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14 Dicembre 2017

News

MD Journal [05] 2018. Call for papers

Design e territori | appartenenze e trasformazioni
Il numero 5 di MD Journal si propone di indagare il rapporto tra Design e territori, considerando le potenzialità di questa relazione all’interno dei processi di trasformazione in atto nelle nostre società, nella produzione e consumo di beni e servizi e nella produzione di innovazione sociale attraverso nuove forme di aggregazione e partecipazione.
Uno dei punti centrali della riflessione è il modo in cui gli ambienti di vita esprimono i propri cambiamenti, mediando tra spirito di conservazione e forze orientate all’innovazione, tra specificità locali e valori universali.
Dopo un lungo periodo nel quale l’amalgamarsi planetario delle culture aveva acquisito una connotazione prevalentemente positiva, stiamo vivendo un momento nel quale questa dimensione viene messa in discussione come valore culturale, sociale, e anche politico, ed è superata dall’attenzione verso elementi di specificità che, a partire dai diversi luoghi e dalle diverse forme di aggregazione, sono in grado di definire nuove identità e di rinnovare il valore di quelle esistenti.
In questa fase, attraverso un ripensamento dell’idea stessa di progresso che ha portato a considerare in una nuova ottica i concetti di tradizione e sviluppo, è emersa una nuova concezione dell’idea di territorio, intesa come esito – complesso, stratificato e dinamico – di un processo storico, come un organismo vivente instabile nella sua continua trasformazione, ma, proprio per questo, capace di esprimere una potenzialità progettuale innovativa.

La Call for papers di MD Journal 5 prosegue qui

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5 Dicembre 2017

News

I lunedì di TEMEC
Materiali Tecniche Costruttive e Architettura

Università di Firenze- Scuola di Architettura
CdL Scienze dell’Architettura
Incontri nei corsi di Tecnologia dei Materiali e Elementi Costruttivi
Prof. M. Chiara Torricelli e Prof. Maria De Santis

La Tecnologia dell’Architettura non è, non può più essere intesa solo come l’integrazione a fini pratici di saperi diversi, utili alla costruzione degli edifici. Né può ridursi a regole e conoscenze sistematizzate in norme e manuali. Il progetto di architettura si vale della tecnologia e la tecnologia spinge il progetto verso nuove frontiere.
«The architect who proposes to run with technology knows that he will be in fast company» disse Reyner Banham nel 1960 su The Architectural Review. L’accelerazione delle innovazioni tecnologiche da altri ambienti scientifici e industriali sposta il ruolo delle competenze tecnologiche, che si evolve da quello di chi progetta con la tecnologia a quello di chi progetta la tecnologia, a quello di chi la sa interpretare e finalizzare.
L’insegnamento della tecnologia dell’architettura nei suoi primi passi formativi e fondativi vede nel riferimento al progetto e alle opere – attraverso la storia, la tradizione – e nella prospettiva dell’innovazione e della sperimentazione, il percorso che identifica lo specifico ruolo disciplinare: la costruzione di un atteggiamento consapevole, critico e propositivo sull’uso delle risorse materiali e immateriali e delle tecniche e tecnologie in architettura.
Al fine di sottolineare questa prospettiva concettuale abbiamo proposto agli studenti del primo anno del Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura dell’Università di Firenze, all’interno dell’insegnamento di Tecnologia dei Materiali e degli Elementi Costruttivi, un ciclo di lezioni tenute da progettisti e docenti sul tema del rapporto fra materiali e architettura: il materiale dell’architettura e la dimensione artistica, la tèchne del progetto; il materiale dell’architettura e il suo divenire fra tradizione e innovazione; le tecniche costruttive legate al saper fare e al saper realizzare, la poiesi del progetto; la relazione con il contesto, il luogo e il sito; l’intelligenza della struttura e dell’involucro, la prestazionalità nel progetto; e ancora tanti diversi approcci, nella concretezza del progetto di architettura che diventa opera, viene utilizzata e trasformata.

Maria Chiara Torricelli e Maria De Santis


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17 Novembre 2017

News

CASA BALDI
Nascerà a Roma il nuovo creative centre Casalgrande Padana

È in avanzata fase di sviluppo il progetto di restauro di Casa Baldi. Tra le più significative opere dell’architettura italiana del dopoguerra, il singolare edificio residenziale firmato da Paolo Portoghesi verrà ridestinato a ospitare il terzo polo del sistema ideato da Casalgrande Padana a servizio della creatività, della cultura e del progetto architettonico.

Il profondo legame che da sempre accomuna Casalgrande Padana al mondo della progettazionearchitettonica si esprime ai più diversi livelli, con iniziative che la vedono protagonista al fianco di importanti partner e istituzioni nella promozione di convegni, seminari, workshop, eventi formativi, mostre, concorsi e pubblicazioni.Un impegno costante, mirato a promuovere l’interscambio tra la ricerca e l’innovazione che Casalgrande Padana sviluppa nel settore della ceramica con quanti, attraverso i suoi prodotti, promuovono a loro volta innovazione creativa e tecnologica destinata a qualificare il paesaggio architettonico, a qualsiasi scala e destinazione d’uso.

Tra queste iniziative, una delle più significative è rappresentata dai Creative Centre.
Luoghi aperti ai professionisti del settore, pensati per superare il tradizionale concetto di showroom commerciale, proponendosi come vere e proprie piattaforme di incontro tra mondo della produzione e mondo del progetto, dove si va a conoscere prodotti, materiali e soluzioni di posa, approfondire e sviluppare questioni di progetto, condividere idee, promuovere aspetti culturali e di formazione.
Il successo di questa formula è testimoniato dal fatto che nel giro di pochi anni al primo Creative Centre sorto a pochi passi dal polo produttivo di Casalgrande, su progetto di Cerri Associati Engineering, si è affiancato il Creative Centre di Milano Foro Buonaparte, divenuto ormai punto di riferimento per la comunità di architetti non solo del capoluogo lombardo, grazie anche all’intensa attività di appuntamenti e incontri di formazione che hanno visto avvicendarsi numerosi importanti protagonisti internazionali dell’architettura e del design.

In questa logica, per soddisfare la domanda crescente che si esprime a livello nazionale, Casalgrande Padana ha deciso di realizzare un nuovo Creative Centre a Roma. Il luogo scelto è particolarmente significativo e rappresenta l’occasione per aprire alla comunità dei progettisti un importante manufatto d’autore.
Infatti, il nuovo Creative Centre di Roma sarà ospitato presso Casa Baldi, progettata da Paolo Portoghesi e realizzata tra il 1959 e il 1961 per Gian Vittorio Baldi, impegnato regista, produttore tra l’altro di alcune pellicole di Pierpaolo Pasolini.
A dispetto della scala ridotta, l’opera ha rappresentato un innovativo manifesto architettonico del primo dopoguerra, stimolando un grande dibattito, allora rimbalzato perfino sulle pagine del New York Times. “Un edificio problematico” come lo ha definito Bruno Zevi sulla rivista L’architettura Cronaca e storia nel dicembre 1962.
“Una proposta di nuova architettura, legata ai luoghi e alla storia, partecipe allo stesso tempo della rivoluzione del Movimento Moderno”, come ne sintetizza oggi i contenuti Paolo Portoghesi.
Portatrice di un nuovo linguaggio, così come di una serie quasi infinita di riferimenti culturali e materiali, Casa Baldi è il testimone di un’architettura capace di storicizzare innovando anche dal punto di vista costruttivo. Opera quindi generosa a tutto tondo.
Con grande sensibilità, Casalgrande Padana ha affidato il progetto di restauro e ridestinazione allo stesso Paolo Portoghesi, che ha elaborato una serie di soluzioni coerenti con l’opera originale e allo stesso tempo sensibili a valorizzarne architettonicamente e funzionalmente la nuova destinazione d’uso.

Il percorso è avviato, e molto presto alla comunità di architetti e progettisti della capitale sarà offerta la possibilità di conoscere da vicino e frequentare questo nuovo spazio. Un crocevia tra ceramica e progetto, attrezzato per favorirne l’interazione, coniugando dimensione espositiva, comunicazione, informazione tecnica e una articolata serie di iniziative, nel campo dell’architettura, del design e della produzione.
Il prossimo numero di “Percorsi in ceramica”, rivista edita da Casalgrande Padana, rivolta al mondo dei progettisti, dedicherà ampio spazio a questo argomento con un’intervista a Paolo Portoghesi.

