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10 Gennaio 2014

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La vocazione artigianale e umanistica di Poltronova


Ettore Sottsass, tavoli Loto per Poltronova, dal 1964
(courtesy Archivio Centro Studi Poltronova, Firenze)

«La fisionomia della Poltronova è piuttosto atipica nel quadro pur composito dei produttori italiani, in quanto il suo fondatore e titolare [Sergio Cammilli], per formazione, per vocazione e per ideologia è stato capace di sottrarsi alla routine convenzionale e alla logica ferrea proprie del mondo produttivo contemporaneo. Cammilli non ha mai accettato di diventare schiavo della “ragion d’azienda”, pensando che la linea della Poltronova dovesse anzitutto identificare i suoi convincimenti, i suoi entusiasmi, i suoi temi anche ideali.
[…] Egli muove da una base tipicamente artigianale, e la Poltronova inizialmente è un piccolo laboratorio da qualificare mediante una produzione moderna. Si parte da zero, con una sola precisa volontà: quella di costruire modelli capaci di isolarsi nella produzione corrente […].
Nel 1957 Cammilli ha alle spalle la frequentazione dell’Istituto d’Arte di Firenze dove ha fatto pratica di scultura. Collabora col padre, marmista, e si interessa contemporaneamente d’arredo e di architettura di interni, esaminando specialmente le forme degli oggetti e dei mobili, per concludere che vi sono spazio e ragioni sufficienti a giustificare uno sforzo inteso a rinnovare l’immagine della casa.
[…] “Io, la casa” dice Cammilli, “me la immagino un po’ sempre fatta di mobili funzionali, e di mobili che sono come gli amici della casa. Abbiamo realizzato la parete attrezzata di Mangiarotti: ecco, questa parete svolge delle funzioni precise, è la macchina per vivere. Gli altri mobili, invece, debbono essere delle presenze attive, con cui il rapporto si fa caldo, amorevole: cose da guardare, da vedere, da toccare”.
[…] L’educazione artigianale e umanistica [di Cammilli] resta operante anche per altri aspetti: determinando ad esempio la convinzione che esista uno spazio, nel campo del mobile e dell’oggetto d’uso domestico, da destinare agli “artisti”. Cammilli parla in proposito di un “mobile di poesia”, come a dire di una forma-oggetto in cui la destinazione funzionale, non ricusata, diventa incidentale, rispetto all’identità visiva».

Pier Carlo Santini, “Filosofia di un’azienda: sperimentare per vivere”, pp. 7-11, in Facendo mobili con…, Firenze, Poltronova Edizioni, 1977.

Hanno disegnato per Poltronova:
Archizoom, Asti, Aulenti, Ceroli, De Pas D’Urbino Lomazzi, Ernst, Fini, Mangiarotti, Marotta, Mendini, Michelucci, Nespolo, Portoghesi, Ruffi, Sottsass, Superstudio, Vignelli…

a cura di Davide Turrini

Vai a: Centro Studi Poltronova

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