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16 Dicembre 2009

Pietre d`Italia

IL VALORE DELLE PIETRE ITALIANE
Marmomacc Best Communicator Award 2009

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Stand Iconcig al Marmomacc 2009. Dettaglio del muro in pietra Piasentina.

«Come circonda Firenze una campagna magra ed asciutta, fatta di pietra serena e di pietra forte, così l’architettura fiorentina si lega nelle medesime pietre a motivi di grazia e di vigore. Ma tutta l’Italia è un campo d’eccezione, aperto a chi voglia studiare anche questo rapporto tra la Terra e l’Uomo, seguendo le pietre dalla natura all’arte: una storia senza pari che ha disseminato decine di città nei luoghi più svariati; la costituzione geologica ha offerto ai costruttori ogni sorta di rocce; gli architetti (quali e quanti architetti!) hanno vissuto e fissato lo spirito dei tempi e delle regioni».

Con queste parole, nella prefazione alla prima edizione del suo volume “Le Pietre delle Città d’Italia” (1953), Francesco Rodolico ci introduce alla consapevolezza della varietà litologica della nostra penisola, caratterizzata da una grande ricchezza di situazioni ambientali e paesaggistiche, concentrate in una ristretta area geografica e correlate ad altrettante particolarità geologiche, con decine di rocce scavate, commercializzate e messe in opera da secoli come pietre da costruzione. Date le distanze contenute, nessun territorio italiano, di montagna o di pianura, ha rinunciato nel tempo a utilizzare i materiali litici per la sua edilizia diffusa o almeno per le sue architetture più emblematiche, facendo sì che all’abbondanza di rocce corrispondesse nell’intero paese una simmetrica stratificazione variegata di tradizioni costruttive locali in pietra.
Così fra i molti materiali lapidei e i relativi luoghi di provenienza si sono creati forti legami identitari, rispecchiati da un’onomastica emblematica: granito di Baveno, Rosso di Verona, pietra di Luserna, Giallo di Siena, pietra di Prun, pietra di Vicenza, Bianco di Carrara sono solo alcune delle denominazioni assunte storicamente dai diversi litotipi italiani, a comunicare con immediatezza una varietà più che mai interessante e degna di valorizzazione.
Ai materiali più pregiati, come i marmi colorati e i graniti italiani, si somma quindi una miriade di pietre locali, più umili, spesso poco note, ampiamente utilizzate in passato poiché economiche e di facile accessibilità e al centro nell’ultimo decennio di un processo di riabilitazione commerciale diffuso e molto promettente.

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Stand Vaselli Marmi al Marmomacc 2009. Dettaglio dell’allestimento e dei pezzi di design in travertino di Rapolano.

A questo fenomeno la fiera veronese Marmomacc dedica da tempo un’attenzione specifica, suggellata quest’anno dall’assegnazione del prestigioso Best Communicator Award a due aziende fortemente impegnate in percorsi di innovazione, a partire dal radicamento a contesti estrattivi di pietre storiche dell’identità italiana. Il premio della rassegna scaligera, riservato alle realtà produttive che meglio sanno presentare nella cura dell’allestimento dello stand la propria immagine e i risultati della propria ricerca, è andato infatti ex aequo a Iaconcig di Torreano di Cividale (Ud) e a Vaselli Marmi di Rapolano Terme (Si).
L’azienda friulana è rappresentativa del distretto di escavazione e lavorazione della pietra Piasentina, una calcarenite grigia caratterizzata da venature bianche e da sfumature brune e dorate. Questa pietra è uno dei più antichi materiali da costruzione dell’Italia settentrionale e di recente è stata dotata di un disciplinare tecnico di qualità, accompagnato da un marchio comunitario di origine controllata e certificata. Lo spazio espositivo di Iaconcig, disegnato da Giovanni Vragnaz, ha valorizzato la pietra Piasentina attraverso la costruzione di un muro traforato composto da elementi litici sommariamente riquadrati, alternati a correntini di legno a riprodurre una catasta rustica, capace di esaltare le qualità cromatiche e materiche del litotipo.
Vaselli Marmi, invece, è una realtà produttiva giovane e dinamica, che ha saputo individuare nuove vie applicative nel settore dell’interior design per il Travertino di Rapolano, materiale storico toscano. Lo stand dell’azienda all’interno di Marmomacc 2009 è stato caratterizzato da un’esile palizzata costituita da sottili lastre di travertino rapolanese, posta a racchiudere una raffinata collezione di elementi per l’ambiente
bagno, sempre realizzati in travertino e firmati dai designer Emanuel Gargano e Marco Fagioli.
Nell’ambito dell’attenzione riservata dalla fiera scaligera alle pietre legate alle culture materiali locali, va segnalata anche l’iniziativa “Percorsi della pietra in Puglia” che, attraverso una mostra e un workshop, ha restituito al pubblico lo stato di avanzamento del rilancio delle numerose pietre di questa regione, iniziato da tempo e di recente approdato all’istituzione del Distretto produttivo lapideo pugliese, cui aderiscono aziende, enti locali, organizzazioni sindacali, università e centri di ricerca privati.
Friuli, Toscana e Puglia dunque, cui si sono aggiunte altre regioni ben rappresentate nella fiera, quali il Veneto, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio, la Sicilia e la Sardegna, a restituire la consapevolezza di un mondo litologico italiano assolutamente ricco, punto di forza dell’eccellenza nazionale e risorsa da valorizzare suscettibile di ulteriore, oculato, sfruttamento.

di Davide Turrini

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