Vai a Casalgrandepadana

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14 Novembre 2017

News

Design stories

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3 Novembre 2017

Letture

Le ragioni del marmo

Le ragioni del marmo
a cura di Andrea Balestri
foto di copertina: R.Galiotto, Litos design, Pietre incise: Tratto

Quello del marmo è un lavoro duro che tempra lo spirito e il carattere delle persone. I cavatori con i monti hanno un rapporto particolare di confidenza e di rispetto. I fronti delle cave non sono mai lineari; ogni giorno è diverso con il sole che brucia o il vento gelido che punge le mani. I rischi sono sempre in agguato. Ma sono persone schiette e socievoli, con un cementato senso di solidarietà e un grande attaccamento alle proprie organizzazioni sindacali.
Ogni tanto dalle teche RAI vengono riproposti filmati in bianco e nero della vita dei cavatori e dei lizzatori negli anni Cinquanta e Sessanta. Sono piccoli spaccati pervasi da una atmosfera epica. Da allora sono cambiate tante cose: alle cave si arriva in auto, le lame a catena hanno sostituito il filo elicoidale, la riquadratura dei blocchi non si fa più a colpi di martello e scalpello; il marmo viene trasportato sui camion. Sulle facce dei cavatori, tuttavia, si riconoscono gli stessi occhi, allegri e guardinghi al tempo stesso, dei vecchi filmati in bianco e nero; le stesse espressioni di rispetto e amore per i monti. E c’è anche molto orgoglio in questa gente che tutti i giorni sale in cava a Gioia, a Torano e Fantiscritti e che si misura con la natura e le sue insidie.
Sono sicuro che molti di loro, scorrendo questo libro patrocinato dal Fondo Marmo che è soprattutto una loro conquista, apriranno una finestra sul mondo a valle delle cave e daranno ancora più senso al frutto di una attività di cui, sui piazzali e sui poggi, vedono solo i capitoli iniziali. Nello stesso tempo mi piace pensare che questo racconto del Direttore dell’Associazione Industriali serva anche ad evocare il duro lavoro dei cavatori in quanti, lontano dalle Alpi Apuane, ammirano la bellezza dei manufatti di marmo.

(dalla presentazione di)
Francesco Fulignani
Segretario Provinciale Feneal-Uil
Vice Presidente Fondo Marmo Massa Carrara

Scarica il volume Le ragioni del marmo

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23 Ottobre 2017

News

MILESTONE Summer School

Milestone
23/29 Ottobre
Melpignano (Le)

La summer school Milestone è un progetto promosso dal Politecnico di Bari in partenariato con PI.MAR s.r.I., realizzato nell’ambito dell-Avviso pubblico n. 2/PAC/2o17 per la presentazione di candidature per la realizzazione di azioni per la realizzazione dí summer school promosse dalle Università pugliesi” della Regione Puglia.
Milestone mira a promuovere l’innovazione dei prodotti e dei processi nel contesto manifatturiero lapideo della regione Puglia e, attraverso il criterio di integrazionee complementarietà, punta a investire nell’innovazione dell’istruzione universitaria promuovendo il raccordo tra istruzione terziaria e sistema produttivo.
L’obiettivo generale della SummerSchool è la promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la creazione di nuove opportunità occupazionali nel settore lapideo per i giovani progettisti.
L’ambito di intervento è inquadrato in uno dei distretti produttivi più rilevanti e caratterizzanti del territorio regionale atteso che: sia necessario sviluppare la specifica capacità dei creativi ad immaginare prodotti innovativi; sia necessario l’aggiornamento delle competenze e delle pratiche in uso indirizzate all’implementazione dei metodi e dei processi del digital design e del digital manufacturing, nell’ottica degli standard di Industria 4.o.

Destinatari
Milestone è rivolta a studenti, neolaureati e operatori del settore lapideo.

Crediti formativi universitari previsti al termine del percorso
Sono previsti due (2) crediti formativi (CFU). Il rilascio di crediti formativi è previsto previa partecipazione all’8o% delle attività e il superamento di una verifica effettuata in forma di esercitazione grafica e scritta.

Contenuti sintetici
Attraverso l’approccio multidisciplinare dei docenti esperti negli ambiti del design litico, del digital manufacturing e del landscape – contextual design, la SummerSchool punta a fornire agli allievi i necessari apporti teorici e gli strumenti tecnico/pratici per affrontare le sfide d’innovazione del settore lapideo pugliese.
Al centro delle attività progettuali sarà posta la tematica del”senso” del prodotto di design in contesto tradizionale, provando ad immaginare nuovi modi di utilizzare il materiale lapideo dei bacini estrattivi pugliesi e a cogliere le potenzialità d’innovazione che vengono dall’avanzamento tecnologico.
In particolare, si vogliono implementare conoscenze e metodi legati alla”digital manufacturing”, e rendere manifeste le chiavi di innovazione tecnica e tecnologia (Industria 4.0) dell’ambito lapideo, in relazione ai processi del”parametric design”, ai sistemi di lavorazione CAD/CAM, l’addizione di nuovi materiali (carbonio, vibra di vetro, materiali sintetici — resine poliestere ect) e all’organizzazione e gestione delle fasi di processo e di produzione del prodotto e/o del servizio. La finalità è contribuire al rinnovo della tradizionale produzione lapidea e l’ampliamento del settore a plurime applicazioni nel mondo del design.

Risultati attesi
Gli obiettivi di apprendimento riguardano la conoscenza approfondita degli scenari produttivi in ambito lapideo, nei contesti dell’innovazione dei processi di design:
1) Conoscenza e capacità di comprensione secondo tre aree di apprendimento: cultura del progetto di design; capacità tecnico-ingegneristiche legate alle specifiche dei processi produttivi; gestione dei processi produttivi e della fattibilità economica specifica.
La finalità principale è la capacità di ridefinire originali relazioni in una visione di contesto socio-economico e culturale.
2) Capacità di applicare conoscenza e comprensione, attraverso il dialogo con le culture tecnico-scientifiche e con gli aspetti
economici e di sviluppo strategico, del prodotto, del processo e del servizio, valorizzando creatività e cultura del design; la realizzazione di modelli qualitativamente adeguati al settore di progetto; la definizione di processi di innovazione sostenibile nei contesti produttivi specifici.
Alla fine della Summer School lo studente avrà acquisito capacità di sintesi multidisciplinare originale, che gli consentirà di interagire con i continui aggiornamenti dei contesti tecnologici economici e sociali, e di essere aperto a scambi e incroci con i diversi ambiti disciplinari assumendo punti di vista differenti, capaci, perciò, di introdurre innovazione continua.

Docenti
Il team di lavoro ha carattere multidisciplinare, necessario a garantire un processo formativo completo. Le competenze presentate dai docenti riguardano principalmente l’ambito progettuale del design affrontato dal punto di vista storico, sociale, del prodotto, tecnico-ingegneristico e del paesaggio. Docenti e tutor esterni completano in modo organico l’offerta didattica con competenze specifiche relative al design in pietra e alla gestione di software e strumenti legati alla digital manufacturing.

Partner industriale
Le specifiche attività formative, quali workshop, seminari e training, previste dalla summerschool, richiedono lo svolgimento delle stesse all’interno di uno spazio di produzione, nel quale ci sia il diretto confronto tra teoria e prassi della progettazione e della costruzione in pietra. Il know-how della Pi.Mar arricchisce l’esperienza formativa attraverso il trasferimento delle competenze tecniche e specialistiche maturate nella propria storia aziendale.
La qualità della Pi.Mar. è documentata dalla sua storia produttiva, un’esperienza di 15o anni costituita da ricerca e sperimentazione, nella quale è riuscita a coinvolgere enti di formazione e professionisti di chiara fama, assecondando la creatività dei migliori architetti e progettisti nazionali e internazionali. Un’innovazione che ha riguardato non solo il prodotto ma anche l’ambiente produttivo, attraverso l’aggiornamento continuo delle tecnologie di estrazione e lavorazione, la consulenza di tecnici e di manodopera specializzata.
La Pi.Mar. assume un ruolo centrale nel progetto, in fase logistica e realizzativa. Mette a disposizione spazi per lo svolgimento delle attività formative, materiali, dispositivi e macchinari per le attività progettazione e della costruzione in pietra. Il pratiche, personale tecnico specializzato per il trasferimento delle competenze.

