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16 Luglio 2009

Opere di Architettura

Uffici del Presidente, Berlino (1995-1998)
di Gruber+Kleine – Kraneburg*

English version

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Il volume dell’opera nel contesto urbano

Immersi nel Tiergarten, il cuore verde di Berlino, troviamo gli Uffici del Presidente, Bundespräsidialamt, in ampliamento della sede storica dello Schloss Bellevue, visibili solamente esternamente dai sentieri ciclabili che attraversano il parco urbano.
L’edificio che li ospita è molto compatto e contraddistinto dal rigore e dalla sobrietà di una forma pura, con una presenza nel parco secolare molto discreta nonostante il suo ruolo istituzionale di rappresentanza. La scelta dell’ellissi nello sviluppo planimetrico risolve, attraverso un segno unitario ed inusuale per la ricerca contemporanea, diverse problematiche progettuali restituendo una forte personalità all’opera.

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Planimetria di un piano tipo e prospetto lungo l’asse maggiore

L’architettura è a corte chiusa con distribuzione interna molto semplice e lineare. Il volume sfrutta una sezione costante con un’organizzazione a corpo doppio: gli uffici aperti sull’esterno verso il parco e una galleria, sempre ellittica, affacciata sulla corte interna. Al centro della composizione un corpo rettilineo, indipendente, contiene spazi di servizio ed ambienti speciali. Il collegamento alle gallerie di distribuzione degli uffici è risolto attraverso passaggi sospesi, immersi nella luce che proviene dall’alto. La corte è chiusa, in copertura, da un lucernaio cassettonato che illumina dolcemente lo spazio interno definito da pareti trattate, sobriamente, con intonacato bianco. L’edificio, organizzato su sette livelli tre dei quali interrati, adotta una struttura in cemento armato.
Il rigore formale degli elementi architettonici, il ritmo costante delle aperture e degli elementi strutturali, entro cui si legge la precisione dei dettagli, esprimono un controllo dell’opera e una sostanziale coerenza progettuale.

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Prospettiva del volume curvo dell’edificio

Il rivestimento litico esterno caratterizza la superficie sobria e preziosa, allo stesso tempo, dell’opera. Le lastre di granito sudafricano Nero impala (spesse 4 cm) sono state scelte perché capaci di “neutralizzare” l’architettura nel contesto naturale; un risultato simile è perseguito nell’asilo di Krischanitz all’interno di un parco a Vienna, dove il piccolo edificio ha lo stesso colore e rugosità della corteccia degli alberi. Mentre qui la pelle è lucida con l’effetto di rendere “preziosa” un’architettura silenziosa. Nell’ellisse volumetrizzato di Berlino la pietra è lucidata per entrare in sintonia con le superfici vetrate poste in corrispondenza delle regolarissime aperture. Il risultato sorprendente è l’astrazione prodotta dalla superficie litica curva rilucente che avvolge il volume ellittico riflettendo gli alberi del Tiergarten.
Le lastre rettangolari seguono perfettamente la curvatura e sono montate a corsi orizzontali con giunti sfalsati poco evidenti. Gli infissi esterni in metallo color grigio antracite, tripartiti, assecondano anch’essi il perimetro dell’edificio con un artifizio nel giunto dei montanti che permette ai piani vetrati di seguire la curvatura delle superfici lapidee. Ciascun infisso ha un’apertura a compasso e uno “sfioro” perimetrale, mentre l’imbotte delle aperture termina con il serramento interno in legno di quercia mordenzato scuro.

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Visione di scorcio e dettaglio del rivestimento e del doppio infisso

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La pietra scura lucidata, il vetro a filo, il ritmo costante delle aperture valorizzano la purezza formale e mescolano trasparenze, opacità e riflessi. Possiamo definire quest’opera classica, senza tempo, in quanto elegge a carattere architettonico la semplicità raffinata o, se si vuole, l’eleganza della geometria pura.

di Gabriele Lelli

Note
*Il saggio è tratto dal volume di Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 624.

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