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13 Ottobre 2014

Pietre d`Italia

Travertino di Siena
L’area di Rapolano Terme


Aspetto del Travertino Silver.

L’area di Rapolano Terme
I travertini di quest’area 12 si sono depositati dopo gli eventi tettonici che hanno strutturalmente deformato le unità sottostanti (la serie Toscana, del Macigno e flyshoide). Sono di origine continentale e sono strettamente collegati alla presenza di una faglia ad andamento nord nord ovest-sud sud est e ad una serie di faglie ad essa vicarianti e con andamento obliquo. Lungo tali aree tettoniche si ha la presenza di numerose sorgenti termominerali ed infiltrazione di masse d’acqua che in profondità possono mineralizzarsi, generando in superficie depositi di travertino a litologia e giacitura assai differenziata, che spaziano da sottili veli non ancora diagenizzati, a potenti e più o meno estese placche afferenti alle sorgenti termomineraliche. Il loro spessore è di qualche decina di metri.


Carta geologica dell’area di Rapolano Terme (Carta Geologica d’Italia, foglio 121 – Montepulciano). Clicca per ingrandire

Gli studi geologici hanno portato alla identificazione di quattro placche, di cui una è ubicata in vicinanza dell’abitato di Rapolano Terme, mentre le rimanenti tre sono posizionate a sud di Serre di Rapolano (Oliviera, Noceto Capanni, Filicheto). L’omogeneità dell’aspetto del materiale e delle sue caratteristiche litologiche, mostra nel tempo uniformità genetiche e costanza areale di deposizione, con la presenza di un litotipo chiaro regolarmente sedimentato al di sopra di uno più scuro.


Varietà Silver Dorato e Silver Ocean Blu.

Travertino Silver
Cava San Giovanni

Descrizione macroscopica
Litotipo sedimentario laminato di colore di insieme grigio-verde. Le lamine hanno spessori variabili da sub millimetrici, nel qual caso possono presentare anche andamento convoluto, a centimetrici dove tendono ad essere sub parallele. Sono presenti pori di dimensioni variabili – da sub millimetrici a centimetrici – con sviluppo isoorientato e generalmente concentrato all’interno di alcune lamine. Localmente il materiale si presentano in fase di ricristallizzazione.
La roccia è sana e priva di colorazioni anomale che possano far pensare ad una fase incipiente di alterazione.
Reagisce in presenza di acido cloridrico lasciando ipotizzare una composizione calcitica, e si riga con una lama metallica lasciando presupporre una durezza dei suoi costituenti pari a 3÷4 della scala di Mohs.

Descrizione microscopica
Litotipo sedimentario di origine chimico-concrezionale, a composizione calcarea. Esso è costituito da micro strutture calcitiche particolarmente omogenee anche se localmente più o meno addensate. Il materiale è composto da chiazze di micrite 13 con sviluppo dimensionale minore di 40 micron, attorniate da cristalli di micro sparite limpida con dimensioni minori di 30 micron. Le strutture micritiche sono differentemente compattate ed ispessite tanto da generare micrometriche laminazioni micritiche o, per loro diradamento, aree prevalentemente costituite da sparite 14 e porose. Rara la micrite addensata secondo strutture filiformi.


Struttura del Travertino Silver ingrandita allo stereomicroscopio e al microscopio a luce polarizzata.

Localmente le strutture laminari sono fratturate e caoticamente riorganizzate.
La calcite, microsparitica, diventa isopaca nel rivestimento dei pori.
Le porosità sono di varie tipologie: intergranulari, fenestrali, da frattura e da riparo e più raramente da impronta. Esse sono generalmente rivestite da calcite cristallina isopaca.
Sono presenti rari bioclasti micritizzati – probabili frammenti di steli – mentre le caratteristiche strutturali della roccia lasciano ipotizzare la presenza originaria di cianobatteri ed alghe. Il materiale è di origine autoctona.
Definizione petrografica (secondo EN12670) TRAVERTINO (Biolitite) Denominazioni commerciali Silver; Dorato; Ocean Blue


Aspetto del Travertino Rapolano Chiaro.

Travertino Rapolano Chiaro

Descrizione macroscopica
È un materiale di origine sedimentaria,disomogeneo nel colore e nella struttura in quanto da localmente laminato passa a strutture ad andamento convoluto. Ha colore di insieme beige e presenta tonalità cromatiche che variano dal color avorio, al beige al bruno – grigio. Le lamine che ne costituiscono la struttura hanno spessori variabili da pochi micron a millimetrici fino a centimetrici. La roccia è caratterizzata da pori di dimensioni che variano da micrometrici a centimetrici, di forma allungata e disposti sub parallelamente rispetto le lamine che hanno uno sviluppo relativamente lineare. È una roccia sana e priva di tracce di alterazione. Reagisce in presenza di acido cloridrico, lasciando ipotizzare una composizione calcitica, e si riga con una lama metallica lasciando presupporre una durezza dei suoi costituenti pari a 3÷4 della scala di Mohs.