Sede della Summer School
Pi.Mar. Pietra Marocco
S.S. 16 Lecce Maglie
73020 Melpignano (Le)

CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ

LUNEDÌ 23 OTTOBRE 2017
ore 8.30 -10.00 Registrazione dei partecipanti. Presentazione del programma della Summer School, dell’articolazione delle attività e dei temi di workshop
ore 10.00 -11.00 Saluti istituzionali
ore 12.00 -13.00 LEZIONE Design del Prodotto Lapideo Prof. Annalisa Di Roma
ore 14.30 -16.00 Visita aziendale
ore 16.00 -17.00 LEZIONE Paesaggi lapidei mediterranei Prof. Annalinda Neglia
ore 17.00 -18.00 LEZIONE Luci e ombre sulla pietra Prof. Alessandra Scarcelli
ore 18.00 -19.00 LEZIONE Lighting design Prof. Sdrja H risafovic

MARTEDÌ 24 OTTOBRE 2017
ore 8.30 -11.00 WORKSHOP
ore 11.00 -13.00 LEZIONE Disegni nella pietra Prof. Josep Miàs
ore 14.30 -15.30 LEZIONE Design mutuato dall’antico. M UOARNAS GARDEN Prof. Nicola Parisi
ore 15.30 -19.00 WORKSHOP

MERCOLEDÌ 25 OTTOBRE 2017
ore 8.30 -10.00 WORKSHOP
ore 10.00 -11.00 LEZIONE Applicazioni della luce nella misura delle sollecitazioni Prof. Giovanni Pappalettera
ore 11.00 -13.00 LEZIONE “URBAN STONES”- utilizzo della pietra nell’outdoor/landscape design Prof. Lorenzo Longo
ore 14.30 -19.00 WORKSHOP

GIOVEDÌ 26 OTTOBRE 2017
ore 8.30 WORKSHOP
ore 11.00 – 13.00 LEZIONE Forma e processi del Design Lapideo Prof. Vincenzo Minenna
ore 14.30 -19.00 WORKSHOP

VENERDI 27 OTTOBRE 2017
ore 8.3o -11.00 WORKSHOP
ore 11.00 -13.00 LEZIONE Stone remix. Pietre d’artificio tra imitazione e invenzione Prof. Veronica Dal Buono
ore 14.30 -19.00 WORKSHOP

SABATO 28 OTTOBRE 2017
ore 8.30 -11.00 WORKSHOP
ore 11.00 -13.00 LEZIONE Marmo 4.0, sperimentazione nel design Litico Prof. Raffaello Galiotto
ore 14.30 -17.00 WORKSHOP
ore 17.00 – 19.00 LEZIONE Una storia di cinquant’anni e un futuro possibile Prof. Vincenzo Pavan

DOMENICA 29 OTTOBRE 2017
ore 8.3o -10.00 WORKSHOP
ore 10.00 -11.00 LEZIONE Contextual design peri territori Prof. Mariantonietta Sbordone
ore 11.00 -13.00 Esercitazione prova finale
ore 14.30 -17.00 Valutazione degli elaborati
ore 17.00 -19.00 Esposizione e discussione dei risultati

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12 Ottobre 2017

Design litico

TERRITORIO & DESIGN
a cura di Raffaello Galiotto e Vincenzo Pavan

La mostra intende approfondire le tematiche legate al progetto di design litico evidenziando le peculiarità dei materiali dei diversi territori e bacini produttivi della penisola, valorizzandone i contenuti tecnici della tradizione e il patrimonio culturale.
Progettisti rappresentativi delle attuali tendenze nel design e nell’architettura sono abbinati ad aziende operanti in aree italiane di diverse identità per materiali, lavorazione e sperimentazione tecnologica, al fine di realizzare prodotti di design industriale di qualità, espressione dei materiali e delle diverse capacità territoriali.
L’apporto di nuove tecnologie digitali di taglio, lavorazione e modellazione, di cui sono dotate le aziende che partecipano come partner, consente di avvicinare la pietra ai materiali “egemoni” nel mercato del design, inserendola nel processo di serializzazione produttiva caratteristico del prodotto industriale. Ciò consente inoltre di valorizzare in modo nuovo le qualità plastiche, tattili e cromatiche dei materiali e realizzare prodotti dotati di funzionalità, praticità e elevato contenuto formale.

PONTE(M)
Design: Blumerandfriends, Matteo Borghi
Company: Helios Automazioni
Material: Serpeggiante Silvabella Classico

Abbiamo sempre immaginato un tavolo che avesse come piano una lama litica lunga, sottile e “leggera” in grado di supportare carichi e funzioni. Ispirandoci al mondo delle strutture portanti di costruzione quali travi e ponti, abbiamo lavorato nell’esasperazione delle capacità fisiche del materiale nobile di pietra, cercando di togliere tutte le quantità non necessarie alla tenuta dello stesso. Unendo questo sforzo alla tipologia di lavorazione e di costruzione dell’oggetto si arriva ad un stadio necessario ed univoco in cui “non si può fare diversamente”…l’estetica è raggiunta. Un piano in marmo di spessore 8mm collabora con una struttura portante in acciaio inox a cui è stata applicata una leggera “monta” per aumentarne la tenuta. Quattro gambe delle stesso materiale ne garantiscono l’appoggio.

Serpeggiante Silvabella Classico
I marmi e le pietre di Puglia sono costituiti fondamentalmente da rocce calcaree presenti in maniera diffusa su tutto il territorio regionale. Il distretto lapideo della Pietra di Apricena è tra i principali poli estrattivi italiani (per quantità di materiali che vi si estraggono) e si estende ai piedi del Gargano tra i comuni di Apricena, Poggio Imperiale e Lesina.
Bronzetto, Biancone, Fiorito e Serpeggiante sono le quattro principali varietà diffuse in questo comparto, con variazioni cromatiche che oscillano tra il beige, l’avorio e il rosato, arricchite da venature sottili e sinuose.
Il Silvabella in particolare, è una pietra naturale calcarea compatta di costituzione, uniforme e di notevole resistenza, dall’inconfondibile espressione cromatica beige, con striature più chiare e più scure tendenti al marrone. Un materiale di grande tradizione e di grande versatilità, dotato di ottima resistenza, bassissima permeabilità ed una persistente brillantezza della lucidatura, adatto alla realizzazione di pavimenti e rivestimenti, prodotti di design e di artigianato artistico.

Blumerandfriends
È un metodo di ricerca che Riccardo Blumer ha iniziato intorno al 2005 grazie alla collaborazione col designer spagnolo Adrian Freire e con l’architetto Matteo Borghi con i quali è cominciata una serie di esperimenti costruttivi per comprendere, attraverso l’esperienza diretta, il funzionamento di alcune materie, fenomeni e materiali. Il principale scopo è quello di creare occasioni di approfondimento della conoscenza dei fenomeni della natura per l’atto creativo artificiale, che essi ci suggeriscono direttamente.
Matteo Borghi
Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano, dal 2005 lavora con Riccardo Blumer ad una serie di prodotti di design industriale per importanti aziende italiane. Contemporaneamente si dedica all’insegnamento presso il Corso di Laurea in Design Industriale dell’Università di San Marino e presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera Italiana di Mendrisio.

SLICED CONE
Design: Giorgio Canale
Company: Cereser Marmi
Material: Thala Grey Royal, Bianco Carrara, Nero Marquina

Sliced Cone nasce dal rispetto per la pietra naturale e dalla volontà di dare vita a forme morbide e curve puntando allo “scarto zero”. La tecnologia si è rivelata uno strumento unico nelle mani di progettisti e artigiani che hanno potuto abbattere limiti sino ad ora considerati insuperabili. Troppo spesso, però, questa nuova libertà di espressione distoglie l’attenzione dal reale valore della pietra naturale. Il primo modo di dimostrarlo è fare attenzione a quanto materiale vada “sottratto” dal blocco originale per ottenere il risultato finale. Sliced Cone è il primo risultato di un esercizio di ricerca di forme coniche, generalmente realizzate da blocchi, ottenibili per sottrazione da blocchi, ottenibili in questo caso direttamente dalla lavorazione di lastre da 2 o 3 cm. Grazie alla tecnologia water jet, l’architetto Canale ha concepito un sistema taglio di cerchi concentrici, con lati inclinati, ricomponibili in lavelli e vasche di diverse dimensioni. Sliced Cone è un concept destinato a rappresentare una piccola innovazione nel mondo della pietra, ampliando le potenzialità di lavorazione della lastra.

