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14 Maggio 2010

Pietre d`Italia

L’azienda per la ricerca

La conoscenza dei materiali e dei processi produttivi è fondamento per una corretta composizione considerando che “le forme si sono sviluppate a partire dalla possibilità di applicazione e dal processo costruttivo propri di ogni singolo materiale, si sono sviluppate con il materiale e attraverso il materiale”. Quando Adolf Loos formulò questo pensiero la forte spinta derivata dalla prima fase di industrializzazione dei processi edilizi invitava i progettisti ad una sperimentazione continua in giochi sapienti di invenzione e ridefinizione delle regole d’arte; allora si sperimentava sul linguaggio con particolari vincoli di una industrializzazione seriale che proprio perchè legata alle logiche dei grandi numeri contribuì all’evoluzione del comparto lapideo durante il secolo scorso senza stravolgerlo radicalmente bensì ponendo le basi necessarie all’innovazione successiva, concretizzatasi nel secolo attuale, conseguentemente all’informatizzazione dei processi di lavorazione. Oggi la pietra, alla pari degli altri materiali, può essere plasmata a piacimento; i vincoli di realizzazione derivano dall’essenza della materia e non più dalle possibilità di trasformazione e di applicazione che per secoli hanno condotto le esperienze costruttive “con il materiale ed attraverso il materiale”.

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Cave di pietra serena a Firenzuola di IL CASONE (foto: A. Acocella)

I paradigmi del progetto sono mutati verso nuovi linguaggi la cui correttezza deriva dalla sapiente capacità dei progettisti di coniugare la semantica tradizionale con quella attuale le cui regole stilistiche sono sempre di più condizionate dalle nuove tendenze internazionali. Con riferimento al contesto più ampio della produzione architettonica in generale si rileva come l’informatizzazione abbia comportato la revisione dei paradigmi stilistici in una logica di un linguaggio universale. Nel comparto lapideo ciò ha portato all’internazionalizzazione anche di quei litotipi tradizionalmente più vincolati al territorio come ad esempio le arenarie usate non più solo perchè facilmente reperibili in prossimità dei cantieri bensì per le loro peculiari caratteristiche particolarmente rispondenti ai codici architettonici attuali. Le arenarie si contraddistinguono per una naturale omogeneità che narra, a seconda dei componenti e delle tessiture, la storia dei diversi sedimenti; un fascino naturale che si riesce ad apprezzare conoscendo la genesi che forma pietre compatte originate da depositi di sabbie in ambienti diversi, caratterizzate da cromie naturali segnate dalla presenza di inclusioni di vario genere e da linee deposizionali più o meno marcate.
In questo contesto si colloca il lavoro di ricerca promosso dalla azienda Il Casone sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Udine indirizzato alla messa a punto di una guida che presenti le arenarie, pietre naturali, e fornisca in chiave contemporanea le indicazioni tecniche per la realizzazione di progetti ideati dando forma ad una materia divenuta particolarmente plasmabile in seguito ai nuovi sistemi di produzione. Con l’intento di far conoscere le arenarie nel processo attuale con riferimento al comparto nazionale rivolto ad una produzione internazionale l’obiettivo è di fornire uno strumento operativo per i progettisti, una sorta di “guida all’uso delle arenarie” nell’accezione attuale attribuita alla manualistica che, confrontandosi con la flessibilità delle produzioni, supera la logica delle “soluzioni conformi” proponendo la riorganizzazione delle informazioni funzionali alla messa a punto di elaborati esecutivi realizzati con prodotti ad hoc per specifici interventi.
La ricerca sviluppata da Christina Conti, ricercatore di Tecnologia dell’architettura, con l’attento contributo dell’azienda Il Casone e la collaborazione degli architetti Giovanna Astolfo, Pietro Bernardis e Francesco Steccanella, dottorandi in Ingegneria Civile Ambientale Architettura dell’Università degli Studi di Udine, fa parte di un più grande e comune obiettivo di studio dell’ “universo litico” promosso dal Prof. Alfonso Acocella dell’Università degli Studi di Ferrara, costante riferimento scientifico.

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Cave di pietra serena a Firenzuola di IL CASONE (foto: A. Acocella)

Dalla ricerca sviluppata nell’ambito della convenzione di ricerca “Manuale multimediale per la progettazione di sistemi in pietra arenaria” dell’azienda Il Casone con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Udine (Christina Conti, ricercatore in Tecnologia dell’architettura dell’Università degli Studi di Udine, responsabile scientifico)

di Christina Conti

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