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12 Settembre 2007

Elementi di Pietra

La ricerca di Marmart a tutto tondo

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Parete “Oriente”, insieme e particolare

Marmart, l’azienda pugliese che da due generazioni nel settore della lavorazione dei lapidei, avviata da Francesco Ricciardi e ora portata avanti assieme ai figli Filomena, Tommaso e Grazia, negli ultimi anni ha deciso di sfruttare il proprio bagaglio conoscitivo e le proprie risorse per rileggere la pietra in tutti i suoi aspetti.
Il rinnovamento del settore è globale e interessa tutte le sue fasi, a cominciare, naturalmente, dal materiale in se stesso.
Oltre ad approfondire la conoscenza e l’uso delle pietre locali infatti, in particolare quelle provenienti dalle cave di Apricena e di Trani, il costante sforzo è nella ricerca di nuovi materiali e riscoperta di quelli in disuso, cercando di superare le mode che di volta in volta prediligono una pietra piuttosto che un’altra.
Segue, uno studio delle caratteristiche tecniche, delle lavorazioni alle quali può essere sottoposto, delle espressioni artistiche più congeniali ai vari tipi di pietre e marmi.
La pietra, il marmo, l’onice vengono guardati, insieme, dall’occhio del marmista, di chi vive di pietra, e dall’occhio di chi proviene da altri ambiti culturali e sociali pur se vicini alla pietra, come l’architetto, il designer o l’artista.
Da una parte lo sguardo esterno che può vedere nel materiale nuove possibilità espressive, dall’altra l’esperienza dell’artigiano che evita approcci irrispettosi e collabora con il progettista nel tentativo di esaltare, attraverso il manufatto, la pietra.
L’innovazione di Marmart, prima ancora che nei prodotti, sta proprio in questo, nel capovolgimento del tradizionale rapporto tra azienda e mondo della progettazione. Non più l’architetto che si serve dell’artigiano per la realizzazione dell’opera, neanche l’azienda che cerca l’aura della firma prestigiosa per dare valore promozionale a una collezione, ma un reale tentativo di rinnovamento della maniera di utilizzare la pietra. Per questo l’azienda … mette a disposizione di tutti i progettisti che vogliano tentare strade alternative, la sua esperienza e i suoi macchinari, tra i più avanzati del settore. Sempre nel tentativo di far procedere all’unisono progettazione ed esperienza del materiale, l’azienda ha deciso di avvalersi di risorse progettuali proprie. È così cominciata la collaborazione con l’architetto Terlizzi che, all’interno dell’azienda, si occupa di sviluppare collezioni e nuove soluzioni progettuali selezionando i materiali e seguendo le fasi di sviluppo prototipi assieme all’azienda.

I diversi campi della ricerca
La sperimentazione sta riguardando i seguenti ambiti:

SUPERFICIE

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Biancone di Trani. Rivestimento “Ombre”

La superficie viene incisa, colorata, scavata, traforata, riplasmata, così da creare motivi decorativi, effetti chiaroscurali, ‘increspature’. Diverse operazioni di finitura concorrono a creare l’effetto desiderato

ASSOCIAZIONE

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Marmo Carrara. Rivestimento “Liberty”

Si studia la possibilità di associare la pietra con materiali diversi, in particolare resine, plexiglass, vetro, acciaio, pelle. Non si tratta di semplice accostamento dei due materiali ma di farli collaborare a creare un corpo unico.

MODELLAZIONE

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Rosa Egitto. Rivestimento “Sipario”

Compatibilmente alle caratteristiche del materiale, dare alla pietra un nuovo repertorio formale, in particolare separarla dall’idea di staticità connaturata nell’immaginario collettivo.

PIETRA E LUCE

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Studi di luce sul marmo rosa Portogallo-varietà extremos

Non solo pietra come contenitore di luce ma anche come veicolo della stessa. Non solo l’onice ma anche molte pietre e marmi hanno la capacità di trasferire la luce. Inoltre il materiale stesso si trasfigura e cambia anche in funzione della qualità della sorgente luminosa.
Altro aspetto è la possibilità di cambiare l’aspetto della superficie lapidea cambiando il tipo di illuminazione. Determinati disegni sulla superficie, realizzati lavorando sul chiaroscuro, assumono la caratteristica di accentuarsi o quasi sparire in funzione della posizione della luce. Sviluppando questo aspetto si creano rivestimenti esterni o interni che mutano nelle diverse ore del giorno.

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Pietra Brown. Rivestimento “Terra”

[photogallery]marmart_album[/photogallery]

Il tentativo perseguito, più in generale, è quello di far riscoprire il valore tattile della pietra. Determinate lavorazioni di finitura o di modellazione e decorazione hanno il vantaggio di porre l’accento sull’espressione materica vera e propria oltre che semplicemente su quella visiva. Una delle soddisfazioni maggiori per Marmart nel riscontro con il pubblico è quella di aver stimolato l’utente al contatto diretto con la pietra per apprezzarla anche nelle caratteristiche tattili. Durante l’esposizione di alcuni prodotti a Tokyo lo scorso giugno, per esempio, all’interno della manifestazione “Primavera italiana”, i visitatori dello stand chiedevano con ricorrenza di poter toccare i marmi esposti, stupendosi delle sensazioni che ne scaturivano.
Il concetto che si cerca di trasmettere è che la pietra sia un materiale che stimola i sensi.
Altro aspetto fondamentale del processo intrapreso dall’azienda pugliese volto alla riscoperta della pietra, è la poliedricità. Non più un utilizzo limitato alle stanze da bagno, ai camini e all’edilizia. La pietra è duttile e può essere utilizzata in qualsiasi ambito, per questo Marmart sta sviluppando una linea di complementi che mira proprio ad aprire orizzonti nuovi.
Il passo successivo sarà quello del salto di scala. La sperimentazione ora avviene alla scala del rivestimento interno, ma l’obiettivo è quello di raggiungere la scala architettonica e urbana. È un’idea ambiziosa ma niente di meno che un richiamo all’utilizzo storico dell’elemento lapideo, quando non vi era timore nell’utilizzo della pietra su larga scala.
Ciò che emerge dalla strada percorsa è il costante lo sforzo alla comprensione del materiale ed a svilupparne tutte le caratteristiche, massività e leggerezza, opacità e trasparenza, policromia e monocromia, varietà e omogeneità, nella convinzione che, quasi sempre, la pietra, nonostante molto la si utilizzi, poco la si conosca, poco la si capisca, molto meno la si immagini.

Annamaria Terlizzi

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