Thala Grey Royal
Proposto in un’esclusiva versione dagli altissimi standard qualitativi ed estetici, il Thala Grey Royal è un limestone di struttura calcarea estratto con un’operazione di “separazione” di falde formate dall’acqua. “Adottivo” della Roma antica, questo marmo di provenienza tunisina è stato per secoli oggetto di raffinate lavorazioni dei magister marmorari e ha costituito uno dei litotipi pregiati nei rivestimenti, negli elementi architettonici e negli arredi di edifici pubblici e privati romani. È caratterizzato da un fondo grigio-chiaro uniforme in lieve contrasto con venature, fioriture scure e salini più chiari. La sua proposta attuale, si integra con altri marmi della penisola e con il gusto contemporaneo sia per cromia, sia per caratteristiche di superfice e testimonia la modernità e l’eleganza che questo materiale ha conservato nel tempo, in continuità con la tradizione antica.

Giorgio Canale
Nato a Verona nel 1975, si laurea in Architettura presso lo I.U.A.V. di Venezia e dal 2004 è iscritto all’Ordine degli Architetti della Provincia di Verona. Già dal periodo degli studi universitari Canale getta le basi di una solida professionalità, curando progetti di exhibit design per clienti italiani e stranieri. La sua versatilità e l’ampia attività di ricerca internazionale lo portano oggi a firmare progetti in Europa e negli Stati Uniti, nei settori lusso e design.
Conferma un solido gusto razionalista al quale abbina uno spirito visionario: la linearità e la pulizia dei suoi lavori accomunano esperienze diverse che spaziano dall’edilizia industriale all’interior design, fino alla progettazione del prodotto.

PROCESS
Design:
Lorenzo Damiani
Companies: Odone Angelo + Travertino Toscano
Material: Travertino Toscano

I materiali lapidei, come altri materiali naturali spesso utilizzati dall’uomo, sono destinati a esaurirsi in un futuro chissà quanto prossimo. Una diversa possibilità di utilizzo, ecologica e razionale, può prevedere un processo sistematico di progettazione e realizzazione alternativo, che porterebbe un notevole risparmio di materiale: questa è l’idea fondante che sottende il progetto.
Lastre di Travertino Toscano sezionate e assemblate con una tecnica quasi “sartoriale”, per poi essere fresate con l’obiettivo di ottenere elementi dalle forme apparentemente derivate dal blocco pieno: una collezione in divenire attualmente composta da un lavabo a colonna e una vasca circolare. Questa collezione rappresenta, prima di tutto, un progetto di processo produttivo in cui la struttura degli oggetti diviene anche decorazione grazie all’utilizzo di due tipi di travertino, assemblati per ottenere un rapporto di alternanza interno/esterno.
Responsabilità e consapevolezza sono le parole chiave di questo progetto.

Travertino Toscano
Roccia sedimentaria di origine chimica è caratterizzata da concrezioni con stratificazioni parallele a bande e da una porosità che varia da strati e zone. Dopo un certo tempo dall’estrazione il materiale diviene compatto e durevole assumendo una tonalità giallo-brunastra per la presenza di tracce di pigmentazione ocraceo-limonitica.
Coltivato nelle colline Toscane della provincia di Siena, nel comune di Rapolano Terme, questo litotipo è conosciuto anche come Travertino di Rapolano o Pietra di Rapolano oltre i numerosi nomi commerciali derivanti dall’ampio utilizzo fatto a livello internazionale e si trova nelle varietà di bianco avorio, il grigio, il giallo aranciato ed il bruno.
Già usato in epoca etrusca e poi romana acquista grande importanza nell’Architettura Razionalista della prima metà del Novecento. Con il tempo acquista grande importanza nel mercato americano e medio orientale. Dagli anni Ottanta fino a oggi è presente in piccola o grande quantità nella maggior parte dei grandi progetti di architettura contemporanea.

Lorenzo Damiani
Lorenzo Damiani, nato nel 1972, si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano. Si occupa di furniture e product design e ha collaborato con diverse aziende tra cui Cappellini, Campeggi, Ceramica Flaminia, Montina, Illy Caffè, IB Rubinetterie, Caimi Brevetti, Luce di Carrara, Lavazza, Nodus.
Il Triennale Design Museum di Milano gli ha dedicato la mostra personale “Ma Dove Sono Finiti gli Inventori? Lorenzo Damiani” curata da Marco Romanelli. Nel 2012 altre due mostre personali: “Lorenzo Damiani: Senza Stile”, curata da Giovanna Castiglioni, tenutasi alla Fondazione Achille Castiglioni e “Prova a Prendermi”, curata da Silvana Annicchiarico, alla Triennale di Milano. Per la sesta edizione del Triennale Design Museum di Milano ha progettato l’allestimento dedicato ai fratelli Castiglioni. Suoi progetti sono presenti nella collezione permanente del Chicago Athenaeum, del Museo della Triennale e del Vitra Museum.

TRICLINIO
Design:
Giuseppe Fallacara, Micaela Colella – New Fundamentals Research Group
Company: Bianco Cave
Material: Pietra di Ostuni

Triclinio è una seduta in pietra bianca di Ostuni, ispirata alle sedute del mondo classico, su cui si adagiavano i commensali durante la condivisione dei pasti. Questo elemento, trasposto in chiave contemporanea, diviene una panca monolitica plasmata da un unico blocco di tenera pietra bianca secondo forme sinuose che riecheggiano la classicità, ottenute, tuttavia, scavando la materia per mezzo di macchine CNC. Nascosto nello spessore della massa litica, un materassino permette al piano litico, discretizzato in formelle quadrate, di attutire e assecondare i movimenti del fruitore.

Pietra di Ostuni
Viene denominata Pietra Bianca di Ostuni una tipologia di roccia calcarea, poco diffusa, estratta da cave presenti nel territorio compreso tra Ostuni e Carovigno, con attività estrattive minori nei comuni di Locorotondo e Cisternino.
Questa tipologia di pietra è caratterizzata da una grana fine ed omogenea e da un alto grado di compattezza, e si distingue facilmente per la sua peculiare colorazione avorio chiaro tendente al bianco e la finitura setosa.
La sua composizione chimica rende la Pietra Bianca di Ostuni facilmente lavorabile ed adatta ad applicazioni scultoree dall’alto valore artistico. Infatti, è impiegata tradizionalmente per la creazione di complessi apparati decorativi, pur essendo riscoperta recentemente come prezioso materiale per la realizzazione di oggetti di design e rivestimenti di pregio per l’architettura contemporanea.

Giuseppe Fallacara, Micaela Colella
Giuseppe Fallacara è architetto e dottore di Ricerca. È Professore Associato in Progettazione Architettonica presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura del Politecnico di Bari, dove dirige il New Fundamentals Research Group. Coordinatore del “CESAR”, Corso di Alta Formazione Applicata in Architettura e Restauro della Scuola di Specializzazione del Politecnico di Bari. Esperto di Stereotomia e architettura in pietra, espone dal 2005 al Marmomac nel settore Università e Ricerca. È visiting professor presso il NYIT (New York Institute of Technology) e il MISIS (National University of Science et Technology) di Mosca.
Micaela Colella è architetto e dottorando presso il Consorzio Argonauti (Università degli Studi Roma Tre e Politecnico di Bari). La sua ricerca si focalizza sulla casa sostenibile in area mediterranea, aggiornata ai nuovi principi dell’Industria 4.0. È professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione del Politecnico di Bari e co-fondatrice del ‘‘New Fundamentals Research Group’’, di cui è responsabile editoriale. Espone al Salone del Mobile di Milano nel 2014 e nel 2016.

OASI
Design:
Odo Fioravanti
Company: Grassi Pietre
Material: Pietra di Vicenza – Grigio Alpi

Oasi è un sistema di tavoli di dimensioni diverse basato su elementi strutturali realizzati in pietra vicentina che, con un incastro simile ai giochi di costruzione per bambini, supportano un piano traforato in lamiera metallica.
I supporti in pietra vicentina riportano sulla loro superficie superiore alcuni elementi cilindrici, una sorta di “bolli”, che si incastrano perfettamente nelle forature della lamiera. La pietra così affiora e si palesa, attraversando delicatamente il piano in acciaio.
Si ricavano così delle aree al centro dei tavoli, su cui è possibile posizionare i centrotavola o che possono essere usati come naturali sottopentola in cui la pietra protegge il piano metallico stesso.

