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21 Settembre 2008

Letture

Il manuale del porfido

manuale_porfido_1.jpg
La copertina de Il manuale del porfido

Paolo Tomio, Fiorino Filippi
Il manuale del porfido
E.S.PO.
252 pagg., ill.
(Il Manuale è acquistabile solo ordinandolo all’E.S.PO)

La materia prima e l’ e.s.Po.
Al capitolo iniziale della prima parte del manuale, dopo breve introduzione sulla classificazione delle rocce in base alla propria genesi, gli autori giustamente dedicano il vero incipit alla descrizione del protagonista dell’intera opera a stampa: il porfido. Esso è presentato al pubblico vasto e non necessariamente costituito da operatori di settore, con linguaggio del tutto accessibile: sia tramite argomentazioni esposte nei modi testuali, sia secondo schede riportanti gli estremi analitici delle caratteristiche mineralogiche, sia infine mediante l’ampia panoramica dedicata al mondo della produzione per l’edilizia e l’architettura, supportata da disegno tecnico e documentazione fotografica di realizzazioni.
La pietra di natura magmatica e colore variamente rossastro, da cui il nome di derivazione latina richiamante la porpora, e di cui sono note in antico riserve in Egitto e Finlandia, in Italia trova sua piattaforma tipica in Trentino. Qui ben visibili risultano le aree d’estrazione a cielo aperto, dal fronte cava con altezze di alcune decine di metri, in cui è ormai stabile la pratica dell’estrazione mediante uso sistematizzato e controllato di cariche esplosive. Frutto della solidificazione di originarie miscele eruttive liquido-gassose, molto viscose e conseguentemente espanse su ampie superfici senza particolare soluzione di continuità, il porfido si offre a noi oggi, in natura, con aspetto lastriforme pressochè verticale a strati paralleli.
L’anno 1972 vede riunirsi in Consorzio un folto gruppo di operatori italiani del settore, sviluppatosi a livelli industriali particolarmente nella zona avente come primo epicentro Albiano. Sulla scia dell’applicazione orientatasi in primis alla realizzazione di murature e coperture con tecniche locali, poi di rivestimenti, specialmente pavimentali, nasce così l’ “Ufficio del Porfido”, poi “Ente Sviluppo Porfido”. La promozione e l’approfondimento dei vari temi gravitanti attorno al mondo di questo specifico lapideo sono tra gli obiettivi principali dell’ente; l’opera a stampa ne è attività cardine.

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Una pagina dell’opera a stampa: il fronte di cava tipico

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Il manuale
Il manuale, giunto dal 1994 ad oggi alla terza ristampa della seconda edizione italiana, alla seconda edizione inglese ed alla prima tedesca e francese, è affiancato da alcune altre pubblicazioni specialistiche quali ad esempio “La posa in opera del porfido” e “Capitolato speciale”, alla cui lettura si rimanda per approfondimento.
L’organizzazione dell’opera a stampa in esame, si articola in due parti principali: la prima titola “L’estrazione e la lavorazione”, la seconda “La progettazione e la posa in opera”.
Dopo breve preambolo sono riportati in modo completo gli esiti numerici delle prove eseguite sui campioni di materiale, allo scopo della determinazione delle principali caratteristiche e resistenze. Sono poi descritte, anche con uno sguardo al passato, le modalità d’estrazione. Segue quindi una dettagliata carrellata delle varie tipologie commerciali più comuni dei conci, sia per applicazioni di rivestimento, sia per la costruzione di murature o coperti.
La seconda parte si concentra invece sulla presentazione delle principali tecniche di posa per le differenti famiglie d’applicazioni in architettura. Tale presentazione s’arricchisce di numerose schede di dettaglio costruttivo, da considerarsi linea guida per il progettista in consultazione. Particolarmente, entro lo spazio dedicato alle pose pavimentali, specifica attenzione è rivolta agli usi degli acciottolati e dei cubetti di varia pezzatura, data anche la grande fortuna riscossa negli ambiti pubblici. Conclude la trattazione il pratico e chiarificatore capitolo sulla terminologia tecnica, seguito da alcune indicazioni in appendice.
Valutato complessivamente, il manuale ci pare davvero utile strumento d’avvicinamento al materiale lapideo specifico. Come anticipato, il libro è per altro basato su linguaggio di grande accessibilità al pubblico più ampio, senza spingersi in forzosi tecnicismi e, d’altro canto, senza nemmeno trascurare la memoria delle modalità d’estrazione e costruzione originarie, ormai superate.
Terminata la lettura, fatte proprie le informazioni da acquisirsi manualisticamente in modo generale ed induttivo, al progettista potrebbe forse salire la voglia di procedere all’opposto, con fare deduttivo, a ricavare indagativamente le informazioni da alcune realizzazioni prescelte considerate esemplari.

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Una pagina dell’opera a stampa: l’area di principale estrazione trentina

L’Ente Sviluppo Profido organizza il “Premio Architettura Orizzontale. Il porfido del Trentino per la riqualificazione dello spazio pubblico contemporaneo” che sviluppa il confronto tra professionisti, pubbliche amministrazioni e università. Presentare la domanda di partecipazione entro il 15 Dicembre 2008.

Per architetturapietra2.sviluppo.lunet.it Veronica Cupioli ha intervistato il direttore di e.s.Po. Stefano Tomasi.
di Alberto Ferraresi

(Vai al sito di e.s.Po.)
(Vai all’intervista a Stefano Tomasi)
(Vai al bando del Premio Architettura Orizzontale)
(Ordina il Manuale)

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