Descrizione microscopica
Litotipo sedimentario di origine chimico – concrezionale, a composizione calcarea con aspetto disomogeneo per la presenza di microstrutture calcitiche di forme variabili.
In alcune parti della sezione si osservano strutture dendritiche di dimensioni massime pari a 7 mm, localmente laminate e circondate da calcite spatica a mosaico limpido, talora intorbidito da minute granulazioni di opachi, mentre in altre aree tali biostrutture evolvono in calcite a cespugli (dimensioni minori 1 mm), fino ad avere zone costituite da cristalli sparitici con microgranulazioni di origine batterica addensati nel loro nucleo, sulla cui superficie, si possono osservare cristalli rombici di calcite di origine secondaria.


Struttura del Travertino Rapolano Chiaro ingrandita allo stereomicroscopio e al microscopio a luce polarizzata.

Tali strutture, tra loro differenti e più o meno addensate, conferiscono una rilevante variabilità all’aspetto strutturale del materiale.
La sparite è presente sia a mosaico, limpida, di dimensioni ridotte, prevalentemente presente attorno e all’interno delle strutture dendriformi, ed in coincidenza dei pori dove, prevalentemente come materiale di rivestimento o di riempimento, essa si presenta con forme differenti, isopaca, a palizzata,
ad arco gotico, e più raramente fibrosa con inclusi di opachi.
I pori sono intergranulari o fenestrali, nel qual caso raggiungono dimensioni sub centimetriche con sviluppo allungato lungo un asse preferenziale parallelo alle lamine di sedimentazione.
In netto subordine sono quelli di impronta. Nella maggior parte dei casi i pori sono rivestiti da calcite, talora anche in maniera asimmetrica (dripstone). Rare le tracce di bioclasti costituiti da frammenti di molluschi, da alghe o essenze vegetali e arbustive micritizzate o come porosità da impronta, non determinabili. Le strutture micritiche del materiale sono tipiche di un agglomeramento calcitico imputabile alla presenza di cianobatteri. Il materiale è di origine autoctona.

Definizione petrografica (secondo EN12670)
TRAVERTINO (Biolitite)
Denominazioni commerciali
Oniciato Bianco; Oniciato Gold; Oniciato Venato; Becagli Chiaro; Etrusco Capanni


Aspetto del Travertino Rapolano Scuro.

Travertino Rapolano Scuro

Descrizione macroscopica
Litotipo sedimentario di colore bruno dall’aspetto eterogeneo per la locale alternanza di lamine e di straterelli che possono raggiungere anche spessori
sub centimetrici di tonalità più o meno scura. Si notano frammenti di bioclasti anche millimetrici e la presenza di pori con dimensioni variabili da submillimetrici a centimetrici, anche se la maggior parte di essi ha valori massimi pari al millimetro. Il loro sviluppo dimensionale è tendenzialmente sub parallelo alle lamine che costituiscono il materiale. La roccia si presenta sana, priva di tracce di alterazione.
Reagisce in presenza di acido cloridrico, lasciando ipotizzare una composizione calcitica, e si riga con una lama metallica lasciando presupporre una durezza dei suoi costituenti pari a 3÷4 della scala di Mohs.

Descrizione microscopica
Litotipo sedimentario di origine chimico – concrezionale calcareo con aspetto particolarmente omogeneo.
Il materiale infatti ha composizione prevalentemente a mosaico sparitico con variabilità dimensionale dei cristalli calcitici che possono passare da microsparite (dimensioni minori di 35 µm) a calcite isopaca fino a calcite a palizzata, fibroso allungata. La sparite a mosaico si presenta con una tonalità cromatica vagamente ambrata, sia per la presenza di inclusi opachi probabilmente limonitici, sia per la presenza di micrite più o meno dispersa.


Struttura del Travertino Rapolano Scuro ingrandita allo stereomicroscopio e al microscopio a luce polarizzata.

In alcune parti della sezione si apprezza la struttura radiale della calcite cristallina in coincidenza di nuclei talora micritici e talora costituiti da pori in alcuni casi ricristallizzati, tipici delle colonie algali, dove la calcite cristallizza attorno a filamenti microbici o a steli di piante. In alcuni punti della sezione si nota il processo della sparmicritizzazione in cui strati micritici estivi con cianobatteri posizionati tra strati colonnari, abiogenici di sedimentazione invernale, continuano il processo di incisione e trasformazione in micrite della sparite sottostante 16. In ogni caso la micrite, molto dispersa, ha un aspetto a chiazze e talora filiforme ed è presente in percentuale minore del 5%. I bioclasti sono dati da tracce di cianobatteri, da abbondanti diatomee e da bioclasti micritizzati non identificabili.
I pori, circa il 15 % delle sezioni, hanno dimensioni arealmente ridotte da un accentuato processo di ricristallizzazione, che localmente mostra un andamento fortemente asimmetrico.
Essi sono di impronta, intercristallini e fenestrali. Nel primo caso hanno forma sferica e dimensioni ridotte a poche micron, quando invece hanno una origine intercristallina o fenestrale, presentano dimensioni anche sub centimetriche con andamento variabile, sono solitamente assottigliati, e con locali ricristallizzazioni pari anche a 5 mm. Il materiale è di origine autoctona.