Pietra di Vicenza – Grigio Alpi
Viene denominato Pietra di Vicenza un calcare tenero costituito da frammenti fossili legati con pasta cementante di natura calcarea. Di colore d’insieme bianco e paglierino è caratterizzato da minute punteggiature ocracee di limonite e goethite, e si trova nelle varietà bianca, gialla e grigia, in questo caso prende il nome di Grigio Alpi.
Coltivata nei Colli Berici presso Vicenza, a seconda delle località in cui viene cavata prende nome diversi come San Gottardo, Costozza, Zovecedo. Appena estratta è molto tenera e tende con il tempo a indurirsi progressivamente. La facilità di taglio e lavorazione l’ha resa nei secoli una delle più pregiate e usate pietre ornamentali per l’architettura e la scultura in tutto il Veneto e nelle regioni limitrofe.
Già usata in epoca romana è stata spesso privilegiata da Palladio e da i più illustri architetti veneti nelle ville e palazzi di quella regione fino al Novecento.

Odo Fioravanti
Odo Fioravanti si occupa dal 1998 di industrial design, sperimentando anche la grafica e l’exhibition design. I suoi progetti hanno ricevuto premi prestigiosi a livello internazionale. È stato lecturer presso numerose scuole e università internazionali come il Politecnico di Milano, la Domus Academy, l’HEAD Genève. I suoi lavori hanno fatto parte di diverse esposizioni internazionali, culminate nel 2010 con una mostra personale dal titolo “Industrious Design” presso il Design Museum della Triennale di Milano. Nel 2011 ha vinto il Premio Compasso d’Oro ADI con la sedia Frida di Pedrali. Svolge l’attività di pubblicista per riviste del settore design. Tra i suoi clienti COOP, Flou, Fontana Arte, Foscarini, Land Rover, Normann Copenhagen, Palomar, Pedrali, Toshiba, Vibram.

FENCE
Design:
Ludovica + Roberto Palomba
Company: Margraf
Material: Fior di Pesco Carnico®

Un’architettura nell’architettura, come un recinto sacro che delimita lo spazio creando intimità negli ambienti.

Fior di Pesco Carnico®
Marmo brecciato a struttura saccaroide con pigmentazione ematico – manganesifera, fa parte dei marmi del Timau, situati nella provincia di Udine. Estratto dagli inizi degli anni ’20 nell’unica cava esistente denominata Pierabech, a Forni Avoltri, il Fior di Pesco Carnico è un marmo esclusivo Margraf, con tonalità che variano dal grigio al rosa, al bianco e con delle venature di colore avorio e grana grossolana.
Utilizzato prevalentemente nei pavimenti e rivestimenti per interni ed esterni, è uno dei litotipi protagonisti nell’architettura italiana del Novecento in numerosi spazi pubblici come banche, stazioni, cinema, teatri. Il Fior di Pesco Carnico comincia ad assumere un rilievo internazionale verso gli anni ’80 per il suo impiego in importanti edifici tra i quali il Winter Garden e il World Financial Center a New York, il Coca Cola Building ad Atlanta, il Canary Wharf Main Tower a Londra.

Ludovica+Roberto Palomba
Ludovica+Roberto Palomba, architetti, vivono e lavorano a Milano. Fondano nel 1994 Palomba Serafini Associati.
Hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali come il Compasso D’Oro, l’Elle Decoration International Design Award, il Red Dot, il Design Plus, il Good Design Award, il German Design Award.
Progettano architetture ed esposizioni in tutto il mondo; collaborano e sono art director per alcuni dei marchi più affermati.
Brand Credits: Antolini, Benetti, Bisazza, Boffi, Brix, Cappellini, Dornbracht, Driade, Elica, Elmar, Exteta, Fiam, Flaminia, Foscarini, Kartell, KitchenAid, Kos, Laufen, Lema, Plank, Poltrona Frau, Rapsel, Redaelli, Salviati, Sawaya & Moroni, Samsung, Schiffini, Tubes, Valli&Valli, Viccarbe, When Objects Work, Zanotta, Zucchetti.

EVER GROWTH
Design:
Federico Rossi
Companies: QD Robotics + Marble Studio Stagetti
Material: Marmo Bianco di Carrara

Partendo dai processi metamorfici e metafisici avvenuti durante la formazione delle rocce, Ever Growth è un progetto che vuole esplorare in forma digitale, attraverso complessi algoritmi matematici l’evoluzione del Marmo di Carrara. Un’astrazione geometrica che va ad intaccare il materiale, facendo emergere trame e pattern inusuali rendendo il materiale ancora più unico, rivelando la sua vera natura di roccia in continua evoluzione. Un semplice tavolo, formato da lastra di materiale sospeso da terra su due appoggi, ottenuto tramite un processo digitale utilizzando una cella di fresatura robotica.

Marmo di Carrara
E’ uno dei litotipi internazionalmente più conosciuti e si coltiva nelle Alpi Apuane in cave di diverse tipologie, in sotterraneo, culminali, di versante, a fossa e pozzo, distribuite principalmente nei bacini di Fantiscritti, Canalgrande, Torano, Colonnata. Il marmo, di formazione Hettangiana, si presenta a fondo bianco unito, con struttura saccaroide uniforme e grana medio grossa, senza macchie, con poche venature riempite da pirite microcristallina. E’ un materiale non gelivo con buona resistenza alla compressione e alla flessione, adatto alla realizzazione di elementi portanti come colonne, architravi, basamenti, gradinate e pavimentazioni. A partire dall’epoca romana il Marmo Bianco di Carrara ha avuto un impiego sempre più diffuso in architettura con particolare rilievo nel Rinascimento dove l’opera di Michelangelo ha sancito il primato di questo materiale anche nella scultura. Rilevante il suo impiego in numerose opere architettoniche e scultoree moderne e contemporanee.

Federico Rossi
Nato a Rimini nel 1978. Federico Rossi studia architettura presso l’Architectural Association di Londra. Dopo aver lavorato per Nigel Coates e Zaha Hadid fonda Frform.com dove continua a sviluppare il suo interesse tra design e digital manufacturing. Nel 2010 inizia la sua attività accademica come professore presso la London South Bank University dove fonda e dirige il DARLAB. Nel 2013 partecipa al Salone del Mobile per Federlegno Arredo con il progetto Vaulted Table che sarà poi esposto all’IFCC di NYC e pubblicato su Wired Magazine. Dal 2015 inizia la sua collaborazione con il visual artist Quayola sviluppando Sculpture Factory e nel 2016 espone alla Royal Academy.

SEA BATH
Design:
Roberto Semprini
Companies: Ramella Graniti + Gruppo Tosco Marmi
Material: Palissandro Classico, Palissandro Blu Nuvolato

Sea Bath è un progetto di sperimentazione materica e di ricerca estetica volto alla realizzazione e produzione di oggetti d’arredo. Sea Bath è un’installazione che evoca uno scorcio di ambiente bagno dove gli oggetti hanno una simbologia di derivazione marina.
Una consolle minimale in Palissandro Classico è venata da onde in resina grigio chiaro che racchiudono inserti in Palissandro Blu Nuvolato.
Al centro della consolle campeggia un grande lavabo spiraloide in Palissandro Classico che riecheggia la forma di conchiglia. Ai lati due scaldasalviette circolari a forma di goccia, sempre in Palissandro Classico, incorniciano la scena.

Palissandro
Dolomia ricristallizzata a grana saccaroide quasi esclusivamente costituita da dolomite. Caratterizzato da una compattezza elevata, tessitura massiccia e grana media, i quali determinano grande resistenza ad usura ed agenti atmosferici e una lucentezza unica nel suo genere. Di colori che vanno dal bianco al blu cobalto passando per il beige/marrone ed il grigio. Coltivata nella parte nord piemontese delle Alpi Lepontine è un materiale ricco di storia. Numerosi sono gli edifici storici dove è stato utilizzato, tra gli altri il Duomo di Pavia e l’Arco della Pace di Milano. Oggi il Marmo Palissandro è materiale esclusivo per designer e progettisti essendo coltivato nell’unica cava presente al mondo, eleganza dovuta ai naturali riflessi dorati e versatilità per l’ampia gamma di colori e venature disponibili.

Roberto Semprini
Nato a Rimini nel 1959, Roberto Semprini studia architettura a Firenze. Nel 1987 aderisce al movimento Bolidista, che esprime il design in chiave simbolica. A Milano collabora come giornalista free-lance per alcune riviste di design. Nel 1989 progetta il divano “Tatlin” di Edra che ottiene il prestigioso premio TOP TEN a Dusseldorf. Nel 1994 il tavolino “Manta” per Fiam è tra i vincitori del premio Young & Design. I suoi prodotti fanno parte della collezione permanente del Montreal Museum of Decorative Arts in Canada e del New Museum of Design di Londra. Nel 2000 a Rimini inaugura “RM 12 art & design”, Galleria d’arte e Studio. Realizza scenografie di grande impatto e collabora da anni con prestigiose aziende di design. Tiene seminari in diverse Università nazionali ed internazionali. Docente di ruolo all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano) e docente incaricato per Chiara Fama del corso di Outdoor Design al Politecnico di Milano.

