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16 Febbraio 2010

Opere di Architettura

Piazza Caracciolo a Sammichele (1999-2001)
di Netti Architetti*

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Prospettiva di Piazza Caracciolo

In un piccolo centro della provincia barese, Lorenzo Netti e Gloria Valente ridisegnano l’immagine complessiva di tre piazze contigue, fortemente caratterizzate da antiche emergenze monumentali. Il tema progettuale è quello della riqualificazione dei tessuti storici minori, della ridefinizione delle qualità spaziali dei vuoti urbani.
Nuove basole di pietra di Trani, accostate le une alle altre in estese superfici lastricate, costituiscono il piano pavimentale dei tre invasi. Il materiale litico diviene così presenza unificante che, attraverso la direzionalità della giacitura di posa, dà vita ad un suolo orientato, capace di contenere e riconnettere in una nuova logica gli oggetti di ciascuna piazza.
Nel baricentro del sistema di spazi pubblici, laddove all’ingresso dell’omonimo castello si apre Piazza Caracciolo, il progetto raggiunge la massima forza riconfigurativa della forma urbana. Grazie alla demolizione parziale di un mercato coperto realizzato in cemento armato negli anni Cinquanta del Novecento, la piazza riacquista la dimensione originaria. La parte dell’edificio conservata è recuperata come aula civica destinata alle attività culturali del museo insediato nel castello. A ridosso del corpo di fabbrica ristrutturato, racchiuso da un nuovo involucro protetto ed inpreziosito rivestimento litico, viene costruito un portico per ripristinare volumetricamente l’originario isolato.

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Prospettiva di Piazza Caracciolo

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La piazza è ripavimentata innalzando la quota di calpestio con lastre a forte spessore di pietra di Trani bocciardata. Gli elementi litici sono posati su di un letto di sabbia e giuntati con una boiacca di malta cementizia. Antiche basole, recuperate da precedenti pavimentazioni, sono incastonate come isolati e preziosi elementi di spoglio nella regolare orditura del nuovo lastricato.
La variazione di orientamento dei campi pavimentali definisce percorsi o aree di sosta diversificate ponendo in evidenzia tre sedili lapidei e due alti e laconici lampioni. Le nuove sedute litiche, sempre realizzate in pietra di Trani e sostenute da rocchi ottagonali, impediscono la sosta delle automobili dando vita ad aree di rispetto davanti alle abitazioni private e agli accessi riservati ai pedoni e ai mezzi di soccorso.
Con questi pochi segni, solidi ed essenziali, i Netti Architetti rifiutano la strada dell’aggettivazione fatta di effimeri oggetti d’arredo urbano e dettano una nuova sintassi spaziale destinata ad una lunga e significativa permanenza.

di Alessandro Vicari

Note
* Il saggio è tratto dal volume di Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 624.

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