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16 Febbraio 2012

Osservatorio Litico

al bordE, Atelier d’inverno,
Machachi, Ecuador 2007


Particolare del muro

Un atelier d’artista, incastonato a 3.500 m di quota nel paesaggio dominante e incontrastato della montagna ecuadoreña: un luogo prima di tutto “interiore” da cui osservare “in punta di piedi” l’infinita potenza della natura, essenziale fonte di ispirazione pittorica per il committente.

L’evocatività di questo piccolo, frugale intervento non consiste solo ovviamente nella spettacolare collocazione scenografica da cui attinge gran parte del suo appeal ma soprattutto nella visione progettuale che trova nella schietta semplicità un valido strumento di caratterizzazione espressiva e funzionale.
L’atelier è concepito come un “rifugio” scavato nella terra e, infatti, proprio nei materiali naturali trova la sua genesi compositiva: involucri murari portanti in pietra e terra cruda compattata avvolgono un ambiente intimo e umbratile, emergendo senza cesure né conflitto dalla ruvida orografia montuosa che circonda l’edificio; finiture in legno autoctono di pino ed eucalipto esaltano il “calore” dell’ambiente interno; un solo squarcio visivo, interamente vetrato, dischiude un’ intensa prospettiva verso la vallata.
Sul basamento massivo che ospita l’atelier, come su un piedistallo saldamente ancorato al terreno, si imposta il volume aereo e smaterializzato del giardino d’inverno: un “belvedere” che sembra quasi fluttuare, nella sua leggerezza, tra le nuvole e i venti della brughiera.


Prospetto frontale

La costruzione, a bassissimo costo e frutto di un processo di auto-costruzione da parte degli stessi progettisti, è il brillante risultato di un approccio tecnicamente apprezzabile dal punto di vista dell’efficienza energetica e del minimo impatto ambientale. Secondo il principio di attivazione termica delle masse, la vetrata e il volume della serra in sommità fungono da superfici di captazione dell’energia solare che viene lentamente immagazzinata nel corso della giornata dalle pareti (in pietra e terra), dal pavimento e dal solaio (in cls), dotati di elevata inerzia termica, e gradualmente rilasciata nelle ore serali in modo da garantire il benessere termico senza emissioni di gas climalteranti. L’utilizzo della terra cruda nelle murature favorisce poi buone condizioni di isolamento termo-acustico e di igroscopicità.

Un gesto progettuale minimo e delicato, sia per il rispetto con cui l’intervento artificiale si rapporta con l’ambiente naturale sia per la concezione di “architettura” che adombra, e cioè di un luogo che non ha bisogno di “clamore” per svolgere il suo compito primario e archetipico: accogliere, proteggere e appagare le più sincere emozioni di chi lo abita.

Chiara Testoni


Vista di scorcio

[photogallery]alborde_album[/photogallery]

Scheda tecnica
Progetto architettonico: al bordE/ Pascual Gangotena
Localizzazione: Machachi, Ecuador
Committente: Iñigo Salvador
Consulente: Bolívar Romero
Costruzione: al bordE, Pascual Gangotena & Miguel Ramos
Superficie edificata: 61.95 mq
Data di progettazione: 2006
Data di esecuzione: 2007
Fotografie: Pascual Gangotena & Iñigo Salvador

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