Definizione petrografica (secondo EN12670)
TRAVERTINO (biosparite) (sinter calcareo 17)
Denominazioni commerciali
Moka; Noce; Etrusco Noce Scuro


Aspetto del Travertino Nocciola Venato

Travertino Nocciola Venato

Descrizione macroscopica
Litotipo sedimentario venato costituito da lamine sub parallele prevalentemente piane, sovrapposte, di colore variabile da beige chiaro a bruno – bruno nerastro, e di spessori variabili da millimetrici a pluricentimetrici. Il materiale è poroso e, come è tipico dei travertini, la distribuzione spaziale dei pori si presenta arealmente disomogenea all’interno di lamine preferenziali e con sviluppo sub parallelo nel caso presentino forma allungata.
Sono anche evidenti pori di forma sub arrotondata che possono presentarsi parzialmente o completamente ricristallizzati caratterizzati da locali concentrazioni di opachi.
La roccia è sana, priva di tracce di alterazione. Reagisce in presenza di acido cloridrico, lasciando ipotizzare una composizione calcitica, e si riga con una lama metallica lasciando presupporre una durezza dei suoi costituenti pari a 3÷4 della scala di Mohs.

Descrizione microscopica
Litotipo sedimentario di origine chimico – concrezionale, a composizione calcarea con svariate strutture micritiche di dimensioni variabili a partire da piccole chiazze micritiche (minori di 200 µm) nel cui interno possono trovarsi cristalli rombici di calcite di origine secondaria. Tali strutture tendono localmente a diradarsi lasciando la roccia prevalentemente sparitica e con cristalli talora a struttura fibroso radiale. In altre porzioni della roccia si passa, in maniera sinuosa, a strutture dendritiche e arborescenti con dimensioni pari anche a 8÷10 mm.


Struttura del Travertino Nocciola Venato ingrandita allo stereomicroscopio e al microscopio a luce polarizzata.

Localmente si nota la presenza di calcite fibrosa radiale che si sviluppa lungo una fitostruttura a cespuglio caratterizzata da andamento sferoidale fittamente laminata per l’alternanza di laminette micritiche (minori di 200 µm) che si contrappongono ad una ampia lamina sparitica millimetrica costituita da calcite a palizzata. I bioclasti sono riferibili ai cianobatteri che hanno provocato l’agglomeramento della micrite secondo le differenti biostrutture.
Rari i modelli di bioclasti micritizzati e frammenti di molluschi. La calcite cristallina è presente come mosaicale, generalmente limpida, o più allungata con sviluppo isopaco fino a palizzata.
Attorno alle strutture micritiche essa presenta un andamento fibroso aciculare radiale ed è spesso associata a microcristalli di opachi non definibili che localmente, specie attorno alle strutture a cespuglio le conferiscono un aspetto particolarmente torbido.
I pori, circa il 15 % del materiale, sono generalmente intergranulari e da riparo, e in netto subordine di impronta.
Nella maggior parte dei casi risultano essere rivestiti da calcite mosaicale. Il materiale è di origine autoctona.

Definizione petrografica (secondo EN12670)
TRAVERTINO (biolitite)
Denominazioni commerciali
Nocciola Venato di Rapolano; Moka
Venato; Becagli Scuro

di Anna Maria Ferrari

Il presente saggio è tratto dal volume Travertino di Siena a cura di Alfonso Acocella e Davide Turrini

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Leggi anche Formazione e aspetto dei travertini toscani e laziali

Note
12 AA.VV, Carta geologica d’Italia. Foglio 121 – Montepulciano;
AA.VV, Note illustrative della Carta geologica d’Italia. Foglio 121 – Montepulciano, 1969.
13 Con il termine “micrite” si intende calcite a grana fine con diametro minore di 0,5 micron.
14 Con il termine “sparite” si intende calcite a grana medio grossolana con diametro maggiore di 5 micron.
Microsparite comprende individui con dimensioni tra 5 e 35 micron, mentre la macrosparite ha dimensioni maggiori di 35 micron.
15 Soluzione A: (500±10) ml di acido solforoso (H2SO3) (soluzione con il 5÷6% di SO2) in (150 ±10) ml di acqua deionizzata o demineralizzata.
Soluzione B: (150 ±10) ml di acido solforoso (H2SO3) (soluzione con il 5÷6% di SO2) in (500±10) ml di acqua deionizzata o demineralizzata.
16 Allan Pentecost, Travertine, Berlino, Springer, 2005, p. 37.
17 Secondo Pentecost.

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