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18 Marzo 2013

Design litico

Due esperienze tra tridimensionalità e spessore*

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Materia litica


Raffello Galiotto per Lithos Design, Materia Litica.

[photogallery]materia_litica_album[/photogallery]

“Materia litica” esplora il tema, attualmente in forte rivalutazione e aggiornamento linguistico, delle strutture autoportanti monomateriche a forte spessore. È una muraglia composita, un’aggregazione di blocchi conformati secondo le pieghe curvilinee della materia. Le variazioni dimensionali prefissate – il blocco tipo è 70 centimetri di altezza e ugualmente di spessore, per 180 di estensione che possono modificarsi in funzione del progetto – sono sufficienti a comporre assemblage coordinati di elementi per risolvere opere murarie, angoli e aperture, architravi. “Piegando”, questa volta, l’intera composizione, elevando muri paralleli o perpendicolari, si realizza una forma chiusa che isola lo spazio, sia esso interno o esterno, dando vita all’architettura.
Le superfici concave e convesse, le ondulanti pareti che fanno sistema nell’avvolgere ambienti e rivolgersi a spazi esterni, si flettono virtualmente senza inizio né fine e fanno palpitare lo spazio.


Raffello Galiotto per Lithos Design, Materia Litica, schizzi configurativi degli elementi costruttivi.

I conci di “Materia Litica” considerati singolarmente nella precisione stereotomica, anche avvicinati in brevi tratti, determinano sempre intelleggibili identità formali che preludono alla costruzione di un muro.
“Materia Litica” è la riscrittura formale, possibile nella contemporaneità, del tema del “concio” e della sua sintassi combinatoria. È materia naturale “separata” e quindi ricomponibile secondo un preciso disegno. Dal blocco di pietra, attraverso sagomatori progettati appositamente per il taglio dei complessi pezzi special-moulded, si ottengono elementi modellati perfettamente su ogni lato e ciò avviene senza produrre scarto. Il profilo superiore del concio coincide con quello inferiore e, specularmente, combacia per ricongiungersi perfettamente alla propria replica. La forma del singolo elemento è progettata affinché per ogni faccia non vi sia abrasione e consumo di materia ma solo il netto, sinuoso, taglio. La morbida flessuosità del profilo deriva dal vincolo, dalla necessità che da ogni blocco nasca il suo opposto e funzioni sia planarmente nella continuità muraria che nelle soluzioni angolari. Escludendo lo scarto di materiale litico, al pari si riducono costi e tempi di produzione; i blocchi sono – inoltre – certamente riutilizzabili, proprio come i componenti degli edifici antichi.

Drappi di Pietra


Raffello Galiotto per Lithos Design, Drappi di Pietra, Tulle

La collezione “Drappi di Pietra” ancor più esplicitamente svela l’intenzionale riferimento del progettista alla metafora “tessile” del rivestimento architettonico. La piega si sviluppa e avviluppa sulla superficie, si moltiplica e nasconde, complica e amplifica l’effetto della materia litica.
Non è la prima volta che il marmo viene “piegato” artificialmente. Il movimento plastico parte dal disegno per prefigurare una realtà immaginata e diviene traiettoria, realtà estensiva, andando ad occupare una quantità di spazio e di tempo tra un inizio e una fine. Così, attraverso la dinamica della linea, si profila il concetto di forma.
Tornando ai molteplici “barocchi” della storia, come le pieghe degli abiti nella pittura invadono le intere superfici delle tele, sbuffi e panneggi escono dai confini delle cornici, egualmente nella scultura sono le pieghe dei tessuti lavorate nel marmo a non “congelare” il corpo delle strutture, evolvendo nello spazio, anelando a qualcosa di “oltre”.
Galiotto dal disegno “tessile” delle superfici di pietra rinvenibile ne “Le Pietre incise”, ha fatto molti passi raggiungendo la plasticità attraverso innovazioni fondamentali di processo sia creativo che produttivo, sottomettendo incisione e taglio a una volontà “morfogenetica”.
Ai sei modelli di “Drappi” il designer infonde estensione planare. Sinuosi e palpitanti i panneggi di pietra componibili evocano, intenzionalmente, la percezione tattile e oggettiva del tessuto. Ciascun elemento, in fase di produzione, è generato nel blocco di pietra dalle perfette curve del foglio soprastante in una serie di strati che si replicano con precisione assoluta e differiscono l’uno dall’altro solo nella decoratività intrinseca del materiale naturale.
Sono prodotti di industrial design ma che presentano, ad estenderne e arricchirne il valore, i caratteri di unicità della materia litica, corroborati dall’estrema qualità realizzativa e dall’indiscutibile durata nel tempo. L’aspetto estetico-espressivo reso possibile dall’utilizzo intelligente e creativo delle macchine di ultimissima generazione, si offre al presente come potenzialità da cogliersi per sottrarre il prodotto dai tecnicismi della sola ingegneria e dai dictat dell’oggetto seriale, aprendo con innovazione radicale nuovi rami di espansione al mondo delle pietre e del design nel mercato globale.
Il “decoro” eseguito industrialmente dall’elaborazione complessa di forme non planari, nasce con il supporto, con la stessa pietra, non in modo indipendente e separato da essa; nella moderna officina di Lithos Design, il progettista di forme, l’artefice delle “decorazioni” e il “gestore” delle macchine si incontrano in un’unica figura, ricongiungendo mondi ritenuti sinora disgiunti.

Veronica Dal Buono

* Il presente saggio è tratto dal volume Veronica Dal Buono, Raffaello Galiotto. Design digitale e materialità litica, Melfi, Librìa, 2012.
Sempre su Architetturadipietra.it, verrà ri-editato l’intero volume in forma progressiva nel corso delle prossime settimane.

Vai al saggio precedente.

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