SLIM STONE
Design:
Pio & Tito Toso
Companies: Marmi Remuzzi Bergamo + Cave Gamba
Material: Marmo Arabescato Orobico

La collezione Slim Stone nasce dalla materia, nasce dalla pietra e dall’innovativo procedimento di fabbricazione delle lastre in marmo di Remuzzi Marmi: il Bislapis (dal latino Bis: doppia e Lapis: pietra, letteralmente doppia pietra).
Questa nuova tecnologia permette di unire pietre naturali di limitata resistenza, anche con caratteristiche fisico meccaniche e cromatiche diverse, riducendo lo spessore della doppia lastra. Ottenendo un materiale composito più resistente e con un peso sensibilmente ridotto rispetto a quelli normalmente in uso. Per la mostra Territorio & Design abbiamo cercato il senso di leggerezza e di eleganza che la tecnologia del Bislapis permette di esprimere utilizzando il marmo arabescato orobico, il quale è caratterizzato da una grande varietà di tonalità e di disegno delle venature.

Marmo Arabescato Orobico
L’Arabescato Orobico si estrae in Valle Brembana in provincia di Bergamo da rocce triassiche (circa 225 milioni di anni) appartenenti alla Formazione del Calcare Rosso. Si tratta di una roccia venata laminata, con colorazioni molto particolari dovute prevalentemente alla presenza di ossidi e idrossidi di ferro, dolomite e ceneri vulcaniche. Le peculiarità inimitabili dell’Arabescato Orobico sono i colori ed i disegni naturali unici al mondo, originati in ambienti tropicali simili a quelli delle attuali isole Bahamas. Oggi è coltivato in quattro principali varietà: Rosso, Rosato, Grigio Rosa, Grigio. Anche in passato, a partire dal XVII secolo, la preziosità del disegno e l’ottima lucidabilità hanno fatto dell’Arabescato Orobico un materiale richiesto all’interno di palazzi nobiliari, utilizzato per impreziosire balaustre, pavimenti e colonne. Lo troviamo all’interno della Basilica di San Pietro in Roma ed alla base della Pietà di Michelangelo.

Pio & Tito Toso
Fratelli, nascono a Venezia nel 1973 e nel 1971. A Venezia si laureano in architettura nel 1998. Nel 1996 aprono lo studio di progettazione Pio&Tito Toso. Lavorano nel campo dell’architettura realizzando numerosi progetti sul territorio nazionale ed internazionale e partecipano a vari concorsi. Collaborano, inoltre, nel campo dell’arredamento e del design, lavorando con le ditte più qualificate, tra le quali: Artemide, Foscarini, Leucos, Venini, Vistosi per l’illuminazione e Alessi, Colombo design, Guzzini, Metalco, Segis, Rossi di Albizzate, Frighetto, Fly Line, per l’arredo. Progettano stand, esposizioni, negozi, uffici e magazzini per diverse ditte, curandone l’immagine e la grafica.
Fra i riconoscimenti: Red Dot Design Award 2017, Design Plus 2016, Selezione al Compasso d’Oro Internazionale 2015, Red Dot Design Award 2015, Red Dot Design Award 2012, Good Design Award 2009, selezione I. Dot 2006-2007, Young & design 2005. Hanno partecipato a mostre in Europa e Stati Uniti.

DRAP
Design:
Paolo Ulian
Company: Silvestri Marmi
Material: Zebrino

Il taglio water jet quando si trova ad operare su alti spessori di marmo tende a perdere la sua precisione nella parte finale del taglio producendo delle increspature irregolari. Queste, solitamente ritenute un difetto, vengono qui sottolineate e fatte emergere per trasformarle in una qualità estetica. Una sorta di drappeggio che quasi spontaneamente assume l’aspetto di una tovaglia.
L’anello/tovaglia è realizzato tagliando a water jet e in modo concentrico un blocco di marmo di spessore 20/25 cm. In questo modo si possono ottenere anelli di diverse misure dallo stesso blocco limitando al massimo lo spreco di materiale.

Zebrino
É un marmo estratto in alcune zone delle Alpi Apuane e presenta diversi nomi come Cipollino Carrarese, Cipollino Zebrino, Zebrino Apuano. Il materiale è a grana fine, compatto e non poroso. Ha una struttura stratificata, con fondo biancastro, avorio, talora leggermente rosato ed é caratterizzato da interstrati filladici ricchi di quarzo, pirite e dolomite di colore scuro, dal grigio-verde al rosato chiaro.
I livelli marmorei sono amalgamati a formare corpi omogenei di discrete dimensioni, quasi privi di impurità e molto somiglianti al tipo statuario, denominati Cremo e Cremo Delicato.
Il suo disegno striato si presta particolarmente per la realizzazione di lastre da rivestimenti da interno e da esterno e per creare textures sempre diverse combinabili tra loro in modo libero. É un ottimo materiale per tutti gli utilizzi, come la realizzazione di sculture, pezzi d’arredo, oggettistica, top bagno, lavabi ecc.

Paolo Ulian
Si forma all’Accademia di Belle Arti di Carrara e successivamente si diploma all’ Isia di Firenze. Alla fine del 1990 lavora nello studio di Enzo Mari a Milano dove collabora fino al 1992. Si dedica alla sperimentazione e partecipa a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Nel 2000 espone al Salone Satellite dove vince il primo premio del Design Report Award. Nel 2009, Beppe Finessi cura la sua prima mostra personale alla Fabbrica del Vapore a Milano. Nel gennaio 2010 viene ospitata alla Triennale di Milano la sua seconda personale curata da Enzo Mari. Nel 2011 vince il 1° Social design Prize promosso dall’ADI e nel 2013 partecipa alla VI edizione del Triennale Design Museum con un’ istallazione dedicata a Vico Magistretti. Parallelamente al suo lavoro di designer svolge attività didattica presso alcuni atenei e scuole di design. Alcuni suoi progetti sono entrati nella collezione permanente del Triennale Design Museum, del London Design Museum e del Montreal Museum of Fine Art.

DESIGNER / COMPANY
Blumerandfriends, Matteo Borghi / Helios Automazioni
Giorgio Canale / Cereser Marmi
Lorenzo Damiani / Odone Angelo + Travertino Toscano
Giuseppe Fallacara, Micaela Colella / Bianco Cave
Odo Fioravanti / Grassi Pietre
Ludovica + Roberto Palomba / Margraf
Federico Rossi / QD Robotics + Marble Studio Stagetti
Roberto Semprini / Ramella Graniti + Gruppo Tosco Marmi
Pio & Tito Toso / Marmi Remuzzi Bergamo + Cave Gamba
Paolo Ulian / Silvestri Marmi

Video
Digital Movie

CURATED BY
Vincenzo Pavan
Studioso dei linguaggi dei materiali costruttivi, Vincenzo Pavan si è laureato presso la Facoltà di Architettura di Venezia nel 1968.
Sul tema dei linguaggi dei materiali lapidei ha organizzato convegni, seminari di architettura, premi, concorsi, lectio magistralis. A partire dal 1979 inizia una attività di ideazione e organizzazione di mostre e convegni di architettura per musei e istituzioni pubbliche.
Dal 1985 collabora con Veronafiere come promotore e coordinatore di eventi miranti alla rifondazione della cultura della pietra nell’architettura e nel design e alla promozione delle aziende del settore marmifero.
Ha svolto attività didattica in varie Università all’estero: New Jersey Institute of Technology, Université de Montreal, Yeung-jin College di Tegu Corea, Texas Tech University di Lubbok. Insegna presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara.

Raffaello Galiotto
Dopo gli studi in Belle Arti a Venezia fonda il proprio studio di design nel 1993 a Chiampo, Vicenza, Italia.
All’attività di progettazione di prodotto, soprattutto nel settore dell’arredo, unisce l’interesse per la ricerca, i materiali, i processi produttivi e la tecnologia.
Nel settore del marmo progetta numerosi prodotti e collezioni con importanti aziende del comparto, indagando sulle caratteristiche della pietra, come la superficie, la gravità, la traslucenza, il colore, l’impiego della tecnologia digitale e la riduzione dello scarto.
Ha realizzato mostre e convegni sul design, facendo parte del direttivo ADI Veneto e Trentino Alto Adige. I suoi progetti sono stati pubblicati su libri e riviste ed esposti in eventi internazionali. Dal 2014 è curatore del padiglione sperimentale di Marmomac Verona. E’ docente di design all’Università di Ferrara.

