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20 Novembre 2009

Eventi

MARMOMACC
Formazione – Costruire con la Pietra
Strategie di progettazione lapidea nelle università italiane

Seconda Parte

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Uno scatto fotografico della Tavola Rotonda di Verona, 1 ottobre 2009

Politecnico di Bari, facoltà di Architettura

Giuseppe Fallacara porta con sé la ricca esperienza sui temi della pietra offerta dai corsi compresi all’interno del ciclo di studi per la laurea in Architettura presso il capoluogo pugliese. Su impulso del professor Claudio D’Amato Guerrieri, che da oltre dieci anni ha posto i temi litici al centro dei contenuti della facoltà, la progettazione in pietra è qui considerata in senso globale, come fatto culturale: le applicazioni lapidee sono connaturate al territorio pugliese, specialmente nel senso delle applicazioni di vera e propria costruzione, oltre che di mero rivestimento. L’attività di ricerca condotta all’interno della facoltà, anche contestualmente alle tesi di laurea indaganti in particolar modo gli usi costruttivi lapidei, ha permesso pure quest’anno d’affrontare sfide giunte sino alla realizzazione concreta, come già è accaduto ad esempio per l’Escalier Ridolfi, proposta a Marmomacc 2005 nelle occasioni della mostra L’Arte della Stereotomia. I Compagnons du Devoir e le meraviglie della costruzione in pietra, ed ora in produzione presso una nota azienda di lapidei.
Fallacara testimonia come la sperimentazione entro gli ambiti universitari sia ancora possibile, specialmente mediante realizzazioni concordate e condivise con le aziende; in questo senso, forse ancor più che in Italia l’interesse risulta vivo oltre confine. Ci riporta infatti l’esperienza condotta dal Politecnico di Bari con l’Ecole d’Architecture Paris Malaquais e sostenuta dalla SNBR francese, la cui nuova sede si è costruita poggiando su una teoria di archi litici a curva parabolica, secondo gli insegnamenti della stereotomia francese. Seguendo la stessa direzione, è la volta quest’anno di un arco sospeso a sbalzo, una foglia in pietra capace di autoreggersi e costituire, ancor più se moltiplicata in elementi affiancati, sostegno per strutture di copertura per spazi aperti.

Università degli Studi di Trento, Corso di Laurea in Ingegneria Edile – Architettura U.E.
Giorgio Cacciaguerra ha ripercorso rapidamente la storia di questo fortunato corso di laurea, giunto a Trento dopo Roma, Pavia, L’Aquila, quale quarta città italiana. Oggi si contano sul territorio nazionale oltre 20 proposte di questo piano di studi, che si caratterizza per l’avere una struttura di insegnamenti fissa ed immutabile per la quasi totalità delle materie: è così infatti per 27 esami su 29. In questa condizione non pare possibile, a differenza delle altre facoltà di Architettura, l’inserimento di corsi specifici diversi, ad esempio orientati al mondo lapideo. L’unica strada fino ad ora ritenuta praticabile è risultata essere quella della creazione di moduli specifici all’interno dei laboratori di sintesi esistenti, particolarmente indirizzati alle tesi di laurea. È dunque attivo secondo queste modalità un corso di progettazione in pietra. La recente prospettiva di nuove direttive ministeriali sui temi dell’organizzazione interna agli atenei e del corpo docente getta ora ombre sulla possibilità di proseguire su questa strada, da riverificare.
Il piano di studi continua comunque a riscuotere un grande successo nel numero di studenti. Inizia forse ora a segnare il passo per il vincolo di non modificabilità dei corsi; sarebbe dunque opportuno un aggiornamento nel piano di studi.

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Corso di Laurea in Ingegneria Edile – Architettura U.E.
Marco Ferrero è professore associato di architettura tecnica. Analogamente a quanto avviene a Trento,
il corso è quinquennale a ciclo unico, anche in questo caso bloccato quanto a materie ed esami del piano di studi.
Particolarmente ora, con l’occasione contingente di un avvicendamento fra docenti alla guida di alcune cattedre, si vede la possibilità d’inserire in modo più strutturato, all’interno di un laboratorio di sintesi, un modulo incentrato sulle applicazioni lapidee, che affronti il tema sia sotto il profilo storico, sia tecnico, sia affrontando i temi dell’espressività linguistica della pietra, sia quelli derivanti dalla costruzione. Fino ad ora l’esperienza è stata condotta solo nelle opportunità offerte dagli specifici argomenti di tesi affrontati dai singoli studenti; ma in tali momenti è emersa una condivisione d’intenti fra docenti di corsi diversi che ha in certa misura supportato l’idea, che prende corpo ora, della presenza più strutturata dei temi lapidei all’interno degli insegnamenti.

