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29 Marzo 2013

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La luce, le forme del progetto, il mondo minerale

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Con un movimento continuo e ritmato la macchina incide l’epidermide della lastra lapidea in forme sinuose, in pennellate artificiali di asportazione progressiva di materia, muovendosi con un tocco scultoreo a complemento dell’idea figurativa del designer. La superfice è il campo di azione dell’intenzionalità e del progetto. Il supporto, la materia litica, il regno della bellezza naturale.
L’opera di Raffaello Galiotto per Lithos Design che sarà presentata al Salone del Mobile 2013, torna a ragionare sul significato e sulle potenzialità innovative dell’incisione superficiale della pietra in fogli sottili, accrescendo il valore inedito dell’esperienza di progetto attraverso proprietà peculiari rese disponibili dalla stessa materia minerale.
Nella pietra, nei marmi cristallini prescelti per la nuova collezione, sono depositati da tempi lontanissimi segni, codici, originati dalla natura: geometrie fossili inscritte in forma di cristalli, linee, punti, vortici e nebulose, macchie cromatiche e figure minerali.
Custoditi e incapsulati nell’oscurità della massa litica possono essere portate alla luce. Un semplice taglio, un’incisione più o meno profonda, ne rivela l’intimità altrimenti inaccessibile, scoprendo frammenti di un universo più grande al quale l’elemento è appartenuto, parte di un tutto, indizi dell’energia creatrice presente in natura.
Pietre Luminose, la nuova collezione di Lithos Design, mette in scena la bellezza e irripetibilità delle pietre attingendo ad una sorgente luminosa esterna, per svelarne un’aggiunta qualità, la traslucenza.
La luce artificiale, misurata e addomesticata alle necessità del progetto, celata alle spalle della lastra modulare, modella la materia e permette alla capacità visiva dell’osservatore di penetrare la superficie trasformata in una magica, illusoria, sorgente luminosa. La luce attraversa il corpo litico, lo pervade e scopre il capolavoro involontario creato dalla natura.
Il disegno inscritto nella pietra è reinventato dal design contemporaneo che va a sovrascrivere la propria nuova geometria di linee e punti, figurazioni e motivi, ottenute grazie alla precisione delle contemporanee tecnologie di lavorazione, rileggendo e interpretando, quasi ricreando, l’immaginario minerale sottostante.
Gradazioni, sfumature di colori e spessori spaziali, sensazioni di movimento, composizioni illusorie che cambiano con l’incidenza e inclinazione della luce stessa, giocano sul limite della superficie litica e spingono l’immaginazione in un incanto contemplativo. L’osservatore partecipa ad una esperienza sensoriale ove la visione trasferisce vibrazioni agli altri sensi e l’illusione di leggerezza e immaterialità resa possibile dallo “splendere attraverso” della materia, invita a lambire le superfici con il tatto per averne prova di consistenza.
Il connubio innescato tra la conformazione segreta della materia e il progetto altamente industrializzato, seriale, fruibile nonché applicabile modularmente nello spazio d’interni, avviene grazie all’opera della luce.
La luce crea somiglianza tra l’eterogeneità imprevedibile dei supporti lapidei e il disegno tracciato con unitarietà e armonia su di essi assorbendone e valorizzandone la multiformità dimensionale.

Veronica Dal Buono

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