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2 Ottobre 2017

Design litico

YOUNG STONE PROJECT
sperimentazioni di design litico università/aziende

Nell’ambito degli eventi culturali di Marmomac 2017, in continuità con le precedenti edizioni, Veronafiere ha promosso una mostra su esperienze didattiche e di ricerca mirate a sperimentare l’uso di materiali lapidei, svolte nei Dipartimenti di Architettura e Design di Università italiane ed estere in collaborazione con aziende, scuole professionali e d’arte del settore.
La mostra Young Stone Project, che occupa un’area dedicata all’esterno della Hall 1 di Veronafiere, accoglie oggetti e prototipi lapidei prodotti nelle ricerche sviluppate nei corsi di progettazione di alcune università italiane impegnate da alcuni anni, in ambito didattico e nei dottorati di ricerca, sui temi della progettazione con materiali lapidei.
L’esposizione riunisce i prodotti delle ricerche di quattro università, Bari, Ferrara, Pescara, Roma, articolate in vari progetti che, grazie alla collaborazione di numerose aziende hanno consentito a queste istituzioni di portare a Marmomac una trentina di oggetti-prototipo di design realizzati con materiali di diversa provenienza dei principali bacini marmiferi italiani.
Il collegamento tra università e territorio sta funzionando nel settore lapideo grazie all’iniziativa di un gruppo di docenti di architettura e design impegnati nell’inserimento di questi materiali nei loro piani didattici, ma soprattutto all’interesse crescente dimostrato da numerose aziende nei confronti della ricerca universitaria, fino a farsi coinvolgere con entusiasmo in un proficuo scambio di saperi.
Il risultato è dimostrato dalla qualità degli oggetti in mostra nei quali la creatività dei giovani progettisti è stata interpretata in modo efficace nei laboratori delle aziende aderenti alla mostra.
In particolare la progettazione con l’ausilio di nuovi software di disegno tridimensionale e simulazione dei materiali, unita all’impiego di macchine di lavorazione a controllo numerico di marmi e pietre ha consentito di portare l’esperienza didattica su un percorso completo che dal progetto ha trovato il proprio compimento nella realizzazione di oggetti nel materiale lapideo scelto e studiato. Decine di professori e studenti hanno lavorato per la mostra Young Stone Project di Marmomac ai seguenti progetti.

POLITECNICO DI BARI- dICAR Corso di laurea in Disegno Industriale
ATENA Vaso in marmo
studente: Margherita Iacobellis
azienda: Marmistrada

La deformazione ottica è data dall’applicazione di un pattern complesso su una superficie geometrica accuratamente pensata. Il pattern è un susseguirsi di piani slittanti in termini tridimensionali e bidimensionali. La forma del vaso ha il compito di mettere in risalto la stilizzazione di un bacino di estrazione di marmo pugliese presente in zona leccese. Il sistema di capovolgimento del vaso ha l’obiettivo di coinvolgere lo spettatore fornendogli una maggiore consapevolezza del materiale e mettendolo in contatto con esso, l’utente ha la possibilità di conoscere il materiale. Un percorso evolutivo all’interno dei bacini di estrazione pugliese che va dalla pietra grezza al prodotto finito.

POLITECNICO DI BARI- dICAR Corso di laurea in Disegno Industriale
FULCRO Piatto da portata in pietra pugliese
studente: Alessia Angelini
azienda: Ruggiero Marmi

Fulcro è un piatto da portata in pietra pugliese, composto da due elementi autonomi che vuole uscire dai soliti schemi di presentazione del food, soprattutto di alto livello culinario. Si tratta, di fatti, di due zone di impiattamento su cui allestire il piatto; la lastra piana, di forma rettangolare, è quasi sospesa sulla ciotola di base sferica. L’idea è quella di rendere mobili delle componenti che solitamente sono fisse perché l’azione del mangiare sia un’esperienza interessante e non casuale. Mise en place: Risotto scomposto al limone e cipollotto con mix di frutti di mare e pesce pescato in Puglia.

POLITECNICO DI BARI- dICAR Corso di laurea in Disegno Industriale
ROMANIC HOLDERS Portaoggetti da ufficio
studente: Stefania Ancona
azienda: Romagno Marmi

Romanic Holders è un arredo da ufficio. E’ un blocco in pietra avente un profilo ispirato e riadattato di alcune facciate romaniche di chiese pugliesi. Ognuna di queste si distingue per determinati dettagli e per lo stile di appartenenza. Questi dettagli, dunque, vengono riportati nell’oggetto di arredo il quale ha la funzione di porta oggetti da scrivania come penne, matite, gomme, bigliettini da visita, graffette ecc. I blocchi perpendicolari sono adatti per l’appoggio di eventuali fogli, libri e quaderni e possono essere personalizzati in base a gusti ed esigenze. E’ pensato per essere posto a bordo di una scrivania in modo che non sia ingombrante. Per questa ragione è stato pensato per le modiche misure di 56.5 cm di lunghezza per 22.5 cm di larghezza.

POLITECNICO DI BARI – dICAR Corso di Perfezionamento CESAR
T_ABLE (Able – Technology) Tavolo da Salotto
design: Giuseppe Fallacara – New Fundamentals Research Group
in collaborazione con: Generelli, Zanettin
materiale: Marmo Palissandro, Acciaio Inox, Fibra di Carbonio

T_Able è un tavolo da salotto di grandi dimensioni e di grande pregio artistico e materico. Il suo design esalta le capacità tecnologiche e materiche messe in atto per la sua realizzazione:T_Able vuol dire al contempo Tavolo e Able Technology. L’elemento di arredo si compone di due parti: una relativa alla struttura di sostegno del tavolo, e una relativa al top piano tavolo. La parte di sostegno è costituita da una trama di tondini in acciaio inox intrecciati, e la parte top del tavolo è costituita da una lastra in marmo Palissandro fibro-rinforzata con fibra di carbonio. Quest’ultima, di forma ellittica, presenta la parte superiore con il marmo lucidato a vista e la parte inferiore, con finitura lucida delle fibra di carbonio, modellata plasticamente nei sei punti di contatto con la struttura metallica di sostegno. Il prototipo T_Able è una applicazione della ricerca sul tema della pietra sottile fibro-rinforzata sviluppato all’interno del Corso di Perfezionamento CESAR (coordinato dal prof. Giuseppe Fallacara) della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Bari.

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA DI FERRARA Corso di laurea in Design del Prodotto Industriale
FERMO. Tavolino da bar
studenti: Alice Caporale, Francesco Dal Molin
azienda: Scalvini Marmi
materiale: Bianco Carrara, Giallo Veneziano

FERMO. è un tavolino da bar pensato per esterni, perfetto per aperitivi grazie alla sua forma particolare. Presenta, infatti, alloggi per calici e flute, per lo spumantiere e ripiani a varie altezze per gli stuzzichini. Questa disposizione tridimensionale rende FERMO. un tavolo dinamico; il marmo si sviluppa in altezza dando vita ad un’elegante composizione. Il coperchio dello spumanti ere diventa vassoio, permettendo differenti composizioni accentuate da diversi colori.

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA DI FERRARA Corso di laurea in Design del Prodotto Industriale
MARMASOUND Strumento musicale in pietra
studenti: Michelangelo Campigotto, Marina Mazzotti
azienda: Pusterla
materiale: Pietra Basaltina

MarmaSound è uno strumento che, se sfregato o percosso, produce effetti sonori. Ispirati alle opere di Sciola abbiamo sviluppato il progetto con l’intento di liberare il suono (o talvolta rumore) della pietra. Il valore aggiunto che abbiamo attribuito è stato di elaborare tagli che esaltino la tecnica water-jet, perciò un lavoro sulle inclinazioni e profondità. Le profondità dei listelli possiedono le stesse relazioni della scala esatonale. L’oggetto è ricavato da diciotto mattonelle da 50x50x2 cm e riassemblato senza scarti residui.

DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA DI FERRARA Corso di laurea in Design del Prodotto Industriale
SAILS Mobile a ripiani
studenti: Eros Tartaglia, Alice Tonelli
azienda: Remuzzi Marmi Bergamo
materiale: Nero Marquina, Bianco Carrara

Sails è un mobile a ripiani sviluppato in altezza totalmente tramite incastri: il nome nasce dalla sua forma slanciata che richiama le geometrie delle vele delle barche. L’espositore viene montato incastrando gli elementi verticali sia alle basi a croce che alle tre lastre orizzontali, sorrette dai tasselli incastrati nella struttura. I decori in alto hanno sia una funzione estetica che strutturale: rendono la parte superiore più leggera e spostano il baricentro in basso. Il ripiano basso è in marmo di Carrara, per garantire ulteriore stabilità alla base grazie al suo peso: gli altri due ripiani sono in rovere.