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L’arco sospeso a sbalzo, mostrato da Giuseppe Fallacara.

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Università degli Studi di Padova – facoltà di Ingegneria
Angelo Bertolazzi esprime il desiderio di approntare un corso, od un modulo all’interno di un corso, che indaghi il tema delle applicazioni lapidee entro le possibilità offerte dai piani d’insegnamento dell’Università degli Studi di Padova. Utile si è rivelata in proposito la possibilità del confronto offerto dalla tavola rotonda di Marmomacc, che ha messo in luce esperienze analoghe sia d’intenti, sia di strategie possibili entro i piani di studi simili per interesse a quello di Padova. Ripercorrendo le esperienze già vissute da altri atenei, la prima possibilità pare dunque essere quella di concentrarsi sui laboratori finalizzati alle tesi di laurea, cercando inoltre di costituire un gruppo fra docenti accomunati da disponibilità, interessi ed intenti affini alla materia, particolarmente individuati ora all’interno delle aree d’insegnamento di composizione, tecnica e rappresentazione.

Università degli Studi di Bergamo, Corso di Laurea in Ingegneria
Piero Primavori porta il contributo della personale esperienza, con una formazione sui temi della geologia che lo ha portato a collaborare con molte primarie aziende del settore lapideo, ora a disposizione di un corso di Tecnologie e impiego dei materiali lapidei presso l’Università di Bergamo sostenuto anche da finanziamenti privati, secondo una convenzione per ora attiva per una durata di 3 anni. Sono iscritti circa 50 studenti.
Primavori testimonia il grande interesse con cui è seguito il corso, che ha una specifica attenzione agli aspetti scientifico-geologici della materia lapidea piuttosto che alle sole modalità applicative nel mondo delle costruzioni. Il motivo, che abbiamo riportato quale assunto principale ad introduzione e guida interpretativa di questo resoconto, risiede forse proprio nel fatto che esiste oggi una distanza davvero molto estesa fra il mondo della produzione e le figure professionali degli ambiti della progettazione. Occorre lavorare molto su questo aspetto.

Ha terminato i lavori della giornata l’intervento conclusivo di Vincenzo Pavan: ha ricordato come Marmomacc, punto di contatto speciale, per vocazione, fra progettisti e mercato, non possa particolarmente indirizzare la produzione, ma come certamente possa intervenire, e di fatto interviene, sulla formazione. Le azioni che promuove sono tutte volte a supportare logisticamente e concretamente i corsi e le iniziative varie di insegnamento, capaci di condurre interessi sempre maggiori non solo nel numero ma soprattutto nelle competenze, ai temi molteplici della pietra.
Auspica quindi che, tra le sedi universitarie che hanno fino ad oggi dato vita a corsi e master litici o ne hanno inserito i contenuti in corsi di composizione o laboratori di sintesi, si intensifichi l’interscambio delle esperienze effettuate ma soprattutto si elaborino proposte per allargare questo circuito ad altre sedi, e creare un più intenso intreccio di saperi ed esperienze con le realtà produttive del settore lapideo nei rispettivi territori.
Tali proposte dovrebbero essere oggetto di un prossimo incontro tra università, allargato ad altre sedi e all’area produttiva, da effettuarsi nella primavera 2010.
Viene inoltre annunciata, quale importante anticipazione rispetto all’edizione di prossimo Marmomacc 2010, l’istituzione della nuova sezione del premio “Architetture di pietra”, dedicata alle migliori tesi di laurea.

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Un elaborato di tesi di laurea presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

di Alberto Ferraresi

Leggi la Prima Parte

(Vai al sito del Politecnico di Bari)
(Vai al sito dell’Università degli studi Trento)
(Vai al sito dell’Università degli studi “La Sapienza” di Roma)
(Vai al sito dell’Università degli studi di Padova)
(Vai al sito dell’Università degli studi di Bergamo)
(Vai al sito di Marmomacc)

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