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1 Febbraio 2010

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Massimo Iosa Ghini – da Designer ad Architetto

Massimo Iosa Ghini – da Designer ad Architetto
Aldo Colonetti, François Burkhardt, Gillo Dorfles,
Editrice Compositori, Bologna 2005
197 pagine, ill.,
prezzo: 40,00 €
testo in italiano con traduzione in inglese

designer_architetto

Il pensiero di Massimo Iosa Ghini, intellettuale “a tutto tondo” di formazione designer e progettista architettonico – in breve, “umanista” nel senso più completo del termine – viene percorso ed esplorato in questo libro ben strutturato ed esaustivo, in cui al contributo iniziale di tre figure di spicco del panorama culturale internazionale (Colonetti, Burkhardt e Dorfles) segue un apparato ben documentato ed efficacemente illustrato delle opere del maestro bolognese.

Dal “primo amore” per il fumetto e dalle suggestioni aerodinamiche e futuristiche del “bolidismo” degli inizi, Iosa Ghini ha intrapreso nel tempo un percorso che lo ha condotto a maturare una visione di progetto “trasversale”, concepito per una società in movimento e in continua evoluzione, in cui design e progetto architettonico si arricchiscono a vicenda, pure nelle loro differenze.

Gli autori delineano un quadro puntuale dell’approccio culturale di Iosa Ghini riconoscendone il carattere assolutamente unico e personale, dall’epoca della formazione universitaria nell’ animata Firenze degli anni ’70 ai tempi in cui si è confermato come uno dei più attivi protagonisti del rinnovamento del design italiano.
Colonetti riscontra nell’opera di Iosa Ghini, oltre a un visibile talento figurativo, una vivace tensione a piegare l’”utile” al “dilettevole” interpretando le esigenze del mercato e della committenza, senza però rinunciare a un forte vigore espressivo, alle proprie radici culturali, a un’idea di spazio flessibile concepito come un “racconto”. Burkhardt rileva come, affrancandosi dai dictat del design classico, dagli anni ’80 Iosa Ghini abbia contribuito a “liberare” il linguaggio del design attraverso l’autonomia formale e l’ironia, rivolgendosi non solo alle esigenze funzionali ma anche sociali, antropologiche e psicologiche dell’utenza. Dorfles infine legge nella sinuosità del disegno, nella vivacità cromatica e nella fantasiosità del lavoro di Iosa Ghini un’ occasione non solo per connotare l’opera con grande energia espressiva ma anche per affrontare con elevata responsabilità operativa temi di natura tecnica e funzionale, al di là di qualsiasi esasperazione iperrazionalista.

Segue l’illustrazione descrittiva e iconografica, accuratamente dettagliata, di alcune delle opere più significative di Iosa Ghini, in cui emergono gli aspetti di forte caratterizzazione linguistica, dal dinamismo delle forme arricchite da potenti contributi cromatici alle visioni di spazialità flessibili e aperte, nell’aspirazione a perseguire un progetto veramente “libero” e incondizionato da presunte etichette di stile, fervidamente immaginifico ma sempre e comunque a misura dell’Uomo, delle sue esigenze e delle sue aspirazioni.

Chiara Testoni

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