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” CHIETI-PESCARA Dipartimento di Architettura
GL’INSEPARABILI Chaise longue per esterni
designer: Enzo Ceglie
aziende: Progetto Marmi di Talamo Antonio, Palazzo San Gervasio (PZ)
materiali: Marmo di Carrara, acciaio inox, resina pigmentata

La seduta per esterni gl’inseparabili utilizza il marmo sia come linguaggio espressivo che come materia strutturale. la configurazione modulare, realizzata con l’impiego di tre distinti blocchi ad incastro, è tenuta insieme con l’ausilio di tiranti e spine in acciaio inox. è interamente smontabile e rimontabile e gli elementi che la compongono sono stati progettati secondo forme iscrivibili le une nelle altre, con l’obbiettivo di facilitarne il trasporto e snellirne il packaging.

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” CHIETI-PESCARA Dipartimento di Architettura
I MONOLITI Lampade per esterni
designer: Enzo Ceglie
azienda: Progetto Marmi di Talamo Antonio, Palazzo San Gervasio
materiali: Marmo di Carrara, acciaio inox, vetro sabbiato

I monoliti, famiglia di lampade per esterni, derivano dalla scomposizione dei tre elementi modulari che costruiscono la seduta gl’inseparabili. In questa trasposizione i gusci di marmo, nelle tre differenti dimensioni, diventano scrigni che avvolgono e custodiscono la luce al loro interno, dandole forma. La collocazione al suolo avviene utilizzando tre delle quattro facce disponibili, così da garantire una apprezzabile varietà morfologica e massima duttilità progettuale e di contestualizzazione del prodotto.

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” CHIETI-PESCARA Dipartimento di Architettura
SEDUTA DA CORSA Seduta da esterno
designer: Massimo Russo
azienda: Marmi Sacco, Capaccio | Puglisi Marmi, Pedara
materiali: Marmo di Carrara, Pietra Lavica

Il titolo ironico gioca con due concetti in contrapposizione di cui il progetto fa sintesi: l’idea di staticità evocata dal senso comune della funzione _ seduta e la forte dinamicità della sua forma . Questa seduta è pensata in marmo bianco , ma la sue curve “giocano“ bene anche con marmi di diversi colori , come un nero lucido, ad esaltare le sue forme sinuose e sensuali, Alle due estremità due blocchi regolari per sedute “classiche”, collegati da una parte centrale curva, per una seduta “informale e libera”.

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” CHIETI-PESCARA Dipartimento di Architettura
TRILOLAMP Sistema di illuminazione per esterni
designers: Cibelli+Guadagno Architetti
azienda: Parlante Alessandro, Ascoli Satriano
materiali: Fiorito K66 di Apricena, vetro temperato

Sistema di illuminazione per esterni composto da tre oggetti, due a base ovale ed uno a base circolare. Le forme reinterpretano, con un linguaggio contemporaneo, la grammatica dei segni tradizionali ricercati tra le decorazioni delle cattedrali romaniche della Capitanata. Trlolamp usa il Bronzetto di Apricena come materiale principale e il vetro temperato come diffusore. La sorgente luminosa è costituita da una LED STRIP RGB IP65 con gestione remota, posizionata lungo il bordo interno dell’apparecchio.

UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale
IL CUBO DEL BINOMIO Seduta in pietra scomponibile
studenti: Livia Angeli, Elena De Luca, Nicoletta Horochowski
in collaborazione: Scuola del Marmo di Sant’Ambrogio Valpolicella
materiali: Marmi vari

L’idea trae la sua origine dalla formula matematica del cubo del binomio (a+b)3 = a3 +3a2b +3ab2 +b3 che permette di scomporre il cubo di partenza secondo più combinazioni. Ogni elemento che compone il cubo iniziale è una scatola dotata di un coperchio che si può utilizzare come recipiente. La struttura è composta da cinque elementi incastrati tra loro grazie a perni in acciaio, che garantiscono la stabilità e l’equilibrio dei blocchi ad essa agganciati. Un ulteriore punto di forza della proposta risiede nelle infinite combinazioni che si possono realizzare, grazie alla possibilità di affiancare ad un elemento lapideo materiali di uguale spessore, ma minor peso.

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30 Settembre 2017

Design litico

FJORD

Vi è qualcosa di glaciale, eppure quasi di vulcanico, nel profilo di FJORD, una doppia natura, fredda e immutabile – così come la natura stessa della pietra – ma nello stesso tempo morbida ed avvolgente nelle sue ondulate anse, che richiamano nascoste e accoglienti insenature.
Fredda come roccia lambita da gelide acque di serpeggianti fiordi, che riflettono il verde intenso di nordiche conifere su alte costiere scandinave. E ancora ondeggiante come echi di luci boreali, sciami luminosi danzanti nella fredda notte polare, che si intrecciano e si sfumano in freddi cromatismi e fiammanti scie.
Aria pura e freddissima… vento impercettibile, come fermo ma quasi palpabile nel suo soffio sussurrante, un alito di cristalli di neve che vela alberi e territorio. E poi neve, neve fino all’orizzonte, che ricopre piani e declivi in forme sinuose, dove lo sguardo si perde seguendo la linea ondulata del paesaggio, nel biancore luminoso del cielo.
Silenzio ovattato di foreste innevate, bianco ottico di neve inviolata che tutto avvolge, terre e specchi d’acqua ghiacciati.
Come terra emersa dal blu profondo dei mari in seguito a preistorici movimenti e modellata da laviche cascate, FJORD nasconde la sua tumultuosa natura nella staticità della pietra ormai solida ma vive di tutti i quattro elementi che racchiude nella sua intrinseca forma.

Elena Golisano

FJORD, 2017 marmo Bianco Carrara cm 50x23x8
Lavorazione c.n.c. e successiva finitura a mano.

L’opera è attualmente esposta al Marmomac

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26 Settembre 2017

News

BUSINESS, TECNOLOGIA E DESIGN: MARMOMAC AI BLOCCHI DI PARTENZA A VERONAFIERE

Inaugurazione domani in presenza del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti; il sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto; il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; il sindaco di Verona, Federico Sboarina

Verona, 26 settembre 2017 – Al via da domani a Veronafiere la 52ª edizione di Marmomac (27-30 settembre), la rassegna mondiale di riferimento del prodotto lapideo: dai materiali grezzi ai lavorati, dalle tecnologie agli accessori, fino alle ultime applicazioni nel mondo dell’architettura e del design.
Una filiera che vede l’Italia al secondo posto per export dietro alla Cina, con un saldo commerciale positivo per oltre 2,5 miliardi di euro. A rappresentare questo settore, che nel 2016 a livello globale ha registrato un interscambio di 22 miliardi di euro, più di 1.650 aziende espositrici (64% estere) provenienti da 56 nazioni e circa 67mila operatori in arrivo da più di 140 Paesi. Delegazioni commerciali di top buyer e architetti sono attese da 58 Paesi (26 nazioni in più rispetto all’edizione 2016), selezionati insieme a Mise-Ice Agenzia e Confindustria Marmomacchine per un’azione di incoming mirata.
L’inaugurazione di Marmomac è in programma domani alle ore 11, nell’area Forum del padiglione 1, con il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti; il sottosegretario allo Sviluppo
economico, Ivan Scalfarotto; il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; il sindaco di Verona, Federico Sboarina; il presidente di Confindustria Marmomacchine, Stefano Ghirardi e il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese.
Ai blocchi di partenza a Marmomac non solo business ma anche architettura, design e arte, con mostre tematiche, concorsi e contaminazioni – anche in città – tra marmo e altre bandiere del made in Italy.
L’industria lapidea italiana conta oltre 3.200 aziende e 33.800 addetti e ha raggiunto nel 2016 una produzione di 3,9 miliardi di euro, per il 74% destinata all’estero. L’Italia è il sesto Paese al mondo per produzione, il secondo per export di marmi grezzi e lavorati e il primo per tecnologie esportate, con il 25% del valore dell’intero mercato globale. Nel corso della prima giornata è prevista anche la sottoscrizione di un memorandum d’intesa Italia-Cina.

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