funzionalità e delle corrispondenti necessità volumetriche. Quello di progettare un paesaggio è atto volontario, poichè in quest’occasione reca in sè i segni della capacità di lettura della personalità dei luoghi, figlia del clima e della luminosità del metapontino, e di ricomporla nelle forme dell’architettura secondo regole chiare.
In modo ordinato ai volumi è impartito il ritmo di base, fusto e coronamento con segni netti e proporzionati, ad inquadrare lo spazio secondo piani ortogonali. Il primo, solido e parallelo all’orizzonte, eleva l’area d’intervento quanto basta per segnare una gerarchia tra sè e l’intorno, anche imponendo la sensazione ascensionale a chi accede. Le gradazioni del grigio virano nella direzione delle tonalità dorate caratterizzanti i setti verticali, sostenenti il coronamento. Bianco, quest’ultimo completa la perdita di peso della materia, tracciando con una bordura piana in sommità il confine fra volumi e cielo. Seconda linea guida, assonante con la chiarezza d’intenti della prima, è la preferenza accordata alla pietra locale. La pietra di Soleto è essenza litica calcarea dura, al contrario di quella tenera ampiamente in opera a Lecce. Si presta pertanto alla lavorazione meccanica, aprendo a nuove tradizionalità tecniche in aggiunta ai rivestimenti murari irregolari ed ai muri a secco. Qui è protagonista di un’applicazione estesa e regolarizzata, capace d’abbinamenti morbidi sia con legni venati sia con lastre litiche ai vari toni di grigio, in virtù della pelle morbida al tatto e dell’indoratura di superficie.


Architettura e natura in equilibrio nel paesaggio (foto: Alberto Muciaccia)

I prestigiosi risultati recentemente conseguiti alla Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana assegnata nelle occasioni della Triennale di Milano ed al Premio Europeo di Architettura Luigi Cosenza – il progetto è rispettivamente finalista al Premio Speciale Opera Prima e progetto selezionato alla fase finale – riconoscono la ricchezza e l’equilibrio dei contenuti. Vengono, questi, impreziositi da ricercate assonanze con precedenti alti: salgono ad esempio alla mente gli scorci del Padiglione di Barcellona di Mies per la vasca d’acqua bassa con fondale in ciottoli, alcune suggestioni di Luis Barragan per i contenuti salti di quota tra bacini attigui, Koolhaas per l’ibridazione delle proposte strutturali mediante inserimenti di profili tubolari metallici entro la regola segnata dalla funzione portante dei setti, il Siza del rettorato dell’Università di Alicante per il respiro generale dell’intervento e per la sensazione cromatica definita. Di grande eleganza, gli esiti di tali richiami non si riconoscono mai come emulativi, ma reinterpretativi e condotti a nuovo equilibrio anche grazie alle ricuciture ed agli allineamenti osservati dagli elementi verdi. Questi, principalmente in alto fusto, oltre a slanciare verticalmente i segni costruiti e ad ingaggiare con l’architettura una sorta di piacevole confronto fuori scala, costituiscono in alcuni tratti in prospettiva futura interessanti presenze di chiome verdi appena al di sopra delle coperture piane dei corpi di fabbrica. Infine alla relazione di progetto rimandiamo per la migliore descrizione dei luoghi e per i principali dati quantitativi.


Una veduta dei percorsi interni (foto: Massimo Acito)
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“L’intervento si inserisce in un più vasto programma di ampliamento e trasformazione di un campeggio esistente in un villaggio turistico per circa trecentocinquanta posti letto.
Il progetto riguarda l’allestimento dei soli spazi destinati alle attività ricreative e alla caffetteria. L’area interessata, di forma triangolare, si estende per circa 4.800 mq e contiene la piscina all’aperto, la discoteca/teatro, le aree di sosta e di verde.
Tutte queste nuove strutture sono allocate su un grande basamento rialzato di 60 cm rispetto al piano di campagna.
L’intero sistema compositivo ruota attorno ad un elemento verticale: la torre, realizzata in profili di acciaio e rivestita in pannelli di corten, alta 12 metri, che ospita la postazione per il deejay e l’impianto di illuminazione per gli spettacoli notturni.
I servizi della discoteca e della piscina sono posti sotto due lunghe coperture che fungono da ombrello e da elementi unificanti. La prima, lunga 54 metri, poggia su setti rivestiti in lastre di pietra arenaria e copre gli spazi per i giochi e il bar, terminando in aggetto su di una vasca d’acqua, sorretta da tre pilastri in acciaio. La seconda ospita i locali tecnici della piscina, il magazzino, le docce ed i servizi igienici.
Gli spogliatoi del teatro all’aperto sono stati ricavati sotto il solarium della piscina e la superficie esterna del muro di contenimento fa da quinta alla discoteca/teatro.
Per la pavimentazione ed il rivestimento delle superfici verticali è stata utilizzata la pietra di Soleto (Le).
La monocromaticità della pietra viene interrotta dall’inserimento di altri materiali quali cemento, cotto e legno con cui sono rivestiti il palco, le sedute dei gradoni ed il solarium della piscina.
Lungo il bordo gradinato del basamento, delimitato dal viale di accesso al villaggio, lecci e pini, piantati in un sistema di aiuole dalla geometria regolare, svolgono una funzione di filtro tra detti spazi e la strada.”

di Alberto Ferraresi

Visita il sito di Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana
Visita il sito del Premio Cosenza

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